- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Ricoverarsi da Sport e Salute

PDFPrintE-mail

Martedì 28 Dicembre 2018

 

basket-20 


Alla ricerca di UFO ragionanti nello sport devastato, correndo come Cannavaro dalla California all’Irlanda del Nord dove sono sicuri di aver incontrato gli elfi di Sport e Salute, quelli che si lamentano per tutto, ma poi non fanno niente per cambiare le cose.

Oscar Eleni

Ci vorrebbe davvero la Gialappa’s e non soltanto per quelli che ci ammorbano nelle televisioni, politici o virologi non fa differenza. Servirebbe che sotto la sequoia secolare i cosiddetti capi tribù si mettessero ad ascoltare chi ha idee anche nella tragedia pandemica, mentre si va verso l’Olimpiade invernale cinese mascherata proprio adesso che sulla scialuppa che avrebbe dovuto portare in salvo un movimento malato quelli di Sport e Salute, in stile italiano, hanno gettato la maschera urlando a chi lamentava di aver preso meno di chi fa tiro alla lepre, hockey subacqueo, arco, danza e pesca sportiva, che nell’elargizione della pecunia, con il CONI astenuto in votazione –, soltanto in quella? –, erano stati usati criteri oggettivi (toh) e non discrezionali.

Sottintendendo che prima, per avere voti si dava secondo discrezione dopo aver ingurgitato un lassativo come direbbero i terribili, ormai non più ragazzi, ma chi lo dice?, che se la godono, anche se la gente per strada non li riconosce dopo oltre trent’anni di gioia per televisione e radio.

In questa bufera, fra voli, vacanze, alberghi, cenoni disdetti, sarebbe bello se si arrivasse allo sciopero dei circences come dice Guardiola, sarebbe interessante trovare una via d’uscita per non mandare tutto a puttane come si augurava Churchill nell’ora più buia.

Certo sarà difficile valutare una stagione sportiva come questa dove persino gli sciatori vengono contagiati da contatti troppo ravvicinati già al cancelletto di partenza. Cosa dire di campionati dove sono più le partite rinviate di quelle che un calendario possa sopportare, dove i contagiati sono anche più di 10?

Certo ci deve essere un birichino fra i famosi dei dello sport, ricordati in noiose tiritere televisive, se nel basket, ad esempio, le figlie di una ricchezza maggiore, come Armani e Virtus Segafredo hanno avuto più appuntamenti dai medici che in palestra, se, in quello che il presidente federale definisce il circo dell’Eurolega, Sasha Djordjevic ad Istanbul ha avuto soltanto guai, una maledizione che ha colpito tanti giocatori, allenatori, squadre.

L’Eurolega e l’Eurocup saranno anche circhi, ma non diversi da quelli dove prevale la cosiddetta eguaglianza competitiva, con promozioni e retrocessioni, a comandare è la ricchezza economica più che dei vivai, a vincere non sono certo i poverelli e nessuno gode se società storiche devono ripartire dal basso. Ipocrisia di chi non ha abolito tasse pesanti anche in pandemia, ipocrisia di chi ha svenduto mondiali, europei, coppe ai migliori offerenti anche se la Fiba ti faceva giocare in una vecchia scuderia, e la FIFA nel torrido, bastava che i pranzi per i dirigenti, oltre alle mance, fossero degni di chi assegnava, decideva.

Questo è diventato un circo perché chi doveva aiutarlo nell’emancipazione si è dimenticato di tutelare i suoi campioni pur di vendere tutto e adesso che questi “fenomeni” si ribellano, pensando prima al contratto che alla maglia ecco le vergini dai candidi manti perdersi nel labirinto degli ipocriti.

Nel circo di stanno anche ragazzi che soffrono, ma reagiscono come tenta di fare Ale Gentile, confuso da chi diceva di amarlo davvero e non lo ha aiutato a combattere, come hanno fatto in questa giornata con due sole partite il Lucio Redivo nella Brindisi senza pace interiore o il ghibellin fuggiasco Amedeo Della Valle mandato fuori dai confini e ora rimpianto da chi lo vede così rigenerato da Magro nella Brescia che come Pesaro e Caserta non finiranno di sorprendere dopo aver capito gli errori.

