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CIO / L'Esecutivo mette alla porta la Lotta, lo sport piu' antico!

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Giovedì 14 febbraio 2013

Difficile crederlo, ma bisogna prenderne atto. L’esecutivo del CIO – quindici membri dei quali bisognerà tenere a mente i nomi – riunito nei pressi di Losanna martedì scorso, ha escluso la Lotta dal programma dei Giochi del 2020. Come dire, dopo la corsa, lo sport più antico dell’umanità, entrato a far parte del programma di Olympia sin dal 708 a.C. (quel primo torneo, nella 18ª Olimpiade, venne vinto da Eurybatos di Sparta). Nella riesumazione dei Giochi, nel 1896, il barone de Coubertin volle la Lotta tra le nove che formavano il programma delle prime Olimpiadi moderne. Rispettando la tradizione, nella antica versione Greco-romana cui, nel 1920, si aggiunse la Libera. Una brutta notizia, che si traduce in un insulto alla storia e, perché no, in uno sberleffo all’arte che per tre millenni si è ispirata a questo nobile esercizio.

Che dire? Le nostre idee sul CIO e sugli uomini che oggi lo guidano (a settembre il belga Jacques Rogge passerà la mano al successore già designato, il tedesco Thomas Bach) le abbiamo espresse più volte. Ma crediamo che questa volta la decisione presa sia andata oltre ogni pessimistica attesa. Quasi, si fa per dire, sconfinando nella farsa. Anche se per la Lotta resta socchiusa la porticina della riammissione: infatti, nel prossimo settembre, a Buenos Aires, quando la 125. sessione del CIO, oltre che assegnare l’organizzazione dell’edizione 2020 a una città tra Istanbul (la favorita), Madrid e Tokyo, sarà chiamata a scegliere uno sport da ripescare tra gli otto in attesa (e fra lora ora scende la Lotta).

Ma andiamo per ordine. L’esecutivo ha stabilito l’elenco dei 25 sport ammessi di diritto ai Giochi. Tra tratta, per la precisione, di Atletica, Badminton, Basket, Calcio, Canoa, Canottaggio, Ciclismo, Handball, Hockey, Judo, Equitazione, Ginnastica, Nuoto, Pallavolo, Pentathlon moderno, Pesistica, Pugilato, Scherma, Taekwondo, Tennis, Tennistavolo, Tiro, Tiro con l’arco, Triathlon, Vela. In effetti le discipline sono di più: si pensi al Nuoto che comprende almeno cinque discipline (nuoto in corsia, nuoto in acque libere, nuoto sincro, pallanuoto e tuffi) o alla Pallavolo che ingloba il beach-volley o alla Ginnastica che coniuga Artistica, Ritmica e Trampolino. E così via. In chiave italiana, poi, vengono messe sullo stesso piatto olimpico Tiro a segno e Tiro a volo.

Un escamotage che consente oggi ai soloni del CIO di illudersi di aver contenuto il numero “storico” per poter aprire alle ambizioni dei cosiddetti “nuovi sport”, molto sponsorizzati dalle TV, i cui soldi sostengono tutto l’edificio. L’esclusione della Lotta – per ora solo una raccomandazione all’assemblea, ma che difficilmente verrà disattesa – permette ora di aprire la strada a qualcuna delle discipline in attesa (senza dimenticare che per il 2016 sono già state ammessi Golf e Rugby a 7). In panchina, con vari livelli di ambizioni e coperture, si trovano Arrampicata (sic!), Baseball/Softball (due sport totalmente differenti, ma con molta fantasia riuniti sotto uno stesso ombrello), Karate, Rotelle, Squash fino agli improbabili Wakeboarding e Wushu.

Nel prossimo maggio, a San Pietroburgo, i responsabili della FILA – la federazione internazionale della Lotta – dovranno scendere a patti con queste discipline per contendersi l’unico posto utile per il 2020. Con buona pace di Milone di Crotone e del barone de Coubertin.
Se tutto questo può leggersi come un autogol da parte del CIO, si tratta certamente del più clamoroso di tutta la millenaria storia olimpica.  

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