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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Ritorno a Stanford, nel nome della tradizione

Lunedì 29 Aprile 2019

 

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Siamo a Stanford, California. Non è lo Stadio delle Terme, anche se ci somiglia molto. Ma solo nell'aspetto, perchè gli americani hanno - a differenza nostra - un gran rispetto per la storia e per la tradizione dello sport. Sarà forse per questo che sono i primi al mondo.

 

Giorgio Cimbrico

A Eugene sono cominciati i lavori per i Mondiali 2021 (fatalmente il delizioso Hayward Field verrà “anabolizzato”) e così il Prefontaine Classic, in calendario il 30 giugno, da Eugene, Oregon, si sposterà a Stanford, California, contea di Santa Clara, a un tiro di sasso da Palo Alto, una sessantina di chilometri a sud di San Francisco. A chi non è più giovane Stanford ridesta vecchi e piacevoli ricordi: nell’appassionata lettura di risultati riportati – al tempo – dai quotidiani sportivi o disponibili attraverso abbonamento a riviste che arrivavano sempre troppo tardi, quel nome faceva spesso capolino: una specie di tempio del salto con l’asta, da Cornelius Warmerdam (e anche prima delle ascensioni dell’Olandese Volante…) a Stacy Dragila, un buon posto per i lanciatori di peso e di disco e in un giorno lontano ormai quasi sessant’anni, un luogo di pace, di sospetti accantonati, di indimenticabile spettacolo.  

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Saro’ greve / Mangiarotti? Edoardo e Dario pari sono!

Lunedì 22 Aprile 2019

 

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Il recupero delle Memorie passa anche attraverso la Sala d'Armi, al Foro Italico, da qualche giorno dedicata ad Edoardo Mangiarotti, alla sua famiglia e alla sua epopea nella spada e nella scherma. 

Vanni Lóriga

Da martedì 16 aprile 2019 la Sala delle Armi al Foro Italico è intitolata a Edoardo Carlo Giovanni Mangiarotti, l’atleta italiano che ha vinto il maggior numero di medaglie olimpiche (13 di cui 6 d’oro) e nei Campionati mondiali per un totale di 26, di cui 13 d’oro. Sono cifre che tutti conoscono e che sono state ricordate nel corso della Cerimonia inaugurale condotta personalmente dal dottor Giovanni Malagò, presidente del CONI. Il quale ha sottolineato come, in una operazione culturale tesa al recupero della Memoria, siano stati intitolati ad Ondina Valla (prima olimpionica italiana) la Foresteria della stessa Sala Armi ed a Vittorio Pozzo l’Auditorium del Palazzo delle Federazioni in Viale Tiziano.

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Fatti&Misfatti / Sui ponti di Praga, per una vita randagia

Lunedì 22 Aprile 2019

 

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“Scusate ma a me basta e avanza per godermi la festa ipocrita di chi alza i muri, sbarra le porte, dei finti abbracci con imbroglioni che dicono di volersi bene e poi tradiscono e non soltanto in amore”.

Oscar Eleni

Su uno dei 18 ponti della città di Praga, come nei giorni in cui Piero Ratti, collega in Gazzetta, e sua moglie ci facevano da guida nell’atmosfera dorata delle cento torri, camminando per Mala Strana. Ci siamo andati rubando alla rubrica di Gianni Mura la poesia straordinaria di Zuzana Boryslawska, quelle “Lacrime” che sono anche le nostre per questa vita randagia in un mondo dello sport tanto amato, ma stravolto da ignoranza, malafede, senza memoria perché si vergogna di ricordare ed ammettere che qualcuno ha fatto qualcosa di meglio che combattere l’obesità infantile di oggi. Né può consolarci Daniele Dallera con il suo bellissimo pezzo sul bambino juventino che vede un cielo diverso da quello dei suoi coetanei che amano altre squadre pietrificate dal dominio in bianco e nero.

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I sentieri di Cimbricus / In margine al dissolto calcio nostrano

Sabato 20 Aprile 2019

 

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Attraversando il fiume lungo mille miglia

lo sguardo spazia nell’ampio cielo di Chu.

Non bado al vento che soffia,

ai colpi dell’onda.

[Nuotare - Mao Sde Dong, 1958]

Giorgio Cimbrico

Una vecchia poesia del Grande Timoniere, scritta dopo uno dei suoi attraversamenti dello Yangtze (le documentazioni fotografiche sono modeste o dubbie), può accompagnare in questa improvvisata “lunga marcia” dentro lo sport italiano che, malgrado la nuova etichetta stampigliata dal governo, non pare godere buona salute. La scelta dei versi di Mao non è casuale: possono suonare a omaggio della federazione che si stacca dalle altre per successi, struttura, capacità di rinnovamento, attenzione estrema alle promesse, ai talenti che non vanno perduti. La FIN ha una campionessa veterana, capace di attraversare il tempo e le generazioni, un gruppo di atleti di punta, un solido telaio e, sempre pronta, una nouvelle vague.

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I sentieri di Cimbricus / Chi sa dirmi dove e' finito l'offside?

Venerdi 19 Aprile 2019

 

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Nel paese delle libere traduzioni – o delle traduzioni libere, fate voi – la realtà molto spesso fa aggio sulla fantasia: tra “pesci” e sfondoni, il giornalismo straccione dei giorni nostri ha finalmente raggiunto il suo potere.

Giorgio Cimbrico

“Legacy”, libro sul rugby neozelandese e sull’influenza che quello stile ha avuto nella storia del gioco, è uscito in Italia con un titolo, secondo le intenzioni espresse a suo tempo dai poeti ribelli Baudelaire e Rimbaud, destinato a sbalordire il pubblico, épater le bourgeois: “Niente teste di cazzo”. La libera traduzione va avanti sin dalle prime pagine: Conrad Smith è un centrale, Dan Carter una mezz’ala. Più o meno come definire Filippo Tortu un podista e Lewis Hamilton un guidatore. Un amico ha osservato che tutto sommato è andata bene: Carter, fly half (mediano di apertura) poteva ricevere l’etichetta di mezza mosca.

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