- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Quello che non t'aspettavi

PDFPrintE-mail

Giovedì 8 Dicembre 2022

 

morocco-fans


Il passaggio ai quarti dei leoni del Marocco, le furie rosse spagnole fatte fuori ai rigori, con la prospettiva di non fermarsi di fronte al Portogallo. Per una storia che arriva dal passato e che sabato potrebbe scrivere un nuovo capitolo.

Giorgio Cimbrico 

Marocco, la sorpresa di Qatar 2022, la terra che ha affascinato una legione di scrittori – Paul Bowles, quello del Tè nel deserto, ma anche Tennessee Williams, William Burroughs, Gore Vidal, Truman Capote, Jean Genet, la beat generation –, che al cinema ha dato un titolo, una trama e una canzone memorabili e che allo sport ha offerto campioni che nessuno ha dimenticato. 

Bounou, Hakimi e Ziyech sono vicini ad entrare in questa galleria: il Portogallo è forte, non imbattibile. I 30.000 che hanno invaso Doha e i milioni in patria (compreso Sua Maestà Muhammad VI) e quelli sparsi per il mondo sono in attesa. 

Nove anni prima che Michael Curtiz girasse il film-mito con Humphrey Bogart e Ingrid Bergman, a Casablanca nel 1933 era venuto al mondo il più prolifico attaccante in un Mondiale, ancora in formato Rimet, Just Fontaine, 13 gol a Svezia 1958 per la prima Francia che riuscì a conquistare un posto tra le grandi, terza: nella “finalina” dal punteggio inusitato, 6-3, Just segnò quattro gol alla Germania. Era figlio di un normanno che, dopo il servizio militare, si era innamorato di Marrakesh e di una spagnola. Dopo una parentesi al Nizza, l’approdo allo Stade Reims, al tempo uno dei grandi club d’Europa, due volte in finale di Coppa dei Campioni, sfortunatamente contro un imbattibile Real Madrid. 

Alcuni pensano che prima di Fontaine, Casablanca fosse stata la culla di Marcel Cerdan. Non è proprio così: il pugile amato da Edith Piaf, morto nel 1949 nel disastro aereo delle Azzorre mentre andava a cercare la rivincita per il mondiale die medi con Jake la Motta, a Casablanca era arrivato bambino, nel 1922, e cresciuto dopo aver visto la luce a Sidi bel Abbes, Algeria, quartier generale della Legione Straniera. La famiglia, molto povera, era di origine spagnola, Marcel e Just (che marcia verso i 90 anni) sono nel Pantheon dello sport francese. 

E’ marocchina la prima donna africana a conquistare una medaglia d’oro olimpica: la piccola Nawal el Moutawakel, nata a Casablanca, vinse i 400H a Los Angeles 1984 con un margine così ampio, sei decimi, da lasciar ammutoliti. E’ stata seguita dall’onda lunga e alta dei mezzofondisti (alcuni dalle vicende controverse) che hanno trovato condizioni perfette nell’aria fine delle montagne dell’Atlante: i più illustri sono Said Aouita, primo ad infrangere la barriera dei 13’ nei 5000 e oro ai Giochi di Los Angeles proprio su questa distanza, e Hicham el Guerrouj, di radici berbere, quattro volte campione mondiale dei 1500 e ai Giochi Olimpici di Atene capace della doppietta 1500-5000 che solo Paavo Nurmi aveva saputo centrare ottant’anni prima. Da un quarto di secolo il calligrafico El Guerrouj è al vertice cronometrico dei 1500 e del miglio. Con tutti loro il sovrano, difensore dei credenti, è stato munifico assegnando onori e terre. 

 

 

Cerca