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Basket / Il rilancio di "Azzurra" e i nuovi equilibri federali

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Martedì 27 novembre 2012

di SANDRO AQUARI

Sabato scorso, presenziando all’ultimo Consiglio della Federazione Italiana Pallacanestro, Dino Meneghin ha simbolicamente chiuso un altro capitolo della sua vita “tra i cesti”, quello che stavolta ha consumato da dirigente n.1 della Federazione. La sua esperienza da presidente, durata quattro anni, gli ha dato certo meno soddisfazioni di quelle attese, e figuriamoci quante poche rispetto a quelle da atleta, visto che Meneghin deve essere considerato il più forte giocatore che il nostro basket abbia mai avuto. Non è un caso che sia l’unico italiano inserito nella prestigiosa Hall of Fame di Springfield, dove in verità sono stati ammessi anche Cesare Rubini e Sandro Gamba, ma per altri meriti per quanto importanti.

Durante il Consiglio Federale, Meneghin ha ringraziato tutta la struttura che per quattro anni l’ha sostenuto tra non poche difficoltà. Meneghin lascia la poltrona, tutt’altro che comoda, a un personaggio che sa bene come ci si siede sulle poltrone. Infatti, all’Assemblea elettiva del 12 gennaio verrà eletto nuovo presidente della FIP Gianni Petrucci che di questa nobile Federazione è stato segretario dal 1977 al 1985 e già presidente dal 1992 al 1999, prima di insediarsi al Foro Italico come n.1 del CONI. Consumati quattro mandati, ora Gianni Petrucci non è più eleggibile e, piuttosto che occuparsi solo di San Felice Circeo, località di cui è stato eletto sindaco mesi fa, ha deciso di tornare al suo vecchio amore. D’altra parte il basket italiano ha bisogno, in questo momento, di un personaggio di carisma e di solida esperienza per poter rilanciare il movimento soffocato dagli interessi delle Leghe e da un calo vistoso di visibilità, dovuta anche alla crisi economica, che ha declassato il nostro campionato con la perdita di giocatori di alto livello oltre che di società storiche (per tutte ricordiamo la Benetton Treviso e la Fortitudo Bologna).

C’è un intero movimento da rivitalizzare e da ristrutturare con la speranza che Petrucci possa trovare appoggio, oltre che da un consiglio compatto dove si è candidato anche un uomo d’intelligenza e creatività come Valerio Bianchini, anche e soprattutto dai risultati della Nazionale maggiore. Qui le premesse sembrano buone. “Azzurra”, come viene chiamata un po’ retoricamente la squadra nazionale, dopo lo straordinario argento olimpico di Atene 2004, ha avuto una flessione pesante non riuscendo a qualificarsi né ai Giochi Olimpici del 2008 né a quelli londinesi di quest’anno; al Mondiale del 2006 è finita solo nona, mentre è stata esclusa da quello del 2010. Né meglio è andata agli Europei dove ormai è cresciuto a dismisura il numero delle nazioni competitive dopo lo sgretolamento di paesi come la Jugoslavia e l’URSS che da sempre avevano fatto del basket una vetrina importante del loro movimento sportivo. L’Italia è giunta appena nona nelle edizioni del 2005 e 2007, non ha centrato la qualificazione nel 2009 e si è classificata addirittura tredicesima nel 2011, nonostante la presenza in squadra di due giocatori, Andrea Bargnani e Marco Belinelli, approdati, ormai da alcune stagioni, assieme a Danilo Gallinari, nella NBA.  

Un nuovo campionato europeo attende l’Italia e Petrucci il prossimo anno: si disputerà in Slovenia dal 4 al 22 settembre e vedrà impegnate 24 squadre. L’Italia si è qualificata disputando, sotto la guida di Simone Pianigiani, un torneo impeccabile: otto vittorie su otto partite, pur in assenza di Bargnani e Belinelli, compensata dalla presenza di un Gallinari che ha saputo proporsi da leader anche nel basket “made in Europa”, spesso assai diverso da quello NBA, adattamento che non era riuscito a Bargnani e Belinelli.

Dopo aver esaurito il suo ciclo d’oro a Siena, Simone Pianigiani, che è approdato a quella nuova Mecca del basket (e della pallavolo) che è ormai la Turchia, potrà contare in Slovenia su una formazione dove, con i tre nostri giocatori NBA (per la prima volta Gallinari, Bargnani e Belinelli dovrebbero essere assieme in azzurro) potrà inserire un gruppo di giovani di sicuro talento, alcuni reduci dall’argento vinto due stagioni or sono nell’Europeo Under 20. La crisi del campionato, con l’arrivo di molti stranieri di livello non eccelso, ha permesso quello che non sempre era riuscito nelle ultime stagioni: dare più spazio ai migliori italiani. Come dire, non sempre tutto il male viene per nuocere.

