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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Nel mezzo dei giorni del rimorso

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Lunedì 6 Settembre 2022

 

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“Maledicendo la grafica avara dell’Eurobasket allargato dove non si capisce ancora niente perché le favorite sembrano tutte in maschera, molte schiave del campione NBA che non fa squadra, ma soltanto cassetta.”

Oscar Eleni

Nella pattumiera dove è finito un lavoro faticoso che stavamo per mandarvi. Maledizione tecnologica adesso che siamo nel mezzo di giorni dove il rimorso fa sentire piccole faine senza speranza contrariamente a quelle parlanti che hanno fatto vincere il Campiello a Zannoni. In colpa, per aver rifiutato l’invito a Cena Azzurra, del Luca Corsolini convinto che la passione possa tenere lontani i mercanti dal tempio.

 

In colpa con Sara Simeoni perché, sul Corrierun sa dire la verità con gentilezza; incapaci di essere come Dino Meneghin che nella bella intervista a Nino Materi sul Giornale sa dire le cose senza ferire, ma aiutando a capire nella speranza che lo faccia anche il Pozzecco che vede bello e vivace come quando era sul campo, che ama per come sta in panchina, anche se, per la salute, gli consiglia di prenderla più con calma.

Sarà per questo che i due stanno fuori dalle Federazioni. Sarà per questo che il computer ci ha mandato in malora cose che sembravano importanti seguendo Gaber quando se la prende con gente poco seria quando parla di se stessa.


La memoria non recupera tutto, dallo stupore per chi va ai matrimoni piuttosto che alle gare, dal nervoso per le troppe parole vendute insieme al fumo di certe dirette, qualcuna addirittura in ritardo di qualche minuto come si lamentavano al bar quelli sintonizzati sul derby di Milano. Noi maledicevamo invece soltanto la grafica avara dell’Eurobasket allargato dove non si capisce ancora niente perché le favorite sembrano tutte in maschera, molte schiave del campione NBA che non fa squadra, ma soltanto cassetta. Magari fossero tutti come Giannis Antetokounpo che fa notizia anche se una ragazza vorrebbe proporsi in matrimonio pur sapendo che è sposato e ha due figli che lo aspettano alle finali di Berlino dove potrebbe non arrivare la Lituania seguita nel girone di ferro a Colonia da tantissimi tifosi nell’arena dove c’è stato più pubblico: 19 mila fissi per la Germania sorpresa dominante.

Anche Milano ha risposto bene, tanti per la Grecia di Gianni e Itoudis, 12.mila per l’Italia che è uscita dal gorgo dello scontato meno 14 impegnando i più forti fino alla fine. Siamo squadra, non la migliore, forse non da terzo posto come prevede Peterson, accontentiamoci di questo e applaudiamo chi cerca di farla giocare con il sorriso sulle labbra, la felicità e la musica nel cuore.

Con dentro più rabbia che senno, promettendo invasioni oltre il lunedì del vostro barbiere quando avremo le 16 per le partite vere, dentro e fuori, di Berlino, passeremmo subito alla pagelle che erano la fine della meraviglia mangiata da questo schifoso computer. Il bene e il male serviti anche a chi crede di rappresentare soltanto l’una e l’altra cosa in un periodo dove certi slogan, come dice il monaco del Bose, sono vere e proprie bestemmie, coinvolgendo Dio, la patria adesso che dovremmo stringerci tutti insieme nel mondo bruciato e infettato, la famiglia, magari quella dei mulini colorati, la stessa che poi va davanti all’avvocato o al giudice per spartire, prendersi quello che può.

• 10 A Sandro GAMBA che agitava il suo bastone tifando Italia, applaudendo FONTECCHIO nel parterre del Forum dove era seduto di fianco a Meneghin, domandandosi, come tanti perché non ci fosse pure TANJEVIC uno dei pochi, insieme a lui e Recalcati o Primo, ad averci dato medaglie pesanti. Novant’anni, stessa gioia negli occhi seguendo il gioco, la medesima felicità di chi ha visto il film su di lui girato da Finnazzer Flory e trasmesso all’Anteo di City Life.

