CONI / Convivenza possibile tra CONI e CONI Servizi?

Giovedì 21 febbraio 2013

Mentre si va posando la polvere sollevata dalla rovinosa caduta di Pagnozzi (50 a 26 per lui davano le previsioni dei suoi …) e in attesa che Giovanni Malagò si assesti sulla poltrona di presidente (prima uscita: all’estero, Euroindoor di atletica), gli analisti cercano di capire cosa sia realmente accaduto al Foro Italico. E, soprattutto, cosa si prepari ad accadere. Uno scenario di difficile interpretazione, stante le situazioni consolidate. Che muovono, nello specifico, dalla convivenza obbligata tra gli uomini e le donne del CONI “istituzionale”, cioè dagli eletti a pieno titolo per il quadriennio, e coloro che siedono al vertice della CONI Servizi, la struttura operativa che gestisce dipendenti e cassa pubblica dello sport. Che, guarda caso, sono Giovanni Petrucci e Raffaele Pagnozzi, i due sconfitti di questa tornata elettorale i quali, salvo errori, resteranno in carica fino al 30 giugno 2014. Un periodo che comprende, ove non si fosse notato, i Giochi Invernali di Sochi. E allora?

Quel polverone sta a ricordare, come scrive “la Repubblica”, “che un certo modo di concepire lo sport come se fosse una casta o un partito politico vecchia maniera, era ormai superato”. Ma la battaglia elettorale, perché tale è stata, si è consumata lasciando molte scorie. Personali, si spera di no, ma con un rischio che le stesse possano inceppare il funzionamento di tutto l’apparato. Chiamato, invece, con la nuova Giunta – nata all’insegna di un rinnovamento profondo di persone e di idee (solo tre su 18 sono i “vecchi” componenti …) – a imprimere una svolta epocale a tutto il sistema-sport in Italia. Da molti anni rallentato da tensioni della più vara natura e afflitto da crisi di vocazione e riflusso giovanile. Appena temperato dall’apporto limitato dei ragazzi di “nuova cittadinanza” (non ci piace la locuzione “nuovi italiani”, che ha un vago sapore razzista). Tutto questo richiederà una convivenza produttiva e limpida tra CONI e CONI Servizi. Ma sarà possibile, al di là degli auspici?

Chi conosce il Palazzo H sa che i vertice delle due strutture siedono entrambi al piano nobile, separati dallo scalone d’onore: corridoio di destra per il CONI storico (che il prossimo anno celebrerà il Centenario), corridoio di sinistra per la CONI Servizi costituita, una decina di anni fa, dal super-Ministero dell’Economia (Tremonti) che ne anche l’unico azionista. Se non proprio un’anomalia, ora CONI Servizi (che in molti, negli anni passati, avrebbero voluto sciogliere) andrebbe ridefinita nei compiti e nelle competenze per evitare il rischio che Malagò e il suo governo si trovino a sedere su una scatola vuota. Per di più la posizione del suo presidente Petrucci è doppiamente imbarazzante dopo che lo stesso – lasciata la presidenza del CONI dopo 15 anni – è tornato a presiedere la federbasket, organo che economicamente dipende dalla CONI Servizi. E allora?

Scriveva qualche mese fa Sergio Rizzo, un osservatore che di “caste” se ne intende, a proposito proprio delle elezioni e dei vertici della CONI Servizi: “L’identik del nuovo presidente è già tracciato, come in ogni successione dinastica che si rispetti. Si tratta di Raffaele (Lello) Pagnozzi, classe 1948, attuale segretario generale del CONI. Lo è dal 1993. E’ rimasto in carica così a lungo da ritrovarsi anch’egli pensionato. Non solo: da quando CONI Servizi è stata costituita, lui ne è l’amministratore delegato. Guida in tandem con Petrucci un consiglio di amministrazione costruito con il bilancino della politica più stantia, Con loro, oltre al settantaduenne Romolo Rizzoli, da vent’anni presidente della federazione bocce, ci sono Claudio Gallo, in quota Lega Nord, e Riccardo Andriani, ex amministratore delle società immobiliari di Alleanza Nazionale, un passato nel Fronte della gioventù. Nel collegio sindacale non poteva quindi mancare l’onnipotente Antonio Mastropasqua, designato presidente dell’INPS dal governo di Silvio Berlusconi”.

Come andrà a finire, staremo a vedere da lontano. Ma di una cosa siamo convinti. Non sarà certo la convivenza tra CONI e CONI Servizi il primo nodo che il nuovo governo – quello politico – sarà chiamato a sciogliere, ma un minimo di attenzione la vicenda dovrebbe pur richiederla. Per rispetto al buon senso e, perchè no, al coraggio di Giovanni Malagò.