Servono pagelle al brucio perché gli irlandesi che hanno avvistato UFO stanno ridendo come matti dopo aver sentito che certi allenatori non piacciono perché troppo ruvidi, perché se allontanano un giocatore lo fanno così male che i poveretti poi odiano il club e persino la Federazione. Certo una barzelletta cari dirigenti disperati. I giocatori di oggi, negli sport professionistici, amano soltanto il loro agente, spesso anche più delle mogli e dei genitori petulanti convinti che abbiano sempre ragione, sia che ad allenarli ci vada Mourinho, Conte, Messina, uno dei tanti bravi toscani, Sacchetti, Recalcati o, magari, persino il professor Capobianco che aiuta la FIP quando ha esaurito i fogli di via.

• 10 A Luca REDIVO gettonato argentino italianizzato che Brindisi ha messo in squadra aspettando la salute di mercenari senza cuore. Lui ha resistito, si è fatto pure male, ma anche nella dolorosa sconfitta contro Pesaro è stato davvero un leone questo classe 1994 che non supera l’1.85.

• 9 Per Amedeo DELLA VALLE che con il suo massimo di 34 punti in campionato ha messo nel sacco una Treviso sfinita e malata che il povero Menetti deve soltanto curare perché la strada sarà lunga. Divi, non divo, finalmente, recuperato dopo la salamoia di Milano, la tristezza da esiliato. Speriamo che duri, che Magro lo faccia durare.

• 8 Al Luca BANCHI che ha tutto il diritto di ricordare che quando Milano lo liquidò lui aveva fatto tante cose importanti per Siena, per Armani. Ora in questo salvataggio della Pesaro nata per soffrire, dopo l’età aurea di Scavolini con il prefetto Puglisi doppietta in spalla, riesce a motivare giocatori che un altro manderebbe ai bagni di Alceo.

• 7 A Paolo BANCHERO che a Duke fa meraviglie se ci assicurerà che pur essendo una probabile seconda scelta della NBA penserà davvero alla Nazionale prima che ghigliottinino Sacchetti. Ne avrebbe bisogno, il rude e dolce Romeo, visti gli italianuzzi che deve schierare nelle finestre della prepotenza assurda dei fibaioli.

• 6 A RECALCATI, GHIACCI che nei loro messaggi ai comandanti suggeriscono soluzioni sagge, importanti. Come Obradovic che da Belgrado prega di risparmiare a chi fa Eurolega ed Eurocup il tormento del campionato suggerendo play off assicurati. Ci si può ragionare, discutere, ma almeno non fateci assistere al monologo di chi comanda e non si fida di nessuno.

• 5 A RAI, EUROSPORT e DISCOVERY se in questa catastrofe sanitaria non suggeriranno ai pavidi che hanno il timone di ridurre la finale di Coppa Italia da otto a quattro squadre. Certo non ne beneficeranno quelle che ora sanno di dover giocare anche 90 partite, ma almeno le altre potranno riposare, incassando ugualmente i premi pattuiti.

• 4 Al GIUDICE che ha squalificato giustamente la smodata danza della felicità del giocatore americano di Pesaro perché alla fine pagherà la stessa multa di Brindisi per gli insulti del suo pubblico, certo non inviti ad una bella bevuta nel terzo tempo. Vitucci ha ragione quando stigmatizza l’eccesso dei vincitori, ma è sicuro di essere sempre dalla parte del giusto con gli arbitri?

• 3 All’ULEB, come la LEGA, come la FIBA, per non aver ancora deciso, davanti al disastro ai troppi contagiati soluzioni che tutelino la salute dei giocatori e anche il risultato sportivo. Come avrebbero dovuto fare all’inizio, soltanto guardando oltre certezze che la medicina non dava.

• 2 Al COVID e a tutti quelli che non fanno niente per evitare un contagio perché ci ha davvero stressato e la clausura senza sport in televisione è una tortura anche peggiore di quella che ci tocca ascoltando dei maramao che vivono anche da maledetti.

1 A PETRUCCI se non dirà a MALAGO’ che è venuta l’ora della ribellione anche nel nome del BSRELLI del nuoto super vincente che più di ogni altro presidente dovrebbe ribaltare il tavolo.

0 A quelli tanto oggettivi e non discrezionali di SPORT E SALUTE (ma dai) se non ci convinceranno coi fatti e non con le battute che danza, pesca e caccia hanno meritato più di certe federazioni, magari non proprio virtuose, ma che diventeranno anche peggiori se la povertà colpirà soprattutto i progetti per reclutare ed insegnare, rendendo precari tanti giovani allenatori, tanti illusi dal un professionismo senza gioia.

 

Cerca