Piste&Pedane / Il "profeta" Pastorini e le 50 candeline del Trofeo Frigerio
Martedì 10 Aprile 2018La vitalità della nostra marcia, con Eleonora Giorgi e Antonella Palmisano, certo. Ma c'è anche chi guarda al futuro.
di Daniele Perboni
Dove ci eravamo lasciati? Al mondo di mezzo delle corse su strada vero? Cosa scriveva il vostro narratore? Che in questo periodo impazzano le kermesse di ogni tipo, lunghezza e “colore”? Così è stato. Previsioni facili, le nostre, da chiaroveggente da fiera. Però è interessante notare che proprio in quest’ultimo fine settimana si son palesate al gran pubblico degli appassionati e dei “fruitori ultimi” di queste corse alcuni interessanti esseri. Certo, almeno due italiche creature hanno avuto la fantastica idea di scegliere l’identica data, senza contare la 42 di Parigi che, in quanto a numeri, ha surclassato le azzurre Roma e Milano (55.000 gli iscritti con 700 italiani). E non dimentichiamo Rotterdam, altra “grande” primaverile.
Osservatorio / Candidature e altro: un paese fantastico l'Italia
Lunedì 9 Aprile 2018A margine della nuova (triplice) proposta olimpica, qualche riflessione sul valore delle nostre organizzazioni internazionali.
di Luciano Barra
Bisogna dirlo: noi italiani siamo fantastici. Riusciamo sempre a capovolgere regole, realtà e prassi con una facilità impressionante. Altro che popolo di Santi, Poeti e Navigatori (frase del Duce in un famoso discorso a difesa dell’Italia, condannata dalla Società delle Nazioni per l’invasione all’Abissina): siamo e restiamo gli Artisti della fantasia. Questo sta accadendo a voler seguire la storia della (eventuale) nostra candidatura olimpica del 2026 e tutte le nostre avventure di organizzazione di manifestazioni sportive. Il tutto condito da un “mantra” assoluto rilanciato dai media: le nuove regole approvate dal CIO sotto l’etichetta delle riforme varate per l’assegnazione dei Giochi del 2020 e anche 2024/2028. Dietro questo “mantra” presto si spaccerà che i 100 metri dell’atletica vanno corsi all’indietro e quelli del nuoto tutti in subacquea.
I sentieri di Cimbricus / Thomas E. Lawrence e lo sport dell'ardimento
Lunedì 9 Aprile 2018La memoria, sola ricchezza dell'anima, come antidoto contro i manichini del nostro tempo e i loro padroni e gestori.
di Giorgio Cimbrico
Se lo sport è ardimento e se siete d’accordo con questo concetto, vado avanti a proporvi pagine che amo e a cui dedico sempre maggior spazio. I manichini del nostro tempo, anabolizzati dal denaro, i loro padroni e gestori, i loro compiaciuti cantori mi piacciono sempre di meno. Anzi, non mi piacciono proprio. Così come non gradisco la proliferazione degli appuntamenti: oggi li chiamano eventi. In un tempo non lontano gli All Blacks atterravano come rondoni neri ogni morte di papa e nei 100 l’unica sfida che contava era la finale olimpica. Aveva ragione il marchese di Exeter, a lungo presidente della IAAF: “Vendetevi e sarete finiti”. Si sono venduti.
Saro' greve / Quei ragazzi del '68 e il mito della non violenza
Lunedì 9 Aprile 2018Cinquant'anni fa i Giochi del Messico, ma anche (e soprattutto) la svolta per i diritti civili nel nome di Martin Luther King.
di Vanni Lòriga
Questa volta non debbo essere “greve” e cercherò invece di essere “bravo” e soprattutto serio. Non posso infatti dimenticare che mezzo secolo fa, proprio nella prima decade di aprile, avvennero fatti e si verificarono situazioni che sono passati alla storia. Il 4 aprile 1968 a Memphis venne ucciso Martin Luther King, leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani. Il 7 aprile venne dichiarato giorno di lutto nazionale e due giorni dopo si celebrarono i funerali dell’Uomo che era il simbolo della “non violenza”. Parteciparono centinaia di migliaia di persone, così come era già successo il 28 agosto del 1963 a Washington nella famosa marcia che fu eternata con la storica frase: “I have a dream…”
Italian Graffiti / Se non vi basta una candidatura, eccovene tre
Venerdì 6 Aprile 2018Lo scorso 31 marzo si sono chiuse le candidature ai Giochi 2026: senza imbarazzo alcuno il CONI ne ha presentate tre.
di Gianfranco Colasante
Martedì scorso il CIO ha reso noto l'elenco delle città candidate ad ospitare i Giochi Invernali del 2026, la sola casella rimasta ancora vuota fino al 2028. Dal punto di vista di Losanna, si tratta di un innegabile successo, in tempi di carestie e di scarso appeal olimpico è certo un raccolto copioso. Dal momento che nella rete di Thomas Bach sono imaste impigliate, volenti o meno, sette città. I cui cittadini, nella gran parte del casi, neppure lo hanno saputo o, meglio, non ne sono stati pienamente edotti. Per mettere allora un po' d'ordine, partiamo dalle località che sono state presentate dai rispettivi Comitati Olimpici: Calgary (Canada), Erzurum (Turchia), Graz (Austria), Sapporo (Giappone), Sion (Svizzera), Stoccolma (Svezia) e, sempre per distinguerci e senza senso del ridicolo, ben tre città italiane: Milano, Torino e la rediviva Cortina d'Ampezzo, un triplete come non era mai accaduto prima ad alcuna latitudine.
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