- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Atletica / Greco e Straneo guidano il Ranking 2013

PDFPrintE-mail

Venerdì 15 Novembre 2013

Una stagione povera, malgrado l’avvio del nuovo corso federale – che ha visto il ritorno in pista di Alfio Giomi, un veterano d’altre epoche – avesse sollevato favorevoli attese. I problemi che gravano sull’atletica italiana del “dopo-Nebiolo”, un concetto un po’ frustro, ma che a più di vent’anni ha ancora una sua validità, restano molteplici. Aggravatisi negli ultimi due quadrienni per la fallimentare conduzione di Francesco Arese, premiato addirittura dal CONI con l’assunzione al soglio di Giunta. La crisi si muove lungo tre direttrici, senza voler tener conto delle molteplici responsabilità tecniche, pure pesanti: a) un calo vertiginoso della popolarità della disciplina e un azzeramento delle vocazioni; b) la carenza di talenti di primo piano, almeno a livello europeo; c) la continua emorragia di elementi promettenti e un serie sospetta di infortuni. Il combinato-disposto di questi tre fattori sta creando uno scenario tutt’altro che esaltante. Una tendenza che pare difficile invertire. Anche alla luce di abbandoni della nave-FIDAL: come dicono le recenti uscite dall’apparato di storici elementi di riferimento come Anna Riccardi (chiamata alla Preparazione olimpica) e Rita Bottiglieri (passata all’Istituto di Medicina).

Tutto ciò premesso, la stagione – transitata attraverso un difficile Mondiale – ha comunque fornito le sue indicazioni. Al primo posto del nostro Ranking troviamo così lo sfortunato Daniele Greco e la sorprendente Valeria Straneo (conferma del 2012). L’elemento giovane in assoluto resta la friulana Alessia Trost, a lungo capofila mondiale dell’alto, sulla quale si può ragionevolmente scommettere per Rio 2016. In crescita anche i ritrovati Matteo Galvan e Veronica Borsi, costretta però quest’ultima a un continuo slalom tra gli infortuni.

Qui di seguito, il dettaglio per i migliori 5 (maggiori informazioni su TOP TEN):  

● Uomini
1. Daniele GRECO (Triplo) – Il 17.70 con il quale ha vinto il titolo europeo al coperto lo colloca al secondo posto nelle graduatorie mondiali dell’anno, alle spalle del rientrante Teddy Tamgho che ha colto l’occasione dei Mondiali per superare, terzo uomo al mondo, i 18 metri (18.04). In quell’occasione è venuta a mancare proprio la sfida dell’anno, tra Greco e Tamgho, causa un nuovo infortunio del nostro nel riscaldamento della qualificazione. Una disdetta che ha privato Greco di una grande possibilità. In calo dopo la stagione indoor, aveva ripreso quota in vista di Mosca imponendosi nei GdM di Mersin (17.13) e impegnando Christian Taylor nella DL di Montecarlo (17.25 contro i 17.30 del campione olimpico di Londra). Poi l’infortunio.

2. Nicola VIZZONI
(Martello) – Ancora finalista ai Mondiali – alla sua nona presenza iridata, nessun italiano come lui – ha chiuso la gara in settima posizione con il miglior riscontro stagionale (77.61). In un’annata povera di eventi, solo terzo ai GdM, ha gareggiato con meno frequenza del solito, con un rendimento attestatosi sui 74 metri. Ma se è vero che la vita comincia a 40 anni …

3. Matteo GALVAN
(400) – La sorpresa dell’anno. Ha messo a profitto il periodo trascorso negli USA, riprendendo a 25 anni la strada del progresso. Ha migliorato tre volte il “personale” che risaliva al 2009 (45”86): prima con 45”59 a Mersin in giugno, poi col 45”39 in batteria di Mosca in agosto, infine col 45”35 di Bruxelles a settembre, in una delle finali della DL. Ai Mondiali si è battuto con coraggio raggiungendo la semifinale, ma chiudendo in affanno. Nelle liste di fine anno lo precedono solo cinque europei. A fine stagione, a riprova dei progressi, ha corso i 200 in 20”50, decimo italiano di sempre sulla distanza.

