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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Amarcord / Quella prima volta dello Zauli Memorial ...

Lunedì 25 marzo 2013

amarcord

Nel prossimo dicembre cadrà il cinquantenario della morte di Bruno Zauli, il più colto uomo di sport che l’Italia abbia avuto. Si deve in gran parte a lui – atleta, medico, giornalista, dirigente, pedagogista, scrittore – la celebrazione dei Giochi Olimpici di Roma ’60. Ma, soprattutto, la ricostruzione dello sport italiano spazzato dalla guerra, il cui traguardo più luminoso (e perduto) resta l’ingresso dello Sport nella Scuola. Molti furono gli attestati per onorarlo dopo la morte – dalla dedica a suo nome della Scuola di Formia alla intitolazione della Coppa Europa – ma, sul piano agonistico, a ricordarlo fu solo il CUS Roma con un meeting organizzato all’Acquacetosa, la casa dell’atletica romana, il 27 settembre 1964, a dieci mesi dalla scomparsa.

Un meeting alla buona e senza soldi, quello Zauli Memorial, che nella immediata vigilia di Tokyo ospitò pochi atleti di primo piano. Il risultato di copertina fu per Janusz Sidlo che nel giavellotto raggiunse 85.09. Tito Morale corse sugli ostacoli in 51”4 (il giorno prima, Frinolli aveva chiuso in 50”6 durante un incontro tra Roma e Belgrado). Ma quello che più contava era l’aver ricordato Zauli nella maniera che più, forse, avrebbe gradito: sul campo e tra gli atleti. La piccola tribuna a gradoni era affollata come non era mai capitato prima. C’erano la signora Zauli con i figli, i ministri Gui (Istruzione) e Corona (Turismo), il nuovo segretario del CONI Saini, il presidente della FISU Nebiolo, quello del CUSI Lojacono. Sul campo, ad orchestrare microfono in pugno, Luciano Barra, con a fianco (come nella foto) Mario Pescante che presiedeva la sezione atletica del CUS.

L’anno seguente il meeting venne replicato ai Marmi (e qui, con l’80.89 di Franco Radman davanti a Sidlo, e i 5.00 metri di John Pennel che, come insegnò Barra, “si pronuncia Pennél” …). Poi il meeting del 1969, ancora all'Acquacetosa ma spalmato in due giornate. Infine, nel 1970 lo Zauli emigrò all’Olimpico. Intanto erano apparsi i manifesti di Marco Sbernadori (“che ormai stava a Milano”…) e il pamphlet di presentazione (“come non ce n’erano mai stati”…) ideato da chi scrive e dallo scomparso Nico Pacilio, appena rientrato da Berkeley (con foto di Enrico Spinozzi e Michele De Lauretis). Era il CUS Roma di quegli anni, tra malcelate ambizioni e sofferti abbandoni. Poi, come tutti i ricordi di gioventù, il Memorial Zauli finì nel baule dei ricordi. E lentamente uscì dalla memoria.

Per chiudere su quegli anni, si può ancora rileggere da una pagina che Alfredo Berra affidò a quell’opuscolo. Scriveva il “profeta”:

“[...] Vecchi paíni del CUS Roma, era bello il gioco che facevamo una volta tra noi, quando non cercavamo gente che ci guardasse ed anzi meglio volevamo che nessuno ci guardasse perché c’era poco di bello da vedere ma bisognava invece sentire, vivere, forse un poco patire … Che razza di compito, vecchi paíni ambasciatori in public-relations (Gualtieri), addirittura scienziati (Funiciello & Pacilio), demiurghi costretti a soffrire per la fatica di non dover soffrire (Spinozzi), trafficanti in tutto e adoratori dell’animo (Lo Giudice e Bragaglia), vi state sobbarcando? Far diventare atletica = gioventù, far diventare atletica = spettacolo. Il conseguimento esatto di tali equazioni, già difficile, si potrebbe pur tentare se, in questa battaglia, ci fossero nemici e quindi esistessero possibilità di vittoria. Per fortuna la sconfitta ce l’abbiamo già da prima, nel sangue. Siamo mitridatizzati. Contro la stoltezza, contro la noia, contro la corruzione banale, contro l’inutilità di qualsiasi lizza. Però una causa, quando si sa che è persa, stimola. […] Direi di andare avanti. Chissà perché mi viene in mente Salussoglia, figlio del capostazione di Chivasso, mio compagno di banco: era calmo e svitato, lentissimo nel dare pugni ma l’ultimo pugno era sempre il suo”.


1° Memorial Zauli
Roma, AA – 27 settembre 1964

100 m – 1. Ottolina 10”5; 2. Giannattasio 10”7.
200 m – 1. Ottolina 21”0.
800 m – 1. Schiavi 1’51”4.
1500 m – 1. F. Bianchi 3'52”1.
5000 m – 1. Farcic (Yug) 14’34”6.
110 m ost. – 1. Cornacchia 14”4.
400 m ost. – 1. Morale 51”4; 2. Cvar (Yug) 53“5.
4x100 m – 1. Nazionale (Sardi, Preatoni, Giani, Ottolina) 40”2.
Svedese – 1. Università Roma 1’59”3.
Alto – 1. Vivod (Yug) 2.06; 2. Zamparelli 2.03.
Asta – 1. Arapovic (Yug) 4.60 (4.72, annullato); … 3. Dionisi 4.40.
Triplo – 1. Schmidt (Pol) 15.81.
Peso – 1. Meconi 18.13.
Disco – 1. Grossi 52.41; 2. Rakic (Yug) 51.92.
Giavellotto – 1. Sidlo (Pol) 85.09; 2. Radman 76.71; … 4. C. Lievore 72.91.

АЛЬБАКОРОВ ЛОВЯТ УДОЧКОЙ Катамаранцы "Измените свой мозг - изменится и жизнь!"с таким интересом следили за маневрами меч-рыбы, что "Графиня Гизела. Наследница"почти совсем забыли "Братья Карамазовы"о своем горестном положении.

Конечно, разобрались, сказал Олег Николаевич.

Но ты-то отнесся к "Окружающий мир. 4 класс. Учебник для общеобразовательных учреждений. В 2 частях. ФГОС"этому не так легко!

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Иногда, "Паразитарные болезни плотоядных животных"скота">Парагрипп-3 крупного рогатого скота"ответил "Паратуберкулез"я, чувствуя, что между нами уже почти "Парвовиросный энтерит"разверзлась громадная пропасть.

Я остался с "Парвовирусная инфекция телят"ним в момент приземления, затем последовал в келью, где его заперли.

Протестующий голос Джоукли тоже стал неразборчивым и напоминал теперь лепет ребенка.

Дживс, у нас нет времени плести хитроумные интриги и проявлять змеиное коварство.

 

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