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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Piste&Pedane / I bilanci piangono, i giornali invecchiano

Giovedì 19 Dicembre 2019

 

premiocannav 2


La consegna a Davide Re del premio Cannavò: occasione, neppure tanto nascosta, per visitare la nuova sede di quella che fu un tempo la “Bibbia dello Sport”. Ma, che volete, tutto cambia, … e non sempre in meglio.

Daniele Perboni

Martedì pomeriggio, appuntamento in Piazzale Abbiategrasso a Milano. Linea verde della metropolitana. Dopo una quarantina di minuti vieni “sputato” fuori alla fermata di Crescenzago, estremo nord della metropoli. Il collega che ci accompagna, milanese Doc, si guarda attorno smarrito: «Mai stato da queste parti. Potrebbe essere Berlino o New York». Uno sguardo veloce a 180 gradi e individuo la grande insegna della RCS. Siamo sbarcati a queste latitudini per la consegna del Premio “Atletica Candido Cannavò” al quattrocentista Davide Re.

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I sentieri di Cimbricus / "Le macchine ci stanno distruggendo"

Giovedì 19 Dicembre 2019

 

tempi moderni 

 

"E a noi non resta che iniziare una difficoltosa marcia verso le nostre Black Hills, come pellegrini senza bussola, come la Winnie di Beckett che ricordava, come un rosario senza senso, i suoi giorni felici."

 

Giorgio Cimbrico

Le compagnie aeree di tutto il mondo hanno trecentotrenta 737-Max a terra e la Boeing ne ha 400 in magazzino e ha perso, dicono, 6 miliardi di dollari. Il problema è la scheda del computer di bordo: se qualcosa va male, dice che va tutto bene. Risultato, due schianti, in Indonesia e in Etiopa, e 300 morti. Ci stanno lavorando. Il vecchio Dakota, cavallo da tiro dei cieli, non cascava mai. O meglio, cascava se lo centrava l’antiaerea tedesca o quella coreana. Ancora non molti anni fa una coppia ben lustrata faceva servizio tra Lugano e Zurigo e io ne ho visti volare su tratte interne australiane.


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Italian Graffiti / Ricci Bitti: "Lo sport italiano merita rispetto"

Mercoledì 18 Dicembre 2019

 

ricci bitti-intervista 

 

A colloquio con Francesco Ricci Bitti, il dirigente italiano di maggior peso internazionale, per analizzare nel dettaglio il quadro storico dello sport nazionale all'indomani della "riforma" voluta e imposta dal Governo senza una preventiva e necessaria analisi dell'esistente. Ma, quel che più conta, con lo sguardo rivolto ad un preoccupante futuro neppure tanto lontano. 


(gfc) Ad un anno esatto dall'avvio della "riforma" imposta non tanto allo sport italiano, quanto al CONI, facciamo il punto della situazione parlandone con Francesco Ricci Bitti, il dirigente italiano che - come presidente dell'ASOIF e membro della Giunta CONI, oltre che per i tanti altri incarichi ricoperti - occupa la posizione di maggior rilievo nel panorama sportivo internazionale. Sin dall'inizio, la sua voce è stata - se non l'unica - la più critica nei confronti degli eventi che si sono dipanati negli ultimi 12 mesi e che in buona sostanza hanno portato a frantumare l'unitarietà dell'universo sportivo nazionale creando incertezza negli addetti e sconcerto nell'opinione pubblica. Un allarme, il suo, più volte ripreso e rilanciato ancora oggi. In questa intervista, il presidente Ricci Bitti compie un'approfondita analisi del complesso fenomeno sportivo italiano in quanto tale, ma soprattutto indica le strade da percorrere per uscire dal clima di conflittualità e di stallo creatosi. Una condizione tanto più rischiosa a pochi mesi da una verifica fondamentale come i Giochi di Tokyo. 

Intervista con
Francesco Ricci Bitti

di Gianfranco Colasante


Ad un anno dall’entrata in vigore della cosiddetta “riforma” dello sport italiano, perseguita attraverso norme che in buona sostanza hanno finito col “ridurre” se non “mortificare” il tradizionale ruolo del CONI, quali riflessioni se ne possono trarre?

R: L’idea di riformare è di per sé positiva. Purtroppo il chiaro intento destabilizzante della Legge delega del dicembre 2018 ha già prodotto seri danni all’ecosistema sportivo in Italia.

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Duribanchi / Una storia di Natale (che non ci appartiene)

Lunedì 16 Dicembre 2019

 

bullos


I mali del Paese: disgustosamente troppi. E io non sono Savonarola. Invaghirsi dei Savonarola, tra l'altro, è pericoloso. Come ti distrai, scopri che stanno portando gerle di legna al rogo dei Giordano Bruno.

Andrea Bosco

Rhea Bullos ha 11 anni e va veloce. Più veloce di qualsiasi altra bambina della sua regione: Balasan, nelle Filippine. Ma Rhea Bullos è povera. Talmente povera da non potersi permettere un paio di scarpe da competizione. E allora Rhea Bullos le inventa. Se le costruisce fasciandosi i piedi con bende imbevute nel gesso. Sulla “tomaia” con un pennarello disegna lo svolazzo della Nike: quello che per lei è un simbolo di libertà. Poi va in pista e corre. Più veloce di tutte le concorrenti che ai piedi hanno scarpette griffate Nike o Adidas. Vince i 400, gli 800 e i 1500 metri: un fenomeno. Ognuna di quelle gare è un massacro: devi avere gambe, polmoni, resistenza. Le foto dei piedi di Rhea Bullos fanno il giro del mondo.

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Fatti&Misfatti / A zonzo nel bosco degli spettri

Lunedì 16 Dicembre 2019


pozzecco

 

Stupisce la distanza fra il nuoto e le altre federazioni olimpiche. Studiano, lavorano, fanno squadra. E siamo certi che saprebbero cosa fare del tesoretto che ora balla nelle mani di quelli che hanno dato 500 mila euro ad un ... club di golf.

Oscar Eleni

Dal bosco milanese degli spettri, un parco a Nord che è il doppio di Central Park, bevendo Gamay speziato preso per beneficenza nella cantina del prevosto di Lecco che vendendo 1000 bottiglie restaurerà l’oratorio. Siamo esaltati, non soltanto dalle sardine libere e belle, ma da tutti quelli che danno davvero una mano agli altri. Dall’anonimo che ha pagato la luce al poveraccio che inutilmente chiedeva aiuto al burocrate ottuso, quello che non vede i buchi neri delle banche, ma è spietato con chi non ce la fa proprio. Non è vero che in giro ci sono soltanto urlatori infami, gente che odia e prega il suo falso dio, molti si battono.

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