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CONI / Le affollate candidature ai Giochi 2024: non solo Roma

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Giovedì 11 Aprile 2014

Il presidente del CONI Giovanni Malagò ha ripreso a parlare di Roma 2024, una candidatura olimpica per la Capitale che parrebbe in contrasto con le situazioni economiche ed ambientali della città. Tanto più che anche il nuovo Governo targato Matteo Renzi ha dovuto mettere mano, per Roma, a un piano di salvataggio dal default. Come è noto, la candidatura di Roma ad ospitare i Giochi Olimpici è ormai una costante, che nel recente passato ha visto impegnati almeno tre presidenti del CONI. Sullo sfondo, o come alibi, una improbabile riedizione dei fasti di Roma 1960, quando c'era tutta un'altra Italia, per motivazioni, situazioni economiche e, soprattutto, con una classe politico/dirigenziale molto più autorevole. Ma tant'è. Prendiamone atto, in attesa del solito "dossier" dei "soliti noti" (membri CIO, past president, ecc.) con ricadute inevitabili sulle finanze pubbliche. Con la speranza, a proposito di finanze pubbliche, che siano stati almeno saldati i conti residui (4 milioni?) dell'altra mancata candidatura 2020, quella bloccata dall'allora premier Mario Monti che non vedeva sufficienti garanzie di copertura.

Tutto ciò premesso, sembra che i Giochi del 2024 (che verranno assegnati nel 2017 dalla 129. Sessione del CIO) facciano gola a molte altre città. L'ultima a farsi avanti è stata la californiana San Diego, celebre base della Coppa America. Una candidatura che va prendendo corpo anche per l'eccellente dotazione impianti che fa centro su Fiesta Island. Esiste già un Esploratory Committee che ha preparato un primo "dossier" e fissato un bugdet di 4 milioni di dollari. Sarebbero già una decina le città americane interessate, con una short list a tre che comprende Boston e Los Angeles. A quanto si apprende, il C.O. statunitense si pronuncerà entro maggio (tutte le candidature dovranno essere formalizzate nel 2015).

Ma le ambizioni più solide potrebbero essere quelle di Parigi che nel 2024 vorrebbe celebrare il centenario dei Giochi rievocati da Chariots of Fire di Hugh Hudson. Almeno in tal senso si è pronunciata la nuova ministra dello sport francese, Najat Belkacem-Vallaud, emersa dopo il terremoto delle recenti elezioni regionali. In tale prospettiva va anche letto l'incontro che Holland ha avuto, non molti mesi addietro, con il presidente del CIO Thomas Bach. Altre città che potrebbero scendere in lizza sono la sudafricana Durban (mai i Giochi in Africa) e la ricchissima Doha, new entry dello sport mondiale. Ma in questo gioco c'è anche chi esce, come Città del Messico (per "insuperabili problemi economici e strutturali"), Toronto, Berlino e la russa Kazan, almeno a stare alle dichirazioni del ministro dello sport della Federazione, Vitaly Mutko, che ha decisamente cassato ogni pretesa post-Sochi ("abbiamo fin troppa carne al fuoco").   

 

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