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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

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Piste&Pedane / Buona la prima, ma con la testa ad Eugene

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Venerdì 20 Maggio 2022

 

jacobs-mei 


C’era molto interesse attorno al rientro di Marcell sui 100, distanza che non correva dalla meraviglia di Tokyo. Pur con i postumi dei recenti malanni, ne è uscito un 10”04 che soddisfa solo in parte. Anche se resta l’ottavo tempo in carriera.

Daniele Perboni

Mancano due ore all’esordio. Per “ammazzare” il tempo si sta stretti nella striminzita ombra disegnata dall’edificio che ospita spogliatoi e quant’altro serve per la gestione di un evento sportivo. Il collega genovese, stretto in una giacca color sabbia, nonostante il caldo abbottonata sin sotto la gola, spiega: «Vedi lassù? Sono rocce calcaree. Quello sotto — indicando la pista, ripulita per l’occasione — è terreno argilloso, quindi impermeabile. Dunque l’acqua prima scende, poi, non avendo nessuna via di fuga risale, formando le “fontane”. Da lì il nome Fontanassa».

È la sesta volta che l’impianto savonese ospita Marcell Jacobs, l’uomo da battere, l’atleta che ha stupito il mondo, britannici e nord americani per primi, il velocista proprietario di tre corone (oro e alloro olimpico, titolo continentale e iridato dei 60 metri sotto tetto). Questi sono i precedenti, sempre sui 100:

• 2016 (25 Maggio) – 10”23 (1.)
• 2018 (23 Maggio) – 10”08 (2.)
• 2019 (29 Maggio) – 10”19 (1.)
• 2020 (16 Luglio) – 10”14 (2.)
• 2021 (13 Maggio) – (b1) 9”95 RN

Nel frattempo, il pubblico piano piano riempie le piccole tribune, incurante del caldo. Il vento soffia dal mare e, come al solito, si opta per il rettilineo opposto, così da sfruttare la brezza favorevole.

L’organizzatore, allarmato e anche un tantino sovreccitato, alla vigilia era stato preso dal panico. Oltre venti le richieste di accredito stampa. Alcune anche dall’estero. Che cosa si aspettava? Forse una riunione tranquilla, fra quattro amici al bar, i soliti inguaribili innamorati della disciplina come negli anni precedenti? Chiaro che con la presenza di Jacobs, Patta e Desalu, come dire il 75 per cento della staffetta d’oro di Tokyo, l’interesse sarebbe salito alle stelle. Girandola di telefonate nel tentativo di lasciare a casa qualcuno. Manovra non riuscita. Pare.

Il programma prevede le batterie dei 100 uomini alle 16,35. In ritardo di soli tre minuti tutto è pronto. Il silenzio cala sullo stadio. Poco più di dieci secondi e tutto è finito. Come da pronostico il gardenese di El Paso chiude in 9”99w (+2,3), davanti a Mudiyanselage (Sri Lanka, allenato da Licciardiello) 10”04w, Vicaut (Fra) 10”07w e Chituru Ali 10”12w.

Prima sorpresa: il crono di Marcell, ottenuto con eccessiva fatica rispetto alle attese. «Ho faticato e avvertito un indurimento al gluteo sinistro, ma ho pensato al pubblico venuto apposta per vedermi. Allora mi son detto portiamo a casa la gara». Nonostante quel dolorino, il ragazzo decide di prender parte alla finale. Abbiamo sbagliato le nostre previsioni della vigilia, scrivendo che avrebbe corso solo la batteria. Meglio così, anche se quella decisione potrebbe costare molto cara in un prossimo futuro. 

Seconda sorpresa. Il gigante (1,98x98 kg) Ali, da novembre di stanza fisso a Castelporziano e seguito sempre da Licciardiello. Nell’altra batteria, vinta dall’ivoriano Cissè in 10”09/+1,3, esordio di Lorenzo Patta che per due centesimi (10”19 a 10”21) si lascia dietro Fausto Desalu, al primato personale.