4. Silvano CHESANI
(Alto) – Molto brillante all’inizio di stagione, ha portato il primato nazionale indoor a 2.33 superando la misura agli assoluti di Ancona. Eguagliando così il limite all’aperto fissato da Marcello Benvenuti nel lontano settembre 1989. Ma, a differenza di Benvenuti, che per il resto non ha fatto meglio di 2.27, è stato piuttosto regolare sulla soglia dei 2.30. Il suo miglior riscontro all’aperto resta un 2.31 superato all’inizio di giugno. Più attivo all’estero che in Italia (è stato assente anche ai tricolori), a Mosca ha mancato di poco la finale, così come era accaduto agli Euroindoor svedesi.

5. Giordano BENEDETTI
(800) – Aveva fatto sensazione il suo 1’44”67 ottenuto in giugno al Golden Gala, tempo che gli vale la sesta posizione nella lista all-time italiana. Non tanto per il tempo, pur rispettabile, quanto per l’autorevolezza mostrata nel finale di gara. Ma il prosieguo della stagione (ha corso 15 volte la distanza) non ha dato ragione alle attese sollevate. Con un rendimento altalenante e riscontri cronometri, in alcuni casi, francamente deludenti. Non per nulla il suo secondo miglior risultato si colloca 2” oltre il nuovo “personale”. A Mosca, dopo una brillante batteria, è scomparso in semifinale (come era già accaduto agli Europei al coperto).

● Donne

1. Valeria STRANEO (Maratona) – Quello che non t’aspetti, si potrebbe dire (anche se molti tecnici, dopo la “mezza” ai GdM, la pronosticavano sul podio iridato). Già protagonista a Londra, dov’era stata a lungo in testa, si è ripetuta e migliorata a Mosca, guidando la corsa fino a pochi chilometri dallo stadio. Una medaglia d’argento, la sua, che mancava da sei anni e che, da sola, illumina tutta la vetrina 2013 dell’atletica italiana. Il quinto posto di New York non ha fatto che confermarla tra le migliori al mondo. Le sue vicende personali sono già un film appassionante che potrebbero riservare ancora un finale a sorpresa (Rio?).  

2. Alessia TROST
(Alto) – Terza italiana oltre i due metri, nell’inverno si è ritagliata un ruolo di primo livello nel panorama mondiale dell’alto. Per di più, prima di aver compiuto i 20 anni. Facile pronosticare che il futuro della specialità, non solo in chiave italiana, parlerà a suo favore. Non tanto per il livello tecnico raggiunto, pure notevole, quanto per la convinzione nei suoi mezzi che la sorregge. Ha forse gareggiato troppo (18 le sue uscite in pedana), mettendo tuttavia in bacheca un assieme di risultati di pregio: titolo europeo U-23, quarta agli Euroindoor, settima ai Mondiali, a lungo in predicato per una medaglia, malgrado l’inesperienza alle grandi competizioni.  

3. Elisa RIGAUDO
(Marcia 20 km) – Su Elisa si può sempre contare. Dopo il settimo posto di Londra, è arrivato il quinto di Mosca. Non per nulla è rimasta lei la punta di un settore, un tempo trainante, e che pare oggi risentire fin troppo della vicenda Schwazer. Anche per motivi squisitamente tecnici (l’abbandono di Damilano?). In una stagione finalizzata solo alla gara ridata e i suoi 33 anni, Rigaudo ha mostrato un miglioramento sul ritmo, scendendo due volte sotto i 43’ sui 10 chilometri in pista.

4. Veronica BORSI
(100 ost.) – Ha riscritto il limite nazionale correndo in 12”76, in una gara nella quale ha superato Marzia Caravelli, già primatista con 12”85. Il suo miglior periodo ha coinciso con il mese di giugno, nel corso del quale ha compiuto diverse incursioni in DL (sotto i 13” anche al Golden Gala). A Mosca si è presentata in non eccellenti condizioni fisiche, arenandosi in batteria (a differenza di Caravelli che, come a Londra, ha raggiunto le semifinali).

5. Libania GRENOT
(400) – Dopo un inverno trascorso in Florida, ha ritrovato sul “giro” un passo accettabile tornando vicino al rendimento del 2009. A Mosca, correndo in 50”47 (a 17/100 dal “personale”), ha mancato una finale che avrebbe meritato, anche per una nuova convinzione all’impegno. Per il resto, ha gareggiato molto, anche sui 200 (23”17 il miglior riscontro), attestandosi su un rendimento costante al di sotto dei 52”.  

Cerca