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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Atletica / (3) L'Italia a Zurigo, tra pronostici e speranze

Mercoledì 6 Agosto 2014 



LUCIANO BARRA


 

L’atletica è uno sport individuale e, a differenza dagli sport di squadra, si presta poco ai pronostici. Talvolta può anche sembrare “unfair” nei confronti degli atleti stessi. Ci ha provato in maniera elegante, da giornalista imparziale, Pierangelo Molinaro sulla Gazzetta di lunedì scorso. Io ci provo da tifoso, anche come stimolo a una situazione dell’atletica italiana che necessita di spinte e provocazioni. Sicuramente la stagione non ha offerto momenti esaltanti, se si esclude la seconda giornata dell’Europeo a Squadre e alcune gare degli Assoluti di Rovereto, tanto che l’opinione generale resta abbastanza negativa. Gli stessi Mondiali Junior non hanno offerto grandi emozioni per l’Italia. Non solo per l’assenza di piazzamenti importanti, quanto per il 33° posto nella classifica a punti. E’ vero che avevamo visto di peggio: 59° a Pechino 2006 e 38° a Bydgoszcs 2008, ma soprattutto perché è difficile intravedere fra quelli che hanno gareggiato speranze per il futuro. E’ la conseguenza prima di otto anni di zero assoluto.


Si dice che le classi 1997, 1998 e 1999 offrano grandi talenti. Ma anche questo non è una garanzia se la Federazione non si struttura tecnicamente in modo che i talenti possano maturare. Tornando a Zurigo esiste la possibilità per un ribaltamento della situazione. E mi spiego. Come dettagliato nella precedente puntata, basterebbe vincere due medaglie d’oro per rientrare tra le migliori 10 performance della squadra italiana agli Europei. E questo, per tutta la nostra atletica, sarebbe una boccata d’ossigeno. Le ultime due edizioni (Barcellona 2010 e Helsinki 2012) sul campo, e quindi non dopo le squalifiche per doping, ci avevano visto uscire senza medaglie d’oro nella capitale catalana e con una sola in Finlandia. E comunque con bottini complessivi estremamente modesti.

Molti si sono spaventati per la dimensione numerica della squadra. Io credo che sia giusto dare la possibilità a tutti di gareggiare a questo livello. Se no perché ci si allenerebbe tutti i giorni, non certo per gareggiare a Gavardo! Ovviamente poi bisognerà sapere tirare le conclusioni, meno “buoniste” e più selettive possibili. Cosa mi spinge ad un minimo di ottimismo? Due aspetti tecnici combinati tra loro:

● la dichiarazione del DT Massimo Magnani il quale, dopo Rovereto, ha affermato: “… abbiamo finalizzato e gli atleti ora stanno entrando in forma e lo dimostrano i risultati degli Assoluti”;

● finalmente la data dei Campionati Assoluti, differentemente dal 2010 e dal 2012, è stata collocata a più di tre settimane dagli Europei. Gli atleti hanno avuto quest’anno la possibilità di allenarsi in preparazione dell’impegno svizzero e quindi di raggiungere in questa occasione il meglio della stagione.

E’ anche vero che su questi due fatti la struttura tecnica – che, come ho già avuto modo di scrivere su queste colonne, non condivido – si gioca tutto. Un po’ come Bearzot nel 1982 in Spagna e anche qui un “silenzio stampa” ci starebbe proprio bene.

Non va poi dimenticato che è vero che contano le medaglie ma è anche vero che, vista l’impostazione che il presidente Alfio Giomi ha dato a questi due anni di presidenza (oltre 200 atleti nelle varie Nazionali), conta anche che ogni risultato di ogni atleta sia almeno pari alle possibilità di ciascuno e, in qualche caso, anche oltre le stesse. Allora si che la spedizione potrà essere giudicata positiva e i prossimi due anni la Federazione potrà tirare le reti e puntare ai Giochi di Rio de Janeiro con maggiore sicurezza, anche se con un minor numero di atleti.

In questi ultimi giorni che precedono la partenza della squadra per Zurigo sarebbero necessari altri due ingredienti.

● Un’ iniezione di motivazione, alla Enzo Rossi per capirci, e se necessario facendo arrivare gli atleti (e i relativi tecnici) “incazzati con qualcuno” e pronti a dimostrare che sono nel giusto per quanto fatto fino ad ora. Va ricordata la seconda giornata dell’Europeo a Squadre e va cancellata dalla memoria la prova della prima. Ma oltre a questo, la motivazione deve venire dalla situazione del Paese e dalla necessità che lo Sport continui a far sventolare alto all’estero il tricolore. Non è pensabile che dei giovani di vent’anni, molti dei quali militari, non sentano questa missione e questo dovere.