Un’ora e sette minuti dopo eccoli nuovamente davanti ai blocchi. Nel frattempo il primattore si è fatto lungamente massaggiare dal fido Marcellini. In ordine di corsia crescente: Vicaut, Cissè, Jacobs, Mudiyanselage , Fall, Ali. Ordine d’arrivo: (+0,3) 1. Jacobs 10”04, 2. Cissè 10”10, 3. Vicaut 10”12, 4. Mudiyanselage 10”16, 5. Ali 10”18, 6. Fall 10”24.

Prima sorpresa: ancora una volta il crono è superiore a quello che ci si attendeva. La parola al diretto interessato: «Non ho fatto il personale, mi è mancato qualcosa. Mi sono sentito un po’ vuoto, però mi sono piaciuto. Ero perfettamente a conoscenza di quello che stava accadendo. Nella mia testa c’era una vera e propria telecronaca. Sapevo chi avevo a destra e a sinistra, dove erano posizionati, se dovevo allungare o rilassarmi. Ho visto Cissè un poco in vantaggio allora ho deciso di dare due zampate per arrivargli davanti. Tenete presente che tornato dal Kenya sono stato due giorni a letto. Ho perso peso, muscoli. Ora testa a Eugene. Sarà un banco di prova difficile. Tutti gli americani lì pronti a farmela pagare». 

L’inconveniente di Nairobi consiglierebbe prudenza. Tre giorni in ospedale, diarrea, vomito, febbre. Chi dice virus chi batteri. Gli antibiotici sono farmaci che uccidono i batteri, ma non hanno alcun effetto sui virus. Dunque, infezione da virus o batteri? L’infezione gastrointestinale abbisogna di almeno 3/4 giorni di incubazione. Difficile, dunque, l’abbia contratta a Nairobi e neppure nella sosta di Doha dove, così ha dichiarato il fisioterapista, Marcell ha consumato un hamburger e coca con ghiaccio. Altro piccolo mistero.

Il viaggio verso l’Oregon è lungo (circa 15 ore di volo) con nove ore di fuso orario di differenza. Piuttosto impegnativo da digerire. Laggiù gli impegni “istituzionali” non mancheranno (la Nike, sponsor di Marcell, è stata fondata proprio a Eugene ed ha la sede a Beaverton, sempre in Oregon). Già lo scorso anno, dopo Tokyo, Jacobs aveva rinunciato. Probabilmente da quelle parti non l’hanno presa bene, anche se hanno fatto buon viso a … Un’altra rinuncia pare impossibile. È il business bellezza! Che fare? Sette corsie per sette assatanati pronti a sbranarlo. Servirà l’ennesima zampata. Sempre che i postumi dell’infezione siano stati recuperati. Prima della partenza per gli States altri impegni attendono l’olimpionico, troverà il tempo necessario per allenarsi? Dove? Quando?

Seconda sorpresa. Chituru Ali, quinto, stampa un’altra eccellente prestazione: 10”18 e primato personale migliorato di un decimo (precedente, 10”28/+0,6, Roma 12 maggio). E dire che la scorsa stagione aveva chiuso con 10”40/+0,3 (Roma 14 aprile). Un altro buon velocista da inserire in staffetta? Lo scorso anno era stato portato a Tokyo come riserva e mai utilizzato. Pare che nei cambi sia un vero disastro. Lo avevamo visto in azione per la prima volta nella primavera 2020, al XV aprile di Milano. Con enorme sorpresa in una batteria secondaria ottenne il miglior tempo di tutti sui 150. Faticava a rispondere alle domande. Ora appare più spigliato. A domanda in quale frazione gli piacerebbe correre risponde sorridendo «Quella dove ci sono meno cambi». Il netto miglioramento lo attribuisce «al mio trasferimento a Roma, dove vivo veramente come un “professionista”». Non intende fermarsi ai 100 ma spaziare anche sulla doppia distanza per essere «un velocista completo e poter battere tutti».

 

Foto: Colombo/Meeting di Savona. 



 

 

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