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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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CONI / 2014: al bivio tra doping e mancati risultati, ...

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Domenica 28 Settembre 2014

(gfc) Annus horribilis, per lo sport italiano (e per il CONI) il 2014. Il secondo della nuova gestione affidata a Giovanni Malagò. Dopo lo “zero tituli” di Sochi 2014 (ma qui ci sono molte attenuanti, specie dopo l’unica medaglia di Vancouver 2010, agguantata peraltro all’ultima gara del programma, …), l’anno olimpico si va chiudendo con un desolante bilancio negativo di risultati su tutto il fronte, olimpico o meno. Per di più il nuovo presidente del CONI – e la sua Giunta – dovranno al più presto confrontarsi con il ciclone doping che spira da Bolzano e che è ancora alle prime folate. Un ciclone che sta mettendo alla berlina l’intero sport olimpico italiano il quale (relazione dei carabinieri inquirenti), nel biennio 2011-2012, si è fatto beffe di ogni regola sul doping e sull’anti-doping.

Secondo una tendenza di un paese come il nostro, purtroppo, che va perdendo giorno dopo giorno le sue certezze, anche le più consolidate. Com’era percepito una volta il CONI nell’immaginario collettivo, quello delle famiglie e della gente della strada. Si può rimediare? Credo d’averlo scritto diverse volte: nutro molti dubbi che il sistema si possa “autoriformare”, sarebbe un po’ come aspettarsi che i tacchini battano le ali per l’arrivo del Natale. Al di là delle ironie e delle (future, se pure ci saranno) prese di posizioni dell’inesausto presenzialista Malagò, innanzi tutto si dovrebbero chiarire le responsabilità di chi è stato, nell’ultimo ventennio, al vertice nelle stanze ovattate del potere sportivo. Al Foro Italico, per brevità.

Pare infatti bizzarro che tutto si possa risolvere con qualche squalifica, scegliendo a caso tra i 38 tesserati FIDAL rei di mancata (?) comunicazione. Il marcio, stando ai giudici di Bolzano, è ben più profondo e radicato. E coinvolge l’intera gestione passata. Fa piacere che oggi anche la Gazzetta ricordi il laboratorio antidoping dell’Acquacetosa (nel mio piccolo, c’ero arrivato anch’io qualche giorno fa, parlandone sulla mia pagina di FB…) e si chieda se non sia giusto ripartire proprio da quel lontano 1998 e istituire una commissione “esterna” al sistema sportivo (posizione già presa da Veltroni, allora vice del premier Prodi). Una commissione che valuti nel profondo le responsabilità a vario titolo di quegli anni. Responsabilità che, ripeto, non possono limitarsi agli atleti. Va fatto nel rispetto di quanti hanno creduto ed operato nello sport, forse un po’ ingenuamente, con dedizione e onestà intellettuale.

Non me ne vorrà la Gazzetta se rubo all’edizione odierna la frase conclusiva dell’inchiesta dei Nas e dei Ros. I carabinieri scrivono: “Al di là delle condotte penalmente rilevanti sussistono enormi responsabilità politiche, a carico di tutti coloro che hanno contribuito innanzi tutto a creare un sistema anti-doping autoreferenziale e assolutamente incapace di fronteggiare il problema”. Quindi, come viene evidenziato, il problema (cioè il doping) esisteva e proliferava. Altro che i soporoferi richiami all’etica, … che ci venivano ammanniti. Se si scorre l’elenco dei componenti del governo del CONI – i membri della presidenza dal 1999 in avanti – si incrociano sempre gli stessi quattro/cinque nomi. Quindi, come conclude la Gazzetta, “forse è da qui che bisogna ripartire”. Altrimenti, aggiungo, sarà stato tutto inutile, … come temo che avverrà.
   

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