● Altrettanto necessario è che dirigenti e tecnici abbiano la pazienza di indicare ad ognuno degli atleti in squadra il loro obbiettivo e anche la strategia per come arrivarci. Non basta allenarsi per vincere, ma è anche necessario sapere mettere a frutto il lavoro svolto con la testa e con le giuste strategie. La mia sensazione è che nel passato ciò non sia avvenuto, soprattutto per colpa dei tecnici.

Per questo nelle righe che seguono provo a dettagliare i “target” individuali e, in qualche caso, anche le strategie per arrivare al miglior risultato possibile. Se poi qualcuno dirà che voglio fare il DT, chi se ne frega: l’obbiettivo è ben altro. Schematizzo l’analisi dall’alto, vale a dire in ordine crescente rispetto alle possibilità di ciascun azzurro di far bene (e meglio):

Libania GRENOT - 400 m
I risultati recenti e la situazione europea dei 400 (con russe e inglesi disperse nella nebbia, e con i conseguenti dubbi sui loro risultati del passato) permettono alla Grenot di essere considerata la favorita. Non deve strafare, ma non deve neanche essere timorosa. Lei ha fatto sempre le migliori gare quando non aveva tensioni ed avversarie più forti di lei. Sarà importante la semifinale, da vincere, per avere una buona corsia in finale.

Valeria STRANEO e Anna INCERTI - Maratona
Una campionessa europea uscente e l'altra medaglia d'argento agli ultimi Mondiali, prima delle europee. Devo dire di più? C'è in palio anche una Coppa Europa, per quel che vale.

Fabrizio DONATO e Daniele GRECO - Triplo
Molinaro, elegantemente, li ha definiti "fragili come cristalli". Uno dei due cristalli, Greco, è peraltro in forte dubbio. Da parte mia, meno elegantemente di Molinaro, avrei sperato che prima di andare a Zurigo, i due fossero passati per Lourdes per farsi benedire. La concorrenza internazionale non è irresistibile. In condizioni di salute normale avrebbero fatto uno sfracello.

Eleonora GIORGI e Antonella PALMISANO - Marcia 20 Km
Hanno fatto un'ottima stagione. Le russe sovravvissute allo tzunami del doping hanno battuto la Giorgi in Coppa del Mondo in Cina di 1 e 2 secondi e la Palmisano di meno di un minuto.

Daniele MEUCCI, Andrea LALLI e Ruggero PERTILE - Maratona
Molinaro scrive: "... qualcuno dice che pure Daniele Meucci, seppure con poca esperienza, sulla distanza più lunga, possa fare il colpo". Lo speriamo tutti, ma sappiamo quali siano le difficoltà di una maratona. Io ho criticato l'anno scorso la scelta fatta di abbandonare i 10.000 che potrebbero oggi non vedere alla partenza il britannico Mo Farah, ma ovviamente spero di essere smentito. Anche qui c'è in palio la Coppa Europa, con quel che segue ...

Esaminate le possibilità da medaglie, proseguiamo con quelle da Finale.

Yadisleidy PEDROSO - 400 m ostacoli
La ceca Hejnova, dominatrice della specialità, dopo un infortunio è tornata alle gare con un risultato ancora modesto. La Pedroso ha il sesto tempo dell'anno e può ambire a qualcosa di più della finale. Anche per lei il risultato della semifinale è molto importante, per guadagnare una buona corsia nella finale che resta alla sua portata.

Staffetta 4x400 m Donne
Ha il quarto tempo dell'anno, ma c'è da attendersi il ritorno delle russe. Recentemente hanno migliorato la maniera di correre la 4x400, ma una rilettura dell'articolo di Carlo Vittori di alcuni giorni fa sulla Gazzetta, farebbe bene a tutte. Non dimentichiamo che un paese che ha una forte 4x400 potrebbe avere un'atletica consistente.

Giorgio RUBINO - Marcia 20 Km
Il Coppa del Mondo è apparso al di sotto del suo standard abituale. Viene dato in ripresa ed ha il compito di tenere alta la bandiera della marcia maschile.

Diego MARANI - 200 m 
Ha fatto, senza vento, 20"47 a Rovereto. E' tra i primi 10 in Europa, contando ovviamente tre atleti per nazione. Deve avere l'ambizione di andare in finale e con il suo tempo ce la può fare. Per lui la semifinale è la gara più importante, per cui deve spingere in batteria per poter avere una buona corsia.

Matteo GALVAN - 400 m
E' finalmente tornato ai livelli dello scorso anno, dopo un inizio di stagione opaco, Il suo 45"58 lo colloca al 12° posto europeo, ma sono tutti lì in pochi centesimi. La specialità è priva per infortunio del ceco Maslak, dominatore europeo, e si presenta aperta a qualsiasi risultato. Con 45"50 si va in finale, ma anche per Galvan è importante guadagnare una buona corsia correndo forte in batteria.

