- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / "Lo faccio solo per mia nonna"

PDFPrintE-mail

Martedì 15 Giugno 2021

 

cheng 


Nonna che oggi vive in Canada e che col nome di Cheng Feng-jung fu primatista mondiale dell’alto, il primo record arrivato in Cina. Ora sua nipote Zheng Ninali prova a compensarla per le mancate Olimpiadi del ’56.

Giorgio Cimbrico

Eptathlon di Arona, Canarie: vince Nina Schultz, Cina, 6358 punti. Strano nome per una cinese. La stessa Nina Schultz che tre anni fa, ai Giochi del Commowealth, finì seconda alle spalle di Katarina Johnson-Thompson, ma in quell’occasione accanto al nome c’era la sigla del Canada. Cambio di paese, di passaporto, di nome: ora è Zheng Ninali, autorizzata dal 12 aprile a gareggiare per il suo nuovo paese, quello della nonna materna.

“Non l’ho fatto per un impulso passeggero: voglio realizzare il sogno di mia nonna” che, secondo il nuovo modo di traslitterare, si chiama Zheng Fengrong, ma secondo quello vecchio era Cheng Feng-jung, un nome che può esser ritrovato nella progressione dei record mondiali: 1.77 il 17 novembre 1957 a Pechino, record strappato a Jolanda Balas, unica interruzione in un regno che assomiglia a una dittatura, quattordici anni.

Quel giorno Zheng portava quella che veniva definita “scarpetta ortopedica”, bandita dalla IAAF nel ’58. Qualche mese prima, a Leningrado, con simile calzatura Yuri Stepanov aveva portato il record del mondo a 2.16. “Non aver partecipato alle Olimpiadi di Melbourne è stato un grande dolore”, confessa l’84.enne nonna che venne costretta a subire il boicottaggio della Repubblica Popolare per la presenza di Taiwan, non l’unico che afflisse la prima Olimpiade australe.

Del caso Schultz (o Zheng) si sono occupati i giornali canadesi, proiettandolo nel quadro dei tesi rapporti che stanno correndo tra Ottawa e Pechino. I canadesi sono in prima linea nella proposta di un boicottaggio nei confronti dei Giochi Invernali di Pechino 2022, per protestare contro le violenze e le vessazioni riservate alla popolazione degli Ujghuri, nel Turkestan, e vigilano sugli sviluppi della repressione a Hong Kong. Qualcuno ha scritto che la nonna cui Nina è così legata sia un personaggio molto rispettato all’interno del partito.

La ragazza è nata alla fine del ‘98 a New Westminster, British Columbia. Padre canadese (di origine tedesca, a occhio), madre (la figlia di Zheng) emigrata dalla Cina agli inizi degli anni Novanta. È una zona da oltre un secolo meta dell’emigrazione cinese. Vancouver, dalla vasta Chinatown, ha ricevuto l‘etichetta di Hongcouver.

Dopo il divorzio dei genitori, la nonna non ha mai perso di vista la nipote che prima in patria, poi alla Kansas State, infine in Georgia, ha lasciato segni sempre più interessanti, sino a meritare, a 18 anni, un posto nella squadra canadese per i Giochi del Commonwealth di Gold Coast, Queensland (dove, nel 2032, farà tappa l’accelerato olimpico). La più giovane, ma non una mascotte.

I rapporti con la nonna si sono fatti sempre più fitti e sono culminati in una serie di scelte singolari: Nina ha gareggiato poco (“di lei abbiamo perso le tracce”, dicono ad Atlanta) sino a dichiarare di voler abbandonare il “pianeta” NCAA per diventare un’atleta professionista. Nel frattempo, un’apparizione nel suo nuovo paese, in gara come “cinese d’oltremare”.

Esordio con il vecchio nome e la nuova sigla al meeting di prove multiple di Arona e vittoria con largo record personale portato a 6358 punti, ottenuti con un andamento molto regolare, senza particolari picchi: 13”39, 1.76 (un cm peggio di nonna!), 13.86, 24”51, 6.23, 48.26 e 2’14”49. Attualmente è quinta al mondo, a 300 punti dalla leader, l’ungherese Xenia Kriszan, 6661 vincendo a Götzis.

Pasticceria d’alta classe

A Eugene stanno per partire i “Trials” che per i vecchi suiveur equivalgono, a seconda dei gusti, a una pasticceria d’alta classe, a una cantina preziosa, a … Non vorrei finire in accostamenti lascivi, oggi vivamente sconsigliati.

Ho provato, invano, a individuare le radici di un giovanotto dall’aspetto taurino, dalle prestazioni da tener d’occhio (19”91) e dallo stranissimo nome: Joseph Fahnbulleh. Provenienza, Minnesota, residenza, Florida, si limitano le schede. “Ma i tuoi di dove sono?”, gli ha chiesto un giornalista più intraprendete di altri. Joe ha glissato e il cronista è stato costretto a concludere che si tratti di afro-americano. Più afro che americano, dall’aspetto.

Nella foto la 21.enne Cheng Feng-Yung appena superato l’1.77 del “mondiale” (17 Nov 1957). Archivio SportOlimpico.

 

Cerca