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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Piste&Pedane / E se provassimo a gareggiare in Italia?

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Giovedì 8 Settembre 2022

 

giordani-22 


Nei due meeting internazionali di settembre, targati WA, si nota che gli atleti stranieri sono la schiacciante maggioranza: quasi il 72% a Rovereto, addirittura il 76% a Padova. C’è un motivo? Proviamo a parlarne con Carlo Giordani.

Daniele Perboni

Rovereto prima (World Athletics Continental Tour Silver), Padova poi (World Athletics Continental Tour Bronze) –, i due appuntamenti italiani inseriti nei massimi circuiti di World Athletics –, preceduti solo dalla Wanda Diamond League e dal circuito Golden, vanno incontro, da anni, a identici problemi. Oltre alla difficoltà di reperire fondi adeguati alla bisogna (presumiamo), anche se la qualità degli atleti presenti lascia la libertà di pensare a budget piuttosto significativi, le difficoltà, dicevamo, riguardano la reperibilità di “materiale umano” nostrano.

Come avevamo già rilevato precedentemente, a Rovereto su 152 atleti presenti nelle “entry list” ben 109 (71,7%) erano di provenienza estera, così come accaduto pochi giorni dopo a Padova: 125 atleti, 95 stranieri (pari al 76%), 30 italiani. 

Un fatto piuttosto curioso, una coincidenza, un caso fortuito, un problema di stagione così fitta da lasciare annichiliti i nostri poveri e stanchi atleti? Non proprio, dato che questa situazione non è nuova e si ripropone da anni, almeno per quanto concerne la riunione trentina. «È un problema che si ripete da molto – sostiene Carlo Giordani, valoroso organizzatore del Palio di Rovereto – e, personalmente, ho serie difficoltà a capire quali idee abbiano, e in quale direzione vadano, gli atleti italiani. E non ho mai ricevuto risposte, anche se, in anni passati, ho cercato di intervenire anche a livello di Federazione. Nessuna risposta».

Evidentemente gli organi federali non hanno alcuna intenzione o peggio, non riescono seriamente a metter mano ad una situazione piuttosto spinosa e ingarbugliata, lasciata ad una gestione ad personam. «Penso anche che i gruppi militari – continua Giordani – non riescano a gestire un tale contesto». Terra terra, sembra proprio che, a parte gli appuntamenti istituzionali (nazionali, campionati tricolori o di società), nessuno sia in grado di programmare adeguatamente e seriamente una stagione intera. Potere dei manager, dei tecnici, degli atleti stessi?

L’evidenza è sotto gli occhi di tutti. C’è chi termina la stagione a fine agosto, chi si dice stanco, chi preferisce prepararsi adeguatamente per l’inverno (i soli, forse, a cui non si può rimproverare qualcosa), chi se ne va al mare, altri hanno appena recuperato da un infortunio, altri ancora hanno perso le motivazioni dopo una stagione piuttosto intensa (niente indoor, al più una decina di gare, …). Insomma visti da fuori, gli atleti italiani paiono un’armata bracalone che marcia poco compatta e ciascuno in una direzione che non porta, nella maggioranza dei casi, a miglioramenti significativi in termini tecnici.

«Molti di questi atleti – continua Giordani – sono giovani emergenti, seconde schiere che se rinunciano a quei pochi appuntamenti di livello internazionale presenti in Italia, non hanno altre occasioni per confrontarsi con avversari di un certo valore e, di conseguenza, acquisire esperienza sul campo e crescere. Forse sperano di andare all’estero? Dove, in quale meeting?». O qui o la classica gara casalinga dove è facile vincere, piazzarsi nei primi, senza eccessive tensioni, contrasti, battaglie gomito a gomito, adrenalina a mille, capacità di gestirsi fuori e dentro le gare. Calma piatta. La pace dei sensi.

«Questi nostri appuntamenti, oltre a fornire uno spettacolo sportivo, hanno anche una importante funzione tecnica. Continuo a chiedermi: perché non sfruttarli? E il problema si ripete puntualmente anche quando organizziamo il cross (la “Vallagarina”, altro appuntamento invernale di una certa importanza, l’unico rimasto sul suolo italico, oltre al Campaccio e alla 5 Mulini)», conclude sconsolato il dirigente trentino.

In questo clima un po’ soporifero, che si alimenta volentieri di “prime pagine” e “gossip”, si tratta di un tema di non secondario interesse. Un tema da approfondire. Chi è che si fa avanti?

Foto: www.ladigetto.it

 

 

 

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