Piste&Pedane / (5) Cronaca bizzarra per una medaglia creduta vera
Martedì 6 Agosto 2024
Quella toccata per qualche ora a Nadia Battocletti prima che si rimettesse tutto a posto. Resta un quarto posto di grande prestigio. Andò peggio a Totò Antibo (Giochi di Barcellona) che la medaglia fu costretto a togliersela il giorno seguente.
Daniele Perboni
E finalmente arrivò il giorno della tanto agognata medaglia, rompendo un digiuno che sembrava non dovesse mai finire. Un bronzo che non ti saresti aspettato da una atleta che sì, era data in ottima forma e che i bookmaker al massimo davano piazzata fra le prime otto. Invece…
Invece la ragazzina cresciuta fra gli sterrati del Trentino in boschi “infestati” da orsi famelici e allenata da papà Giuliano, ha fatto letteralmente impazzire i suoi numerosi tifosi che l’hanno seguita anche a Parigi. E chi non ha potuto esser presente di persona si è scatenato a Cavareno, Trento, dove risiede quando non è a Trento per studiare ingegneria edile e architettura, davanti al maxischermo appositamente allestito nella piazza principale.
Si aspettavano medaglie dalla marcia (quasi sicure), dai 100 metri (poco probabile ma la speranza è sempre l’ultima a morire), dal peso (c’è chi si è giocato casa, auto, chi mogli e figli). Niente. Tentativi falliti. La sindrome da zero tituli stava già serpeggiando fra i tavoli di Casa Italia. Mormorii, sussurri, ombre inquietanti ogni tanto apparivano agli angoli del villaggio olimpico. Vipere, crotali e iene già pregustavano di banchettare sul corpo ferito e mutilato di un’atletica azzurra uscita trionfante dagli Europei casalinghi e presa d’esempio come Federazione vincente.
Per una sera tutto è stato messo in secondo piano, grazie a Nadia la tignosa, Nadia la resistente, Nadia la piccola grande campionessa sin dalle categorie giovanili. Dopo i due ori (5 e 10.000 mila) di Roma eccola di nuovo in pista. Come il mediano del rocker di Correggio, sempre lì. Lì nel mezzo. Finché ce n'hai stai lì. Nadia, però, non ci sta ad una vita da mediano.
Nadia vuole, fortemente vuole, emergere. È lì nel mezzo ma al momento buono lascia la compagnia per cercare nuovi orizzonti. Non va “per fare posto”, corre, con i polmoni buoni, per “trovare” il posto che le compete. Anni di fatiche, le Olimpiadi non le vinci, per ora, ma sali sul podio. Al terzo gradino. È poco, è molto? Intanto portiamo (porta) a casa questa medaglia.
All’arrivo è quarta, alle spalle di veri mostri sacri del mezzofondo mondiale. Forse le è mancata un pugno di spavalderia e qualcosa di meglio poteva arrivare. Ma non importa. Nadia è lì e non per fare il mediano. La maglia della punta o del dieci le spetta di diritto.
Il quarto posto è condito dal nuovo record italiano (14’31”64). Un altro record. Davanti due keniane, Beatrice Chebet e Faith Kipyegon, e l’olandese Sifan Hassan. Pochi minuti di felicità poi… Poi ecco la sorpresa. La seconda (Kipyegon) viene squalificata per spinta volontaria ai danni dell’etiope Tsegay, poi scivolata all’ottava piazza. Sorpresa, stupore, incredulità, sbigottimento, lacrime, pianto liberatorio. È un bronzo. Pesante come un oro, forse di più.
“Felice per come ho corso con loro, per il record e per aver gestito la gara in questo modo – commenta Nadia – Sarei felice per una medaglia, per me e per tutta l’atletica italiana. Ho imparato tanto, anche dalle gare meno belle come l’anno scorso ai Mondiali, che mi hanno fatto diventare più forte”.
Sulle ali dell’entusiasmo Nadia annuncia l’intenzione di provarci nuovamente. Sui 10.000, in programma venerdì 9 agosto (ore 20,57).
Sulla distanza solo la valdostana Roberta Brunet ha fatto altrettanto. Era il 1996, Giochi di Atlanta. Circa diciotto mesi prima aveva dato alla luca la figlia Dominique. Pochi mesi dopo il parto telefonò al vecchio allenatore, Oscar Barletta, confessandogli la voglia di ricominciare. Il tecnico chiamò Franco Fava, giornalista al Corriere dello Sport-Stadio, chiedendogli di pubblicare qualcosa su questo rientro. “Così, magari, la FIDAL ci darà una mano”.
La serata si conclude alle 23,53 con una doccia fredda. Abbiamo sognato. Cancellate quasi tutto quello che avete letto sino ad ora. Un comunicato federale annuncia: “Cambia ancora la classifica dei 5000 metri alle Olimpiadi di Parigi. La giuria d’appello ha riammesso la keniana Faith Kipyegon dopo la squalifica, niente medaglia di bronzo per l’azzurra Nadia Battocletti che torna al quarto posto”.
A questo punto il nuovo/vecchio ordine d’arrivo è il seguente: 1. Beatrice Chebet (KEN) 14’28”56; 2. Faith Kipyegon (KEN) 14’29”60; 3. Sifan Hassan (NED) 14’30”61; 4. Nadia Battocletti (ITA) 14’31”64.
La mazzata definitiva giunge poco dopo, alle 00,25, è già martedì, sempre tramite comunicato. “È stato respinto dalla giuria d’appello il controricorso presentato dal team azzurro, in seguito alla riammissione della keniana Faith Kipyegon …”
Cerchiamo conforto da Mario. È chiuso.
MONDO - Spazio, più che dovuto, anche alla star svedese Armand “Mondo” Duplantis che, oltre all’oro nell’asta (il secondo dopo quello di Tokyo), quasi scontato, ha valicato l’asticella a 6.25, nono record mondiale in carriera. Da ricordare che il 24.enne, nato a Lafayette (Louisiana) ha vinto tre volte i Campionati Mondiali (Doha/5.97, Eugene/6.21, Budapest/6.10). Grazie al successo parigino diventa “solo” il secondo uomo a conquistare due ori nel salto nell'asta ai Giochi, dopo la doppietta ottenuta dallo statunitense Bob Richards nel 1952 e nel 1956.
Duplantis ha vinto la gara a 6.00 m, prima di far alzare l'asticella a 6.10 m, un'altezza che ha aggiunto 7 cm al record olimpico. L'asticella è stata alzata a 6.25 m, un centimetro in più rispetto al record mondiale di 6.24 m stabilito a Xiamen in aprile.
Dopo aver fallito i primi due tentativi, “Mondo” è volato oltre l'asticella al terzo e ultimo tentativo, entrando ancora una volta nella storia. L'argento è andato allo statunitense Sam Kendricks (5.95), mentre il greco Emmanouil Karalis ha ottenuto il bronzo (5.90).
Duplantis ha superato i sei metri per un totale di 86 volte. A Parigi ha vinto una gara in cui 11 uomini hanno superato i 5.70 ed è solo la seconda volta ai Giochi Olimpici che viene raggiunta una tale profondità. È anche la seconda Olimpiade in cui otto uomini hanno superato i 5.80 e la seconda in cui quattro uomini hanno superato i 5.90. Può bastare.
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