• 9 A Sara SIMEONI e Dino MENEGHIN anche se ci parlano soltanto dai giornali o dalla televisione visto che le Federazioni che loro hanno aiutato a diventare grandi preferiscono tenerli alla larga. Noi no.

• 8 A Gregg POPOVICH anima grande di San Antonio, nel bene, moltissimo e nel male, per essere venuto a trovare l’ex assistente Messina, l’ex suo campione Belinelli, per aver detto al mondo quello che gli invasati NBA spesso dimenticano: il basket europeo ha aiutato molto la lega professionistica più vista sulla terra.

• 7 A Giannis il greco che la nuova patria ha fornito di passaporto soltanto a 18 anni, di scarpe soltanto quando è diventato un a stella visto che da ragazzo doveva dividere l’unico paio che potevano permettersi nigeriani esuli costretti a vendere souvenir per sopravvivere. Per lui lo stesso amore che un Milano riservava ai grandi dell’era Rubini, poi del regno petersoniano.

• 6 A MESSINA per aver ammesso di aver di non aver avuto pazienza e occhio lungo su FONTECCHIO. Un peccato condivisibile con molti altri, con tutti quelli convinti che il lavoro in palestra, magari con due palloni, dribblando vecchie sedie serva meno della seduta video dove se la cantano e se la suonano quelli che non hanno mai scommesso su un Nando Gentile, un Fucka, una Pajola, uno che non è nato imparato, ma potrebbe migliorare se si sudasse insieme a lui, se i dirigenti non fossero da scuola minore, tipo io me la cavo come quelli del magnifico Papaleo, ignoranti legati al risultato e al tutto e subito, senza pazienza per chi deve lavorare per produrre giocatore veri e non badano a classifiche finte.

• 5 Alla LITUANIA che con il suo balbettio, i 0 punti in tre partite rischia di stare fuori dal vero europeo di Berlino. Formula sbaglia, giocatori sbagliati, finzione e realtà. Triste vedere andar fuori chi rappresenta una grande scuola.

• 4 Ai SOLONI che paragonano l’oggi a ieri e dimenticano sempre che URSS e Iugoslavia non erano poi così facili da battere se oggi nei vari tornei ci sono cinque o sei nazioni che li rappresentano e la Bosnia può battere la favorita Slovenia, la Georgia menomata mandare nel pallone i turchi più di quando faccia l’inflazione.

• 3 Ai CATTIVI che sghignazzano   paragonando i telespettatori per la pallavolo e per il basket nella sera maledetta della concomitanza oltre ventuno, orario scelto per mandare in paranoia qualsiasi redazione ora che la carta stampata serve soltanto per accartocciare pesce fradicio.

• 2 Alla LEGA basket che insiste tenendoci nel vago su queste dirette televisive, nella speranza che non succeda come al derby milanese di calcio. Nei bar il furore di chi aveva scoperto che le immagini arrivavano 3 minuti dopo, quasi come Calanhoglou.

• 1 Ai SOSPETTOSI che se la prendono con gli arbitri. Succede sempre negli sport dove si giudica, dalla marcia alla boxe, figurarsi quelli di contatto. Ora anche noi restiamo confusi, hanno allargato il torneo, preso arbitri ovunque. Come consolazione vorremmo dire che gli italiani Mazzoni, Baldini, Lanzarini hanno qualità e bella presenza, non è poco.

• 0 A GEORGIA e TURCHIA che se le sono date alla fine di una partita giocata malissimo e vinta dai padroni di casa. Ora i turchi minacciano di andarsene se l’organizzazione non mostrerà ai giudici la rissa dove, si dice, è stato coinvolto anche lo SHENGHELIA fuori con spalla lussata che ora tiene in sospeso il polo Virtus non certo distratto dall’ennesimo allenatore importante che se ne va per motivi famiglia. Come lo spagnolo che ha lasciato a Ticchi le ragazze della Vu-Nera. Basta che il filmato non sia come quello dell’Olimpiade del ’72, quella dove tutti perdemmo l’innocenza, quando gli americani battuti dai sovietici accusarono di malafede gli arbitri pilotati da mister Jones.

 

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