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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Duribanchi / Parlatene bene o parlatene male, ma parlatene

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Martedì 6 Agosto 2024

 

villaggio

“De Coubertin? Da tempo si è ritirato in una caverna. E tira pietre a chi lo va a visitare. Le Olimpiadi sono diventate un grande business come testimonia Londra 2012. Sono diventate, le Olimpiadi, soprattutto una formidabile macchina politica”.

Andrea Bosco

Sono le più brutte Olimpiadi della storia, queste di Parigi. La grandeur di Macron le ha volute a Parigi, in città, con tutti gli inconvenienti che (disputarle in una grande metropoli come La Ville Lumière) comportano. Era da mettere in preventivo, ma un politico come Macron ragiona in modo diverso da un organizzatore. Anche le polemiche (tante) fanno audience.

“Parlatene bene, parlatene male, basta che ne parliate“ recita un antico adagio. E quindi ben vengano i letti di cartone, i materassi in plastica riciclata, la mancanza di aria condizionata nelle stanze del villaggio olimpico, le stanze “forno“, Ceccon che dorme sul prato, le delegazioni che se vanno dal villaggio per protesta. Le razioni da clinica altoatesina, con la carne abolita e contingentate nel peso e nelle quantità. Ben venga la Senna inquinatissima che ha già prodotto danni agli atleti.

Ben vengano le polemiche (cercate, costruite, volute) per la presentazione gender che ha prodotto una nota stizzita da parte del Vaticano. Macron voleva Olimpiadi gender, green e inclusive. Le voleva provocatorie e le ha avute. Le voleva “politiche“ e le ha avute. Le voleva “repubblicane“ e le ha avute. A costo di ridurle a “fiera paesana“ come nel “ritratto“ di Maria Antonietta che canta con la sua testa in mano. La Rivoluzione Francese ha cambiato la storia del mondo, proiettandolo nella modernità. Rivoluzione che, come tutte le rivoluzioni, ha avuto un costo enorme quanto a vite umane: 40.000 nobili, presunti nobili, servi dei nobili furono uccisi per la gioia delle sferruzzatrici.

Perché i rivoluzionari magari non avevano “mutande“, ma lame per la ghigliottina ne avevano: in gran quantità. Detto per onestà storica: la sovrana che fu decapitata, certamente viveva in un lusso osceno e non era esente da colpe. Ma quella frase sulle brioches non la pronunciò. Faceva comodo l'avesse pronunciata e gliela affibbiarono. La frase è ancora oggetto di accertamenti: da Madame de Mably ad una non meglio accertata “granduchessa di Toscana“. E altre ancora. Ma non lei, la sovrana.

De Coubertin? Da tempo si è ritirato in una caverna. E tira pietre a chi lo va a visitare. Le Olimpiadi sono diventate un grande business. Londra dopo i suoi meravigliosi Giochi è economicamente rifiorita. Sono diventate, le Olimpiadi, una formidabile macchina politica. Non ci vado, le boicotto, vengo escluso: è accaduto ai paesi democratici ed è accaduto (sta accadendo) ai paesi dove è presente la tirannia. Sempre nel segno dell'ipocrisia: No alla Russia di Putin, ma Sì all'Iran dei preti col turbante. Il presidente del CIO ha un nome che richiama uno dei più grandi musicisti della storia: tracce di Bach sono presenti anche nei brani dei Beatles. Ma è un politico. Il cui mandato scade nel 2025.

E' un personaggio che nel nome della politica (e della rielezione) è disponibile a fare accordi con il diavolo. Quindi anche a mantenere un sistema di arbitraggi infami, nel pugilato, nella ginnastica, nei tuffi, nello judo, nella scherma. Insomma là dove il giudizio umano (o quello meticcio legato alla Var o come accidenti si chiama in altre discipline: nel calcio femminile, per Francia-Brasile, sono stati concessi 19 (diciannove !!! minuti di recupero) possa condizionare il risultato. Ipocrita Bach anche in tema di doping. Mi è venuto in mente cosa ha dovuto in passato vivere Errani per una pomata (che non aveva ingerito). Ma anche quanti atleti certamente bombati hanno potuto partecipare ai Giochi nonostante avessero barato. Recita la barzelletta: “C'è un cinese, eccetera …“. Ma anche “C'era un russo …“. Oppure “C'era un canadese …“. E nei meravigliosi anni separati dal Muro di Berlino, andava per la maggiore iniziare il racconto con “C'era un tedesco dell'Est, …“.

