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Piste&Pedane / Oregon 22 (3): Jacobs, tormento con rimpianti

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Domenica 17 Luglio 2022

 

100-wch-22


Alla fine tutto è andato secondo il canovaccio ch’era stato abbozzato in questi mesi. Dopo una batteria sul filo del rischio, i controlli e la parola fine al Mondiale post-Tokyo. Poteva andare diversamente? Possibile, ma che ne sarà della 4x100? 

Daniele Perboni

Pegaso ha perso le ali e non potrà più trasportare folgori sull’Olimpo per aiutare Zeus padre. È stato addomesticato, non da Bellerofonte ma da un maligno infortunio che sin dalla primavera lo ha colpito e costretto ad una rincorsa ora rivelatasi inutile. Dopo le batterie di ieri, il volto del campione olimpico era scuro e teso. A qualche amico avevamo confidato che «Non corre le semifinali…». Purtroppo siamo stati facili profeti. Di seguito il testo della comunicazione rilasciata dal medico federale, professor Andrea Billi.

“L’atleta Marcell Jacobs, nel corso della batteria dei 100m di ieri, ha accusato contrattura a carico del grande adduttore della coscia destra che comunque gli ha permesso di concludere la performance. Subito dopo la gara è stato impostato un protocollo di terapia che ha portato alla decontrazione muscolare immediata. Nei test clinici condotti nella mattinata di oggi, la contrattura muscolare, seppure in maniera minore, rimaneva presente, per cui si è deciso di eseguire esami ecografico in statica ed in dinamica per valutare la reazione della componente muscolare. L’esame non ha mostrato lesioni muscolari, ma ha evidenziato in contrazione una zona di stasi ematica loco regionale a carico del grande adduttore della coscia destra. Essendo questo un quadro clinico che può mettere a rischio l’integrità muscolare e portare a lesioni, si è deciso di non consentire la partecipazione alla gara di questa sera”.

RINUNCIA – Ecco, invece, quanto ha scritto lo stesso Marcell sui social: “Una scelta dolorosa. Sono costretto a interrompere la corsa nonostante abbia voluto in ogni modo essere qui a Eugene e confrontarmi con i miei avversari. Non c’è niente che io ami di più che correre e gareggiare. Sono un combattente ed è con questo spirito che avevo deciso di non mancare l’appuntamento con i Mondiali. Ma adesso, per non rischiare un infortunio più serio, devo rimandare il confronto alle prossime gare importanti, dopo un recupero pieno. Agli italiani e ai miei fan faccio questa promessa: ce la metterò tutta per continuare a farvi sognare”.

Possiamo aggiungere altro? Forse sì. Con il senno di poi non avrebbe dovuto correre a Savona, come aveva anche lasciato trapelare il DT La Torre. Serviva un lasso di tempo maggiore per recuperare del tutto dopo la “disavventura” keniana. È stato generoso e riconoscente verso gli organizzatori e questo gli fa onore, purtroppo ha pagato caro il gesto. Troppo caro. Ora però, giù la saracinesca e via in officina per una revisione completa e, si spera, definitiva. La stagione non finisce certo dopo i Mondiali.

L’AMICO FRED – La giornata, al contrario, termina così, come era prevedibile, sfida in famiglia con la vittoria di chi l’ha più meritata: il secondo posto di Tokyo è vendicato. Anche se il futuro pare si chiami Oblique. Per trovare un precedente 1-2-3 US bisogna risalire al 1991 quando a vincere fu Carl Lewis col "mondale" portato a 9"86, guarda caso lo stesso crono di Kerley ... Qui di seguito l’anatomia della gara, con il risultato della Finale (-0,1) e i tempi delle Batterie e delle Semifinali:

1. Fred Kerley (Usa) 9”86 – Bt. (1.) 9”79; Sf. (1.) 10”02
2. Marvin Bracy (Usa) 9”88/.874 – Bt. (1.) 10”05; Sf. (2.) 9”93
3. Trayvon Bromell (Usa) 9”88/.876 – Bt. (1.) 9”89; Sf. (2.) 9”97/.667
4. Oblique Seville (Jam) 9”97 – Bt. (1.) 9”93; Sf. (1.) 9”90
5. Akani Simbine (Rsa) 10”01/.03 – Bt. (4.) 10”07; Sf. (1.) 9”97/.666
6. Christian Coleman (Usa) 10”01/.05 – Bt. (1.) 10”08; Sf. (2.) 10”05
7. Abdul Hakim Sani Brown (Jpn) 10”06  Bt. (1.) 9”98; Sf. (3.) 10”05
8. Aaron Brown (Can) 10”07 – Bt. (3.) 10”06; Sf. (3.) 10”06

AZZURRE – Più che bene un’ottima Elena Vallortigara, finalmente libera da incubi e problemi fisici. Entrata in gara a 1.81 sale senza errori a 1.86, 1.90 e 1.93, misura di qualificazione. Appuntamento per la finale martedì 19, ore 17,40, le 2,40 in Europa. Sorpresa Levchenko, una delle candidate alle medaglie: 2.02 di personale, risalente al 2019, ma “solo” 1.95 quest’anno, è stata eliminata a quota 1.90.

Sembra rinata Zaynab Dosso, dopo i fasti e il primato italiano dell’inverno nei 60, migliorato due volte (7”16 e 7”14). Una prima parte di stagione non proprio esaltante ed ora ecco l’approdo in semifinale con il terzo posto in batteria (11”26/+0,2). «La semifinale era il mio obiettivo e in gara sono rimasta focalizzata su quello. Per il tempo vedremo domani». Con 11”19 Za è la seconda italiana di sempre sui 100 (Savona, 18 maggio). Davanti la solita e ancora inarrivata Manuela Levorato: 11”14 (Losanna, 4 luglio 2001).

Miss Saggezza, il suo nome in arabo, è stata inserita nella terza semifinale. Il compito di un avanzamento “di carriera” è impossibile. Fra le otto è quella con il peggior crono stagionale e tre corsie alla sua destra troverà una certa Fraser-Pryce, 36 anni, un personale di 10”60 e uno stagionale di 10”67. Serve altro?

Fuori un’anonima Ottavia Cestonaro: 13.63/+0,4 nel triplo, 22.ma su 28 concorrenti. Fuori anche la tosta Sabbatini, ma per squalifica dopo il sesto posto in batteria (4'05"41) per aver mandato per le terre l'ugandese Winnie Nanyondo. Nulla da fare anche per Mario Lambrughi. 50”18 nei 400 con barriere e primo degli esclusi. Ci si domandava come stava il “marziano” norvegese Warholm, alle prese, sin da inizio stagione con un infortunio. Beh, dopo una partenza sparata e corsa come non ci fosse un domani, ha messo in folle il motore per terminare con un modesto, per lui, 49”34 (primato stagionale), ma più che sufficiente per approdare ad una delle tre semifinali. I vari Benjamin e Dos Santos sono avvisati. 

 

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