I sentieri di Cimbricus / La ballata dei cavalieri dell'ideale
Mercoledì 18 Marzo 2020
Dal loro munito castello sul Lemano, i Signori degli Anelli difendono il loro ideale superiore: la fratellanza tra i popoli, la necessità di celebrarla con Ludi universali e coinvolgenti. Nel nome della borsa.
Giorgio Cimbrico
Nel giorno di San Patrizio, dopo aver brindato con una Guinness, ho materializzato l’arpa stampata sull’etichetta e mi sono trasformato in uno di quei bardi che battevano la campagna offrendo i propri servigi per una scodella di zuppa e un tetto per le serate di pioggia o di vento che entra nelle ossa. E così musica e parole sono sgorgate senza sforzo ed è nata la ballata degli indomiti Cavalieri del Sogno che dal loro castello sul lago Lemano, una novella Camelot costato l’inezia di 145 milioni di ducati, non hanno ceduto e non hanno intenzione di cedere all’ondata di isteria che sta percorrendo l’Europa e il mondo.
Duribanchi / Resistere, fino a quando sara' passata
Martedì 17 Marzo 2020
In questo clima di dolore, incertezza e preoccupazione fa davvero impressione sentir parlare gli uomini del Palazzo di Campionati, di Europei, di Olimpiadi: spiegano che urge tornare per non distruggere il tessuto economico dello sport.
Andrea Bosco
Bel casino il “feral soffio” di cui scrive Omero nell'Iliade. Lo recapitò ai Greci il dio Apollo, incazzato per via di una offesa portata da Agamennone, a non rammento più quale sacerdote. Una divinità si sarà fatta, anche oggi, girare le scatole per punire il mondo della sua stupidità? Agli amici che mi hanno preceduto nella scrittura, dico che “le locuste” sono già arrivate: in Africa E stanno divorando qualsiasi cosa si presenti sul loro cammino. E' tardi per recriminare. Ora serve resistere, fino a quando non sarà passata. Inutile farsi illusioni: sarà durissima e sarà lunga. Costerà vite umane e impoverirà il pianeta. Alla fine niente sarà più come prima.
I sentieri di Cimbricus / Per provare a ricominciare da capo
Lunedì 16 Marzo 2020
Il tempo delle profezie, degli avvertimenti, delle previsioni inascoltate. “Questa è l’età delle epidemie. Afta epizootica, febbre catarrale, influenza aviaria, Sars, zone soggette a restrizioni, aree di sorveglianza, vaccinazioni di massa.”
Giorgio Cimbrico
Un po’ stufo di sentir citare la peste dei Promessi Sposi (di “manzoniana memoria” è l’obbligatoria etichetta), di assistere alla riesumazione di quella di Boccaccio (lì almeno c’è da divertirsi) o a quella del 1576 che portò via Tiziano (molto vecchio e così molto fragile), di constatare assurdi ingressi in scena di Camus (era un’allegoria, non se ne accorge nessuno?), ho trovato il libro che dice tutto, che fa capire tutto e che si chiude persino con una nota di speranza. E’ “La morte dell’erba” di John Christopher, uno degli pseudonimi di Christopher Samuele Youd, nato nel 1922, morto quasi novant’anni dopo.
Italian Graffiti / Nulla sara' come prima (almeno speriamo)
Domenica 15 Marzo 2020
A parlare di sport al tempo del Coronavirus ci si sente un po’ come Charlie Brown che dialoga con Snoopy. Ma la devastazione che si sta abbattendo sul Paese potrebbe rivelarsi anche un’opportunità. A saperlo interpretare.
Gianfranco Colasante
Al tempo del nuova peste, la merce più contrabbandata si trova sul banco degli aforismi. Sciolti e a mazzetti. Scopiazzati senza pudore dai prontuari delle “frasi celebri”: da Churchill (con la sua ora più buia) a Darwin (adattando la specie a virus). Devo però dire che in questo mercato delle pulci della “cultura” a buon mercato, tra le tante mi ha colpito una frase scelta da Giulio Tremonti, uno che pare aver risolto a suo vantaggio l’eterna equazione tra politica ed economia. Pur con non poche macerie lasciatesi alle spalle, come la creazione di quella “CONI Servizi”, già mostriciattolo di suo alla nascita, oggi abortita in un indefinibile “Sport e Salute”. Che non è, badate bene, il cortese augurio per uno starnuto, ma la frontiera avanzata dello sport prossimo venturo.
I sentieri di Cimbricus / La ragazza che brandiva il giavellotto
Domenica 15 Marzo 2020
“È al 27 luglio del 1952 che risale questa foto: Emil che si allunga sui piedi perché Dana possa poggiare le labbra sulle sue. Una moglie, un marito, quattro medaglie d’oro. Nessuno come loro.”
Giorgio Cimbrico
Si dice che scivolando nelle tenebre, prime porte verso il nulla, tutto quel che è stato vissuto passi nella mente in turbinosi fotogrammi. Se è vero, Dana Ingrova, poi Zatopkova, deve averne rivisti una successione che in quel momento, l’ultimo, devono esserle sembrati limpidi, intatti, un secolo breve e lungo, un eterno presente, una vita: la Cecoslovacchia di Masaryk nata dalle ceneri ancora calde dell’Impero austro-ungarico, il tentativo di una democrazia di stampo occidentale, l’annessione dei Sudeti, l’occupazione tedesca.
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