- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Piste&Pedane / Sciolto il rebus della staffetta

PDFPrintE-mail

Venerdì 22 Luglio 2022

ihemeje-22 


Nel giorno dei 200 stellari, l’interesse italiano si è focalizzato sull’attesa composizione della staffetta veloce. L’ingresso in finale non è proprio scontato come appare, ma un contraccolpo negativo sarebbe penoso da accettare.


Gianfranco Colasante

Alla fine la notizia più ghiotta – dal versante italiano – è l’annuncio della formazione che tenterà di mantenere in vita il ricordo di Tokyo. Priva di Jacobs, entrato in bacino di carenaggio, più psicologicamente che fisicamente, deluso e lontanissimo da quel 9”70/9”75 che in inverno gli prediceva il suo allenatore e mentore Paolo Camossi. Cosa sia veramente accaduto, in questi mesi, tra Africa, Europa e America, non lo sapremo mai: di certo, al primo meno-10 di Marcell tutto verrà dimenticato, casomai festeggiando la vittoria agli Europei di Monaco.

Ma sulla vicenda resterà la convinzione che il valore aggiunto che derivava dalla sua vittoria olimpica, non sia stato tutelato a dovere. Colpa di chi? Anche a questa domanda, non ci sarà risposta.

Dunque, fermo Patta all’avvio (c’è qualche riscontro più recente del 10”28 degli Assoluti d’un mese fa?), scala Pippo Tortu in seconda mentre lo spento Desalu mantiene la terza, con la dirittura affidata a Chituru Ali. Sulle cui doti fisiche non c’è alcun dubbio, ma sul quale pende una doppia incognita: le reali condizioni dopo il disastro della batteria dei 100 e la congenita idiosincrasia al cambio. Vedremo, anche perché la finale pare tutt’altro che proibitiva. Visto le avversarie e considerato che passano in tre col resto di due, non dovrebbe essere impresa da tramandare. Come, di contro, appare per il quartetto delle ragazze.

800 – Erano in pista l’attesa Bellò (esordio) e Catalin Tecuceanu (secondo turno). E’ andata meglio alla prima che al secondo. Dopo che nella prima batteria, la più veloce delle sei, si erano avuti i tre soli meno-2 della giornata, la tosta Elena ha provato a fare una gara di testa (58”10 a metà, dietro l’australiana Catriona Bisset), reggendo fino ai 700 quando è stata coinvolta in una caduta: chiude in sesta posizione, ma viene egualmente ammessa alle semifinali di domani assieme alla Bisset.

Semifinali dove si arresta la corsa di Tecuceanu vittima di una certa insensatezza tattica. Come sua abitudine, presa saldamente l’ultima posizione sin dal via, l’ha tenuta fino a un centinaio di metri dall’arrivo quando ha tentato una impossibile rimonta: il 12”90 finale è bastato solo per un quarto posto. Visto che a “passare” erano in due e che la gara era già prenotata dall’algerino Sedjati che l’aveva già castigato ad Orano, avrebbe dovuto fare di meglio. Per consolarci, utile riportare i passaggi della batteria che gli ha dato il RP con 1’44”83: 200/25”04 [6.], 400/51”80 [6.], 600/1’19”02 [8.]. Ultimi 100: 12”78.

TRIPLISTI – Erano in tre gli azzurri in pedana – come i brasiliani, uno in meno dei padroni di casa – per una qualificazione non impossibile (la bandierina piazzata a 17.05), ma che passano solo in cinque. Tra loro l’universitario dell’Oregon, Emanuel Ihemeje (vedi, Malagò, come integra lo sport italiano?) che al secondo tentativo si porta a 17.13. Come dire ad un centimetro dal “personale” all’aperto ottenuto su questa stessa pedana un anno fa. Va in finale anche Dallavalle (16.86), mentre Bocchi si ferma con la peggior misura dell’anno. Alla finale di sabato, priva dei cubani ed aperta ad ogni soluzione, si può guardare con un certo interesse.

 

Cerca