Giordano BENEDETTI - 800 m
Un talento che non sa correre tatticamente causa le lunghe leve. Speriamo che qualcuno gli spieghi come va gestita una gara "tattica". Oppure che qualcuno (alla Giovannelli o Gigliotti) trovi un accordo sul campo di riscaldamento per organizzare una gara "combinata". Lui è fra i cinque atleti italiani ad un secondo dal più longevo e glorioso record italiano, quello di Marcello Fiasconaro che nel 1973 fu record del mondo.

Paolo DAL MOLIN - 110 m ostacoli
Il 13"47 di Rovereto lo colloca al 10° posto in Europa. Il problema restano le condizioni fisiche. E' un grande agonista e lo ha dimostrato sempre nelle gare importanti.

Marco FASSINOTTI - Alto
Una gara proibitiva, vista la concorrenza. Ma lui deve puntare ad entrare tra i primi otto, se non altro per giustificare la scelta tecnica fatta. Ha gareggiato molto, forse troppo, e il periodo di riposo lo dovrebbe aver aiutato.

Giuseppe GIBILISCO - Asta
Ha la settima prestazione europea dell'anno. Nel bene e nel male, lui può fare di tutto. Ed assieme a Vizzoni ha il dovere di dare la giusta motivazione ai più giovani.

4x100 m Uomini
Nonostante la situazione disperata della velocità, può andare in finale. Ha il settimo tempo dell'anno, ma per raggiungere la finale dovrà correre ampiamente sotto i 39" di Braunschweig.

Margherita MAGNANI e Federica DEL BUONO - 1500 m
E' esaltante vederle correre. La prima è una lottatrice incredibile e la seconda un talento meraviglioso. Il ranking europeo dell'anno non le premia, ma il loro temperamento e la loro classe, consentono ad entrambe di poter raggiungere la finale. I 1500 si incrociano con gli 800 e questo dovrebbe impedire - meno male - alla Del Buono di "doppiare".

Chiara ROSA - Peso
Meriterebbe la finale e non sarebbe la prima volta. Ha l'ottava prestazione europea dell'anno. Anche da lei ci si attende un ruolo da "chioccia" nei confronti delle più giovani.

Yuri FLORIANI e Patrick NASTI - 3000 m Siepi
Nelle gare importanti si sono dimostrati coraggiosi. Possono aspirare alla finale.

Ora alcuni spunti specifici su altri nomi e situazioni.

Andrew Howe - Non lo farei gareggiare in un prova individuale. La sua presenza, il suo calvario, potrebbero essere utili ai più giovani, solo se se la sente di giocare questo ruolo. Altrimenti è meglio per lui che resti a casa.
Alessia Trost - E' meglio che resti a casa e non subisca un'umiliazione. Ma poi, a cose fatte, una riflessione seria andrà fatta.
4x100 m Donne e 4x400 m Uomini - Non meritavano di essere portate agli Europei e per questo dovranno riscattarsi sul campo, anche se l'ingresso in finale resta quasi impossibile. Nella staffetta non basta fare 2+2, serve uno spirito di corpo che fino ad oggi non abbiamo visto in questi due gruppi. Speriamo di essere smentiti.
Nicola Vizzoni - Faccia la sua qualificazione, ma soprattutto faccia il "capitano", come usa fare, usando le urla e, se nel caso, le mani.

Ed infine qualche considerazione sul resto della squadra:

Devono passare almeno il primo Turno - Obou (100), Desalu (200), Re (400), Fofana e Perini (110 ost.), Capotosti (400 ost.), Alloh (100), Amidei, Hooper e Siragusa (200), Bazzoni (400), Milani (800), Caravelli e Pennella (100 ost.). Passare il primo turno per tutti loro sarà come vincere una medaglia: per questo dovranno essere appositamente consigliati e motivati.

Devono superare la Qualificazione - Tamberi (Alto), Catania e Tremigliozzi (Lungo), Schembri (Triplo), Bruni (Asta), Vicenzino (Lungo). Si tratta per loro di entrare tra i primi 12, non sarà facile ma ci devono provare: anche questo vale quasi una medaglia.

Gli altri - I mezzofondisti e le altre mezzofondiste, i rimanenti marciatori e marciatrici, i maratoneti, i lanciatori e le lanciatrici, ognuno di loro può vincere la medaglia cercando di conseguire il miglior risultato tecnico stagionale.

In sintesi, basterebbe che almeno il 50% della squadra raggiungesse gli obiettivi esposti, perchè la Federazione  potrebbe ritenere d'aver superato l'esame Europei. In conclusione, quindi, Forza Ragazzi, smentite i pronostici non rosei, andate in campo motivati e con la chiara idea di cosa dover fare al grido di Garibaldi a Calatafimi: "Qui si fa l'Italia o si muore".

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