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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Atletica / Si chiude con i triplisti e pochi altri

Lunedì 13 agosto 2012

A luci spente, ma ancora calde, si può azzardare un primo bilancio della nostra atletica ai Giochi. Il presidente del CONI ha lasciato la scena con un’altra delle sue frasi: dopo l’azzardato “siamo noi a dettare lo spread al mondo dello sport”, ecco un più misurato “siamo nel G8 dello sport” (per la verità, saremmo un paio di caselle più dietro, vito che Australia e Giappone hanno vinto molte più medaglie di noi). Ma dal momento che il gioco prevede solo il conteggio di quelle d’oro, contentiamoci pure. Nell’euforia del momento, non si è tenuto però conto che dal computo manca l’apporto delle discipline più importanti, quelle che fanno la spina dorsale di un paese che, come il nostro, investe più di altri nello sport. Tra gli sport meno presenti, sia pure in buona compagnia, si colloca porprio l’atletica. Sulla quale si è anche abbattuto con effetti dirompenti il ciclone Schwazer, una vicenda tragica che minaccia di trascinarsi a lungo, tra inchieste e rimbalzi di responsabilità. Perfino l’allenatore tradito – Sandro Damilano – chiede ora al CIO di riaprire i controlli anche su Pechino 2008, quando il marciatore si laureò campione olimpico.

E’ indubbio che la FIDAL contava molto su Schwazer il quale, nei test di primavera – ricostruito nelle motivazioni mentali da Michele Didoni –, aveva fornito segnali di grande vitalità. Nel giro di una settimana, a marzo aveva marciato le due distanze in 1h17’30” (record nazionale) e in 3h40’58”, tanto da annunciare di volersi schierare su entrambe ai Giochi. Proposito rientrato, si è detto, causa una febbriciola. Poi tutto è naufragato nell’inchiesta Wada e nella conseguente sospensione. Già priva di Antonietta Di Martino e di Andrew Howe, due assenze che hanno sollevato polemiche non ancora sopite, la squadra di atletica perdeva d’improvviso la sua carta migliore. Con indubbi contraccolpi sul morale generale. Partendo da questi elementi, abbiamo provato a stilare una graduatoria degli azzurri visti a Londra.

Tra gli atleti da vetrina, restavano solo i triplisti, le cui prestazioni sono andate oltre le attese più ottimistiche. In una inedita sfida USA-Italia, Fabrizio Donato è salito sul podio, battendosi con coraggio contro gli avversari, ma soprattutto contro gli acciacchi del fisico e dell’età. Alle sue spalle la conferma del 23.enne Daniele Greco che, pur alle prese coi crampi, ha battagliato con il piglio del veterano e che ora costituisce una certezza assoluta. Un quarto posto olimpico, il suo, che è già una grossa ipoteca per il futuro.

La successiva citazione è per una eccellente Elisa Rigaudo – al record stagionale in una prova che ha visto la ventenne Elena Lashmanova demolire il mito della marcia femminile, Olga Kaniskina, privandola anche del limite mondiale. In questa gara, la mammina piemontese ha retto il campo con giudizio classificandosi settima, prima delle “altre” alle spalle di tre russe e tre cinesi. Sulla sua scia la rivelazione Eleonora Giorgi che divide il suo tempo tra la Bocconi e la marcia, e con molto profitto a giudicare dal 14° posto finale, confortato da un limite personale migliorato per la terza volta consecutiva negli ultimi mesi.

Altre note confortanti sono giunte dalla Maratona. In quella femminile – tre atlete alla partenza con scelta non facile – coraggiosa prova di Valeria Straneo che ha condotto in testa fin dopo metà gara. Avrebbe potuto tenere il ritmo anche quando le africane hanno accelerato. Ha anche provato, ma è stata frenata da un fastidioso malessere intestinale. Dopo aver meditato di fermarsi, ha proseguito presentandosi al traguardo in ottava posizione, con il secondo “tempo” in carriera. Una prestazione di rilievo per una fondista giunta alla ribalta nazionale solo a 35 anni. Al maschile, la gara ha visto il bel rientro di Ruggero Pertile, decimo all’arrivo e ancora pieno di motivazioni malgrado sia prossimo ai 40. Se è vero che – malgrado il ricco menù proposto – la maratona abbia inaridito le riserve di corridori italiani, la spinta di questi due non giovanissimi atleti potrebbe fornire un esempio trainante.

