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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Piste&Pedane / Stagione lunga, c'e' tempo per rifarsi

Venerdì 7 Giugno 2019


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La tappa romana della DL ha emesso i suoi verdetti, non tutti in linea con le attese, forse eccessive. Ma se T+T sono da rivedere, ci si può compiacere per la conferma di Crippa e guardare avanti.

Daniele Perboni

Scontro frontale. Con un TIR. Carico di incudini. Non è dato sapere il numero dei caduti ... Sicuramente si dovranno rivedere i sogni pindarici che avevano affollato la mente di molti. Troppi. Questo raccontano le cronache all’indomani della tappa italiana della Golden League. Quel Memorial Pietro Mennea a cui il movimento si era aggrappato come ci si può appigliare ad un qualcosa che pensi ti possa far uscire da una crisi infinita. Certo, le premesse c’erano tutte ed anche i “risultati” lasciavano intendere che, forse, probabilmente, si era sulla strada giusta. E non è detto che quella imboccata sia la via sbagliata. Ma la rinascita sta alla fine di quella autostrada su cui viaggiano, sempre più numerosi e veloci, i tir che possono fare male, molto male.

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Italian Graffiti / Quando lo sport e' profezia

Giovedì 6 Giugno 2019


candido


La stagnazione dirigenziale del nostro sport ha radici antiche. E si è tramutata in un fenomeno ormai irreversibile. Uno stato comatoso che neppure la possibile perdita dell'indipendenza sembra poter smuovere. 


Gianfranco Colasante


Come a molti, capita anche a me - di tanto in tanto - guardare all'indietro, rivolgersi al mondo che non c'è più, anche per rassicurarmi, per trovare conforto al desolante (lungo) periodo che attraversiamo, privo di certezze, innervato di improvvisazione e oppresso da un angosciante vuoto morale. Così, ogni tanto, vado a rileggere qualche vecchio articolo che ho conservato. Esercizio che mi capita sempre più di frequente (d'altro canto mia madre, orgogliosamente maestra, mi ripeteva che prima di scrivere, bisogna leggere, e molto: una massima cui ancora oggi cerco di restare fedele). Tra le tante fortune della mia vita da mediano (quanti assist sprecati da parte di centravanti improvvisati ...) annovero proprio l'aver conosciuto, e frequentato, alcuni grandi del giornalismo d'un tempo, artigiani e interpreti di un nobile mestiere scomparso da tempo.


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I sentieri di Cimbricus / Sorpresa, condimento dello sport (e non solo)

Giovedì 6 Giugno 2019

 

ruiz 


Nutrimento perfetto per chi ama e sogna le svolte, per chi adora l’imprevisto, per chi vede realizzarsi quel che ha ordinato a un genio obbediente, pronto a colpire ancora quando troverà un altro fantasioso padrone.


Giorgio Cimbrico


La sorpresa può arrivare quando uno trova una lampada, la sfrega, ne esce il genio e capita quel che capita. Ad Andy Ruiz junior deve essere andata così: sovrappeso, con un visibile e tangibile salvagente attorno alla vita, ha abbattuto quattro volte Anthony Joshua, alto, bello, definito, perfetto, senza un’oncia di grasso in più, imbattuto, 21 ko su 22 match, destinato alla riunificazione dei pesi massimi. E ora tre corone su quattro sono in mano al californiano, americano di passaporto, messicano purosangue. Ne abbiamo visti di leggeri, di welter, di medi prodotti da quella terra di combattenti per fame, per bisogno, per aggressività, ma uno così grosso mai.

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Fatti&Misfatti / CaroPOZZ nel giorno di Carapaz

Lunedì 3 Giugno 2019

 

sassari 

 
Cosa poteva avere in più Sassari rispetto a questa Milano? Eppure è riuscita a batterla tre volte, 4 con quella in campionato che sembrava il contentino del principe ereditario al POZZ che nel giorno di Carapaz si è preso un titolo tutto per lui.

Oscar Eleni

Dalla baia neozelandese di Opito dove una volta trovavano l’oro, un po’ come i giocatori dell’Armani che pensavano di venire a Milano per mostrare il loro supertalento offensivo, senza mai preoccuparsi di abbassare un po’ le chiappette dorate in difesa. Risultato? Nella stagione dove dovevano vincere tutto e anche spaventare l’Europa si sono trovati in mano un pugno di mosche e i leccapiedi prostrati che andavano in giro ad urlare per le sfortune di una stagione balorda che certo è peggiorata con l’incidente definitivo di Gudaitis, ma non era messa poi andata così bene dalla eliminazione in Coppa Italia contro la Virtus Bologna che non ha poi trovato i play off, anche se si è presa un maistore come Djordjevic e grazie a lui ha vinto la Champions FIBA, diciamo il terzo torneo europeo della stagione.

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Saro' greve / La tartaruga andina ha vinto il Giro

Lunedì 3 Giugno 2019

 

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Così avrebbero titolato i giornalisti dei tempi andati, quando potevano anche contare su osservatori del calibro dell’umorista Achille Campanile e del suo teatro dell’assurdo.

Vanni Lòriga


Come i più attenti lettori di questo nostro Sito Olimpico ben ricorderanno poco tempo fa segnalai che la nostra famiglia è da sempre legata al ciclismo ed in particolare al Giro d'Italia. Se mio nonno Giovanni Maria fu il primo in Gallura a munirsi di una bicicletta Atala proprio nel 1909, anche la mia anzianità di servizio è rilevante. Ricordo le prime notizie dell'EIAR (Ente italiano audizioni radiofoniche) risalenti al 1932 e, soprattutto, le cronache di Achille Campanile che proprio in quell'anno segui il Giro per la Gazzetta del Popolo di Torino. Si trattava di racconti affidati a Battista, un finto maggiordomo al seguito della corsa e mio padre, anche lui patito della bici, ce ne leggeva divertito brani esilaranti.

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