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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Facelli

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Luigi Facelli [1898-1991]

Atletica


(gfc)
La corsa dei 400 metri ad ostacoli, in Italia, ha assunto dignità internazionale ad opera precipua di un modesto operaio nativo di Aqui che aveva scoperto lo sport, e il fascino dell’atletica leggera, sotto le armi, durante la Grande Guerra: Luigi Facelli. Fu grazie a lui che la specialità potè uscire definitivamente dai confini nella quale era relegata dall’improvvisazione dei volenterosi, ma sprovveduti, pionieri. Oltre che ai notevoli progressi tecnici in quella specialità – quella che gli anglosassoni chiamavano il “killer event”, la gara che uccide –, il nome di Facelli resta legato principalmente ai suoi scontri in pista contro l’elegante Lord Burghley [1905-1981]. I duelli tra il ricco inglese e il modesto soffiatore di vetro italiano, tratteggiarono un'epoca e vennero spesso citati come esempio illuminante delle virtù etiche e democratiche dello sport.  

I due era profondamente diversi ed appartenevano a due mondi lontani. L’inglese David George Brownlow Cecil, più noto come Lord Burghley, sesto Marchese di Exter, membro della Camera dei Pari, Governatore delle Bermuda durante la seconda guerra mondiale, è stato per trent'anni presidente della IAAF oltre che importante membro del CIO. Grande combattente sulla pista, ma stilista approssimativo, Lord Burghley ad Amsterdam – siamo nell’estate del 1928 – si laureò campione olimpico contro ogni pronostico.

Invece Facelli, di sette anni più anziano, per le precarie condizioni economiche della famiglia era stato obbligato a impiegarsi già a 12 anni come soffiatore di vetro: 165 damigiane da 45 litri in un giorno solo alla cannula costituirono il suo primo record. Un duro e sfibrante esercizio quotidiano che ne forgiò il carattere e che, probabilmente, contribuì a rafforzarne la resistenza polmonare. L’italiano e il britannico, grandi protagonisti dell’ostacolismo mondiale degli anni Trenta, nell’arco di sette anni si affrontarono non meno di nove volte sui 400 con ostacoli, contando le sole finali: l’azzurro prevalse in sei occasioni (anche se Burghley seppe imporsi in quelle più importanti).

Nato il 10 maggio del 1898, Facelli aveva iniziato con l’atletica solo nel 1922, a ventiquattro anni compiuti, spinto anche dal miraggio di riuscire a guadagnare qualche soldo. Oltre ad aver collezionato quattro partecipazioni olimpiche, coronate dal raggiungimento di due finali, si impose per tre volte nei campionati inglesi (considerati al tempo alla stregua di un vero campionato europeo, manifestazione che non c’era ancora) stabilendo con 53"2/5 un record britannico rimasto imbattuto per un decennio. Il vero tallone d’Achille di Facelli risiedeva però nella scarsa velocità di base: non gli riuscì mai, infatti, di correre il giro di pista in meno di 48”8, con un differenziale piano-ostacoli appena inferiore ai 4 secondi.

Il primo contatto con gli ostacoli Facelli lo aveva avuto ai campionati nazionali del giugno 1923, classificandosi secondo con 1’00"1/5, pochi minuti dopo aver portato a 13.82 il record italiano del ... triplo. Da quel momento la sua strada risultò segnata. Già a fine stagione era sceso a 57"3/5, affacciandosi nelle prime fila europee. In possesso di mezzi fisici non eccelsi (era alto 1.75 per un peso forma di 70 chili) che gli imponevano più i 17 che i 15 passi tra le barriere, ostacolista autodidatta ma dal “passaggio” radente e istintivo, Facelli ebbe una carriera lunghissima, conclusa solo alla immediata vigilia della guerra.

I 400 ostacoli lo videro spesso ai primi posti nelle liste mondiali: fu primo nel 1929, terzo nel ‘30, secondo nel ‘31 e nel ‘33. Ma ebbe purtroppo la disavventura di veder coincidere la sua migliore stagione agonistica, il 1929 della terribile crisi di Wall Street, con un anno non olimpico. In quell’annata magica, l’insieme dei successi e la serie dei risultati cronometrici inanellati gli valsero la qualifica di “numero uno” al mondo, titolo confortato dalla conquista del primato europeo (52”2/5) ottenuto in una “gara a vantaggi”, limite rimasto insuperato per un decennio. La sua affermazione più importante resta il 52”5 con cui, il 18 agosto 1932 al Soldier’s Field di Chicago, in un meeting post-olimpico superò il primatista mondiale Morgan Taylor, già campione olimpico nel 1924.

La bella storia tra il povero italiano e il ricco Lord ebbe un ultimo capitolo. Nel dopoguerra, da presidente del Comitato Organizzatore per i Giochi di Londra del 1948, Lord Burghley si ricordò del vecchio rivale e gli scrisse una lettera affettuosa invitandolo a recarsi in Inghilterra per assistere alle gare. Facelli, che non conosceva a sufficienza l’inglese, si fece tradurre il messaggio da qualcuno che ne sapeva ancora meno e che ridusse l'invito a un semplice saluto. Facelli, che continuava a dibattersi tra le solite difficoltà economiche, con quattro figli da mantenere e un saltuario impiego da allenatore, si limitò a ricambiare. In tal modo, per i due antichi avversari, esponenti di ceti sociali tanto lontani, sfumò l’occasione di ritrovarsi un’ultima volta. La verità venne a galla, casualmente e crudelmente, solo molti anni più tardi. 

Il vecchio campione, a lungo capitano della Nazionale di atletica, ha chiuso gli occhi a Milano il 4 maggio del 1991: qualche tempo prima era diventato il primo sportivo a godere del vitalizio previsto dalla “Legge Bacchelli”. A quel tempo, Lord Burghley s’era spento già da un decennio.


● I nove duelli tra Facelli e Lord Burghley
2 Luglio 1927, Londra (AAA Champ.) – 440 y ost.: 1. Burghley 54”1/5, ... 3. Facelli a 4 yard;
30 Luglio 1928, Amsterdam (Giochi Olimpici) – 400 m ost.: 1. Burghley 53”2/5, ... 6. Facelli 55”4/5;
6 Luglio 1929, Londra (AAA Champ.), 440 y ost.: 1. Facelli 54”1/5, 2. Burghley (circa 54”3/5);
5 Luglio 1930, Londra (AAA Champ.), 440 y ost.: 1. Burghley 53”4/5, 2. Facelli 53”4/5;
4 Luglio 1931, Londra (AAA Champ.), 440 y ost.: 1. Facelli 54”2/5, ... 3. Burghley a 4 yard;
22 Agosto 1931, Londra (Inghilterra-Italia), 440 y ost.: 1. Facelli 53”4/5, 2. Burghley (circa 54”1/5);
1° Agosto 1932, Los Angeles (Giochi Olimpici): 400 m ost.: … 4. Burghley 52”1/5, 5. Facelli 53”0;
25 Giugno 1933, Anversa (Meeting): 400 m ost.: 1. Facelli 53”6, 2. Burghley 55”1;
8 Luglio 1933, Londra (AAA Champ.), 440 y ost.: 1. Facelli 53”3/5, 2. Burghley (circa 53”9);

(revisione: 9 aprile 2014)

 

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