Poco altro per il resto. Nicola Vizzoni ha fatto la sua parte, raggiungendo la terza finale olimpica sulle quattro partecipazinoni collezionate in carriera. Sulla pista il miglior risultato è stato di Elena Romagnolo, finalista di un lento 5000 che ha addirittura condotto in testa per un bel tratto. Poi il siepista Yuri Floriani, anche lui finalista dopo una validissima batteria. Gli ostacolisti Emanuele Abate e Marzia Caravelli hanno raggiunto le semifinali, con qualche rimpianto per il genovese escluso per poco. Infine le due staffette – la 4x100 maschile e la 4x400 femminile –, entrambe eliminate in batteria. Dalla staffetta veloce, che una volta tanto ha imbroccato i cambi, non si poteva pretendere di più, visto il livello delle altre squadre e, soprattutto, la velocità di base dei nostri. In quella femminile, mai in corsa per la qualificazione, è parso irritante l’atteggiamento di Libania Grenot, da subito rinunciataria. La cubana dà l’impressione che ogni volta che corre la si debba ringraziare. In ogni caso, ha raggiunto la semifinale nell’individuale, pur senza eccitazione.

In una squadra per lo più formata da ultra-trentenni ha fatto piacere vedere il ventenne José Bencosme battersi fino alla semifinale, dopo aver corso in 49”35 la batteria. Risolti gli automatismi di ritmo tra le barriere, il ragazzo arrivato dai Caraibi non potrà che crescere, dal momento che grinta e spavalderia non gli fanno difetto. Come non mancano a Gianmarco Tamberi, il campione italiano di alto incappato in una giornata storta. Avrà tempo di rifarsi.

 

Дара "Песчаный дьявол. Том 2"Вортингтон не имела ничего против "Забавные постройки для вас и ваших детей: дома на деревьях, хижины, плоты, лодки, игрушки"повозки, запряженной волами.

Судя по всему, мы их "Златые Врата"здорово припугнули.

И надеюсь, "Самые красивые деревья и кустарники"что никогда не узнаю, сказал Римо.

Храните "Фаворитка короля"любовь в ваших сердцах, дети.

Однако, терзаемый "Вышивка. Самая полная энциклопедия швов и техник"собственным тайным горем, я теперь "Турецкий гамбит"глубже сочувствовал горю других "Информатика и ИКТ. Подготовка к ЕГЭ-2013"и видел, что передо мной стоит человек, "Письма Чехова к женщинам"над головой которого "История успеха учеников Богатого Папы"сгустились тучи.

Все равно он скоро поедет в форт и сможет сделать новый запас.

Кольтер "Разведение пушных зверей"направился к скале узкой каменной башне, которую "Разведение свиней"кроу называли Сердцем Горы.

После твоего рождения и "Разведение свиней для дальнейшего производства и переработки мяса"смерти Эйрадис я отправился в "Разведение сельскохозяйственных животных с основами зоотехнии"Непостижимые Поля и вступил в сражение с Танатосом.

Знаете, он, "Разведение свиней и кролей"наверное, неисправен.

Я только здесь "Развитие аграрных отношений в России"не держу оружия.

Приняв нужный облик, "Разведения и уход за рыбой в рыболовных хозяйствах"Квинан вошел в покои, где "Развитие агросферы Украины"встретился с Морепой.

Дэк, робот, которому предстояло "Развитие агропромышленного комплекса страны"служить мажордомом в замке Доннерджека, когда "Развитие ветеринарии в XIX и начале ХХ веков"строительство будет завершено, отвернулся от прилавка, где лежали образцы антикварных изделий из серебра.

 

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