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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Non e' la RAI, e' solo QataRAI

Venerdì 9 Dicembre 2022

 

calcio-e-tv 


Con la prima parte del Mondiale alle spalle e con quella più vibrante (si spera) nel periscopio, forse è il caso di fare un primo timido bilancio. L’omologazione è una realtà, ed è pure molto gradita. Nessuno osa distaccarsi.  

Giorgio Cimbrico 

Glossario in uso: sportellate, si immola, tiki-taka, falso nueve, granitico, golazo barbaro, imbucata, sterzata, zampona, manone, piedone, piattone, cucchiaio, cantera, iconico, la lotteria dei rigori, lo spettro dei rigori, con le unghie e con i denti, stoico, tra virgolette, sportivamente parlando, storico.
E ancora: la differenza la fanno i dettagli, un vero e proprio (si può applicare a tutto …), la cenerentola maghrebina, O Ney (che sarebbe Neymar). Ma ormai è così dappertutto: l’omologazione è una realtà, ed è pure molto gradita. Nessuno osa distaccarsi.

Talent cosiddetti: Sebino Nela è scarno, minimalista; Andrea Stramaccioni parla come un giornale stampato, stile “Audace colpo dei soliti ignoti”; Lele Adani è un indefesso barocchista con una sua personale Shangrilà che lo eccita: Rosario. Claudio Marchisio e Antonio Di Gennaro non offrono nulla di rilevante: nel calcio la critica più aspra è un buffetto, una carezza. Ma se il Camerun gioca male, perché non dirlo? Temute indignate proteste da Yaoundé?


Onor patrio: i telecronisti non mancano (mai) di sottolineare la presenza in campo di giocatori del campionato italiano, di un arbitro, di un assistente, di un addetto al VAR o, ultimo grido, al fuorigioco automatico: l’Italia c’è, e non potrebbe essere altrimenti. I conduttori da studio hanno la barba di due-tre giorni, che pare sia, da tempo, di moda. Stile giocatore, un modello. 


La pubblicità è l’anima, …: tra le segnalazioni ricorrenti (o, come si diceva una volta, di servizio), oltre al “Circolo dei Mondiali” e a “Ballando sotto le Stelle”, spazio anche per il documentario di Walter Veltroni sull’assassinio di Pio La Torre (dove giocava?, non me lo ricordo, …). 


Asettico: è il tono del commento, dettato ormai dal terrore dei social media. Non viene neppure comunicata la temperatura a cui si gioca. Nessuna osservazione su tifosi più o meno folkloristici: la gogna potrebbe scattare al primo tweet ovviamente anonimo. Al tempo dei Paolo Rosi e di altri colleghi scomparsi, Ronaldo il Fenomeno sarebbe stato definito “leggermente appesantito”. Oggi no, perché in rete scatterebbe la class action dei leggermente o pesantemente appesantiti. 

“Timeo arabos et petrodollars ferentes”: che si prendano pure le Olimpiadi estive e pure quelle invernali, che diventino la meta delle vacanze preferita di gente che non è mai andata a Praga, a Cracovia o a Bruges, ma che non diano l’assalto, un esempio, al Maurithuis de l’Aja, un museo piccolo che potrebbe essere facilmente smontato e rimontato con tutto quello che contiene, vale a dire le “Lezioni di anatomia” di Rembrandt e la “Veduta di Delft” di Vermeer. In realtà il vero obiettivo sarebbe la “Ragazza con l’orecchino di perla”, già finita su molti magneti, motte scatole di biscotti, molte agende. Nell’ultimo capitoletto la RAI non c’entrava, il mondo che ci aspetta sì. 

 

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