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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Ancora tutti a caccia di Pietro

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Mercoledì 4 Maggio 2022

 

     byron 


Non un editto, ma piccole notazioni per ricordare a chi di dovere che – in quel vasto e turbolento recinto che racchiude il nostro mondo – esistono ancora storie e vicende, se non proprio edificanti, almeno da ricordare.

Giorgio Cimbrico 

La cacciata dell’atletica tricolore dall’Olimpico, impegnato in concerti che –, non riguardando musica del Settecento, sfuggono ai miei interessi –, non mi induce a geremiadi né tantomeno a percorrere i facili sentieri dello sdegno o della polemica politica o della satira, che i latini stimavano un’appuntita lancia. Muggisce, affonda i colpi e lo staffile e strilla chi teme di non esser ascoltato o vuole stupire a tutti costi. 

Meglio esser sommessi e rivolgersi al nostro piccolo popolo. In questo senso, è andata bene: meglio la “fidelis” Rieti che la distratta Roma: sono in vena di eufemismi. I Campionati Italiani non sono gli Internazionali d’Italia, dove comparire è la parola d’ordine e l’area dell’ospitalità, frequentata da ogni tipo di genia, è una tendopoli vasta come quella dell’accampamento del gran re Dario. 

Meglio dedicarsi alla ricerca di storie edificanti o emozionanti. Ce ne sono ancora, senza punto interrogativo.  

La prima: a 100 anni Lester Wright, dopo aver scelto il palcoscenico ricco di tradizione delle Penn Relays, ha corso i 100 in 26”34, record mondiale per la sua attempata e non troppo frequentata categoria. Sarebbe bello conoscerlo e chiacchierare con lui, ne avrebbe da raccontare: a 22 anni era sbarcato in Normandia e, a seguire, aveva combattuto agli ordini di George Patton nella durissima battaglia del Bulge (più nota come l’offensiva tedesca nelle Ardenne) conquistando i galloni di sergente. 

La seconda: molto romantica. Autore, proprio in questi giorni di 202 anni or sono, George Gordon, meglio conosciuto come Lord Byron. Nuotò dall’Asia all’Europa varcando l’Ellesponto per ricordare il triste fato del povero Leandro che tentava di raggiungere l’amata Ero e che annegò negli irati flutti, scatenando il dolore eterno della povera sacerdotessa di Diana. 

In tempi in cui certi esercizi fisici erano visti come sorprendenti o scandalosi, il bel George era un provetto nuotatore: a Venezia coprì la distanza che corre dal Lido a quello che è oggi noto come piazzale Roma e affondò le sue bracciate anche nel mare di Genova (abitava in una bella villa sulla collina di Albaro) e in quello di Lerici, in compagnia dell’amico Percy Bysshe Shelley il cui corpo avrebbe bruciato su una pira, sulla spiaggia di Viareggio, dopo averlo ripescato in mare. Shelley era il marito di Mary Woolstonecraft, la creatrice di Frankenstein. Byron morì quattordici anni dopo a Missolungi dove era andato a combattere per la libertà della Grecia. Prima di morire si fece ritrarre in un magnifico costume locale, di gusto sospeso tra l’Asia e l’Europa, proprio come il braccia di mare che aveva varcato. 

La terza non è una storia, ma un’annotazione: sino al “Kip Keino Classic” del settembre 2021, il miglior tempo ottenuto in altitudine era il 9”87 di Obadele Thompson a Johannesburg 1998. Sulla nuova pista di Kasarani, circa 1700 slm, e con il vento giusto alle spalle, Trayvon Bromell, 9”76, e Ferdinand Omanyala, 9”77, sono scesi di un decimo. Tutto questo, attendendo quel che capiterà sabato (sul rettilineo Jacobs, Kerley, Omanyala e Tortu), è a scopo puramente informativo. Il miglior tempo italiano è il 10”01 messicano di un certo Pietro Mennea. 

 

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