Macron voleva le “sue“ Olimpiadi. Non quelle universali. Lasciate stare per favore i Giochi dei Greci, quando le guerre venivano sospese e gli atleti erano nudi. Oggi la nudità è considerata oscena. E quanto alle guerre il mondo è con il fiato sospeso. E' in pericolo la sopravvivenza di Israele minacciata dal Libano, da Hamas, dall'Iran, dalla Siria, dagli Houti, persino dall'Irak sciita? Certamente Israele sta correndo un pericolo. Ma probabilmente il pericolo maggiore lo stanno correndo i suoi nemici. Non si tratta di verificare se Israele abbia o meno l'arma nucleare. Il governo di Tel Aviv ha sempre negato di possederne una. E ancora oggi, per l'esecuzione del leader di Hamas a Teheran, non esiste rivendicazione da parte israeliana. Il problema è quantificare quante bombe abbia Israele. Pare un centinaio. Del resto quando Israele è nata, nel 1947, il suo governo lo aveva detto: “Mai più un'altra Shoah“. Un mio amico, analista militare (che forse lavora per qualche agenzia) mi ha spiegato che la tecnologia bellica di Israele fa sembrare le armi di “ Guerre Stellari“ dei “giocattoli“.

Macron voleva le sue Olimpiadi e le ha avute. Che non passeranno alla storia per i record del mondo, ancora una volta cancellati. Non per il fantastico nuotatore transalpino che ha rinverdito il mito di Phelps. Non per le straordinarie prove di Paltrinieri o di sughero Katie. Non per i cento metri di quello che mia figlia chiama “Treccine “ e che in diretta il suo babbo (benché in partenza in settima corsia) aveva pronosticato medaglia d'oro. Non per la strapotenza nel basket (maschile e femminile) degli USA, non per la medaglia dell'Ufo serbo, Nole, non il più bello di sempre (vuoi mettere, Pietrangeli, Panatta, Pancho Gonzales, Sampras, Federer, lo stesso Musetti) ma il più forte di sempre. Un misto del metronomo svedese e del collerico Mac. Ho chiesto una volta a Gianni Clerici, come mai tutti anche quelli che lo destavano, in fondo adorassero McEnroe. Risposta: “Perché è poesia: collerica, ma poesia“.

Neppure per la meravigliosa impresa delle piccolette italiche, Errani e Paolini, saranno ricordate le Olimpiadi di Macron. Errani che meritava una medaglia per la professionalità mostrata in tanti anni di lavoro con la racchetta. E Paolini dal contagioso sorriso che ha portato gioia e spensieratezza in un mondo (il tennis) che sta diventando sempre più cupo. Paolini e Alcaraz sono un manifesto all'ottimismo. Peccato per l'assenza di Sinner, ma ci saranno altre Olimpiadi.

Quelle di Macron saranno rammentate per le polemiche. Due su tutte: la rappresentazione gender dell'Ultima Cena (era Leonardo, vedete di non mentire con il dipinto di Digione, con Dioniso, con la mitologia: era la Cena di Leonardo, sfregiata, secondo copione). E poi il match di boxe tra l'algerina Imane e l'italiana partenopea che si è ritirata dopo 47 secondi causa i pugni ricevuti. Polemiche al vetriolo: l'algerina è un uomo? No, non lo è.