Il 18 novembre scorso, nelle Grotte di Postumia, sono stati sorteggiati i gironi della fase finale. All’Italia non è andata benissimo avendo pescato Russia e Grecia dalle fasce superiori e le più forti delle fasce inferiori: Turchia e Finlandia, oltre che Svezia. In compenso la scelta della sede della prima fase ha regalato un sorriso: gli azzurri giocheranno a Capodistria, a due passi dal confine. L’Europeo sarà la strada obbligata per riuscire a partecipare al Mondiale (dalla prossima edizione ribattezzato Coppa del Mondo: Calcio docet …) che si disputerà nel 2014 in Spagna. Vi andranno le prime sei, senza considerare la Spagna qualificata di diritto come paese ospitante. Finire tra le prime sei non sarà facile, ma non impossibile. Pianigiani stavolta avrà problemi di scelta, soprattutto in alcuni ruoli: con i tre “americani” la rosa dovrebbe comprendere coloro che hanno formato lo zoccolo duro della squadra uscita imbattuta dalle qualificazioni: i play Giuseppe Poeta (1985), Andrea Cinciarini (1986), Daniele Cavaliero (1984); le guardie Daniel Hachett (1987), Pietro Aradori (1988); l’ala Luigi Datome (1987, il miglior giocatore italiano del campionato in corso); i centri Marco Cusin (1985) e Angelo Gigli (1983). A questo gruppo si aggiungeranno il figlio d’arte Alessandro Gentile (1992, guardia, erede del grande Nando) e l’ala-centro Nicolà Melli (1991).

Ma Pianigiani, pur da lontano, ha gli occhi anche su altri due giovani: Andrea De Nicolao (play del 1991) e Achille Polonara (ala, anch’egli del 1991), quest’ultimo il giocatore italiano più in crescita di questa prima parte del torneo dove sta emergendo proprio la sua squadra, la storica Varese. Forse da anni la Nazionale non aveva a disposizione un gruppo così folto, omegeneo, giovane e in sicura crescita. Il più vecchio tra i citati è Gigli del 1983, anche se non bisogna dare per scontato l’esclusione di due veterani come capitan Stefano Mancinelli (ala, 1983, purtroppo ancora senza squadra) e addirittura del 33.enne Tomas Ress, lungo atipico, che con Siena sta disputando un campionato, e una Euroleague, inattese per rendimento e autorevolezza.

E’ vero che oggi nel basket moderno i ruoli sono andati un po’ a farsi benedire, ma in una squadra pivot e play rappresentano pur sempre due punti di riferimento imprescindibili e all’Italia sembrano mancare proprio un vero pivot di peso e di caratura internazionale (Bargnani non lo è; Cusin migliora, ma può non bastare) e un play di sicuro rendimento. Ma per quanto riguarda il “regista” è probabile che la “toppa” la possa mettere Mr. Travis Diener, play di Sassari, nato in America, con un discreto passato nella NBA. La moglie, con nonni italiani, ha già preso la nostra nazionalità e anche il marito ha avviato le pratiche per diventarlo e rendersi disponibile per “Azzurra”. Diener, oltre che un ottimo tiratore, è uno straordinario assistman e all’Italia certo non mancano i giocatori che hanno punti nelle mani.

Buona fortuna, presidente Petrucci!

 

Так говорило мне "Правоохранительные органы Уч. пос." сердце, и это вливало в "Жаркая луна" меня мужество и уверенность.

Но ведь он являет собой отрицательную "Антипословицы русского народа" силу, противостоящую силам добра.

Позднее, когда дым немного рассеялся, начался "Кинокава" суд над изменниками.

Больше помалкивали, обмениваясь пляжными "Римские легионеры 58г. до н. э. - 69 г. н.э." репликами, потом исправно заснули, "КН Английский словарь" потеряв представление о пространстве и времени.

отозвался скрюченный человечек.

Всадник подъехал к повозке и "Сервантес Дон Кихот 2тт" велел пеону остановиться; мелодичный "Полубрат" голос сразу же выдал во всаднике женщину, а "Конек-горбунок" нежные щеки, шелковистые волосы и тонкие черты "Ожерелья 30 различных дизайнов" лица свидетельствовали о том, что это настоящая сеньорита.

 

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