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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Londra 2012 / La torcia olimpica tra storia e tradizione

Lunedì 23 Luglio 2012
 fiaccola-2012

A quattro giorni dalla cerimonia d’apertura – ore 21,00 di venerdì 27 luglio – la torcia prosegue il suo viaggio verso lo Stadio Olimpico e il tripode. Il fuoco era stato acceso dai raggi del sole, in una cerimonia tenuta ad Olimpia nella mattinata del 10 maggio 2012, officiata dall’attrice Inò Menegaki nei panni della sacerdotessa del dio Apollo. Dopo aver percorso 2900 chilometri in territorio greco e toccato cinque tra i maggiori siti archeologici, la fiamma è stata trasportata in aereo – protetta in un apposito contenitore – fino alla Cornovaglia. Da dove, il 18 maggio, ha iniziato il suo viaggio in Gran Bretagna, affidata a 8000 tedofori, ciascuno per un miglio. Ma solo in territorio britannico per evitare gli eccessi e le proteste che avevano caratterizzata le ultime edizioni, Torino e Pechino in particolare. La cerimonia della fiaccola non ha nulla a che vedere con le antiche Olimpiadi, cui si ispira con una certa libertà intinta nella fantasia, ma con i suoi richiami alla simbologia classica resta il risvolto dei Giochi ad avere maggior presa sull'immaginario collettivo.

La sua istituzione risale al 1936, ideata dal segretario dello “Organisazions-Komitee” dei Giochi di Berlino, Carl Diem [1882-1962], studioso e cultore dell'olimpismo classico. La fiaccola che avrebbe trasportato il fuoco sacro fino al tripode dell’Olympia-Stadion, venne accesa per la prima volta dai raggi del sole, riflessi da uno specchio concavo sulla spianata di Olimpia, alle ore 12,00 del 20 luglio 1936, in una cornice di vestali abbigliate con succinti pepli in lana bianca. Affidata a tedofori che si avvicendavano ogni chilometro, percorse la Grecia per 1108 chilometri, risalendo di seguito la Bulgaria per 238, la Jugoslavia per 575, l'Ungheria per 386, l'Austria per 219, la Cecoslovacchia per 222, fino a valicare la frontiera tedesca, a Hellendorf, alle ore 11,45 del 31 luglio. Il tratto finale, dal confine allo Stadio, venne coperto in 267 chilometri. Le principali città toccate nel viaggio furono Atene, Salonicco, Sofia, Belgrado, Budapest, Vienna e Praga. L'ultima frazione venne affidata al giovane mezzofondista Fritz Schilgen che, salita l'imponente scalinata dello stadio, accese il braciere al cospetto di Hitler e di 100.000 spettatori. Era il 1° agosto 1936.

Questo per la storia. Si può solo aggiungere che in Italia il fuoco arrivò per la prima volta in occasione dei Giochi del 1948, nel viaggio di trasferimento verso Londra. La fiaccola era sbarcata a Bari alle ore 12 del 19 luglio. Trasferita lungo 1072 chilometri da 757 tedofori (soldati e graduati dell'Esercito che percorsero un chilometro ciascuno nelle tappe di montagna, uno e mezzo nelle tappe di pianura), toccò in successione Foggia, Pescara, Ancona, Rimini, Bologna, Parma, Piacenza, Milano, Domodossola, attraversando il confine svizzero al Sempione, alle ore 22 del 23 luglio. Per vedere il nostro Paese come destinatario finale del fuoco olimpico, fu necessario attendere il 1956, per i Giochi Invernali di Cortina, quando venne acceso nello Stadio del Ghiaccio il 26 gennaio, quattro giorni dopo l’accensione tenutasi ad Olimpia. Nei Giochi Invernali la cerimonia era stata introdotta con l’edizione tenuta ad Oslo quattro anni prima. In Italia sarebbe in seguito tornata altre due volte, per Roma 1960 e Torino 2006.

La lunga staffetta d’Olimpia – 1936/2012

 

 

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