Un collega in un articolo lo ha ribadito per 11 volte: è una donna. Ha il testosterone alto? Lo ha. I suoi pugni fanno un gran male. Ma è una donna. Il suo passaporto lo conferma. Pare si sia rifiutata di sottoporsi a visita ginecologica, ma è una donna. E io reputo che in quanto donna, abbia sofferto tantissimo per le accuse (moltissime e inopportune) che la “destra-destra“ (copy Lilli Gruber) le ha affibbiato per aver vinto in modo tanto clamoroso contro la rappresentante italiana. Ora: non voglio essere ipocrita. Neppure Aldo Cazzullo (se non per intervistarla) andrebbe a cena con Imane che sembra la versione giovane di Ibra.

Imane Khelif è mascolina e per niente avvenente. Ma non merita di essere diffamata da chi la sospetta di essere un uomo. Tra l'altro neppure è la sola, alle Olimpiadi, ad essere sospettata. Tra l'altro ha già partecipato. E ha pure perso, in passato, contro donne-donne (sempre mutuando Lilly). Ma neppure Angela Carini merita di essere sospettata per essersi ritirata dopo un paio di pugni subiti. La macchina del fango che si è innescata contro di lei la indica complice di connivenza con la solita “destra-destra“ italica. Dove non sono mancati gli atteggiamenti sboccati, ma dove ci si è (legittimamente) chiesti se il match si fosse svolto ad armi pari. Nessuno può dirlo perché la scienza – nel merito – brancola ancora nel buio.

Ci sono donne che nascono donne e nel tempo si sviluppano come uomini. E ci sono uomini che nascono uomini e nel tempo diventano donne. Hanno persino inventato una nuova parola : intersex. Carini aveva avuto una “borsa“ da 50.000 dollari come risarcimento da parte della associazione che a suo tempo aveva squalificato Imane per eccesso di testosterone. Essendo filo Putin, detta associazione è stata messa all'indice dal CIO e dal resto del mondo “politicamente corretto“. E' difficile ammettere che (a dire il vero) Carini e la Federboxe italiana hanno (opportunamente) rifiutato il premio respingendolo al mittente.

C'è chi ha scritto del premio, ma si è ben guardato dal dire che il medesimo era stato rifiutato. Capita quando l'ideologia prevale: wanted Carini. Tecnica conosciuta da Panorama di qualche anno fa. Racconto una storia con dieci elementi veri e uno clamorosamente falso. Ma sul falso “confeziono“ titolo, occhiello e sommario. Ovviamente dopo due settimane devo smentire. Come? Con un trafiletto a una colonna in trentesima pagina e affogato nella pubblicità. Carini ha lasciato perché ha capito che non poteva, con Imane, competere. Solo chi non è cresciuto in strada, non ha mai fatto a botte almeno una volta al giorno, non si è misurato con gente all'anagrafe più grande di lui, non ha mai fatto a cazzotti con i celerini, non si è difeso dal bullismo nel battaglione dove ha prestato servizio, può pensare che Carini abbia “abbandonato“ il ring perché “complice“ di qualche oscura trama. C'è anche chi picchia più forte di te. Capirlo in tempo è dimostrazione di intelligenza.

Io ho comprensione sia per Carini che per Imane. E francamente la mia opinione non cambierebbe, neppure se tra qualche anno Imane (come successe a Stella Walsh che vinse i cento metri a Los Angeles nel 1932 come donna, salvo far scoprire anni dopo che in realtà era un mezzo uomo) si rivelasse meno donna di quanto asserisce. Il mondo è cambiato. I costumi anche. Resta intatta la viltà di chi sulle differenze specula. I cazzotti fanno male. Come potrebbe assicurare uno che conosco. Uno che avendo un pessimo carattere, quotidianamente faceva a botte. Anche con quelli più grossi di lui. Rimediando botte e fratture per aver sfidato il destino. Nessun atleta se la svigna per complicità o paura. Chi lascia lo fa per la consapevolezza di essere inferiore. Chi pensa diversamente è un piccolo uomo. O una piccola donna. Non uso un altro termine perché sarebbe una gratuita provocazione ... Mica mi chiamo Thomas.

 

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