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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
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I sentieri di Cimbricus / Nella terra degli uomini vitruviani

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Martedì 1° Giugno 2021


warner 


Quarto di sempre, Damian Warner si è fermato appena al di sotto della magica soglia dei 9000 punti nel decathlon, l’ultimo continente che resta compiutamente da esplorare.

Giorgio Cimbrico

Damian Warner è l’ennesima prova che quando due etnie si incontrano, le migliori qualità, fortificate dal cocktail, possono venire in superficie. Il padre di Damian è di Barbados, la madre è una canadese bianca. Lui è nato a London, Ontario. In questo senso il decathlon è una miniera: Jim Thorpe, nativo (una volta si diceva pellerossa), irlandese e qualcosa di francese; Daley Thompson, scozzese e nigeriano; Dan O’Brien, afroamericano e finlandese; Brian Clay, afroamericano e giapponese; Ashton Eaton, afroamericano e caucasico per parte di madre.

Curiosamente, O’Brien e Eaton sono concittadini: Portland, Oregon. Esistono molti altri illustri o freschi esempi: Tiger Woods, Michael Norman, Malaika Mihambo, Andrew Howe, Marcell Jacobs, Larissa Iapichino. Rivoli diversi e complessi in Wayde van Niekerk.

Il decathlon, terra di uomini vitruviani, ha offerto il meglio: otto titoli olimpici, otto titoli mondiali, sette record del mondo. Contrariamente a quanto ne pensi qualcuno, mixare apre a magnifiche possibilità: le prove sono sotto gli occhi sfogliando i sacri testi, cartacei o in rete, o tenendosi aggiornati sui risultati, linfa vitale per capire e per lasciarsi andare a goffe previsioni, a imbarazzanti analisi.

Non resta che tornare a Warner che a 31 anni compiuti una corona ben piantata sulla testa ce l’ha: nessuno ha vinto quanto lui a Götzis, Vorarlberg austriaco, la Wimbledon del decathlon, la Twickenham delle prove multiple, la Wembley degli affezionati alle fatiche ripartite in due giorni: sei vittorie all’Hypo Meeting nel “tempio” del Mosle Stadium.

Il resto del raccolto: un titolo del Commonwealth, un bronzo olimpico a Rio, un argento e due bronzi mondiali. Non è colpa sua se è finito a capofitto nell’era Eaton di cui è ottimo amico. Quando Ashton e la moglie Brianne Theisen, connazionale di Warner, decisero di chiudere, Damian ebbe una ghiotta occasione ai Mondiali di Londra, ma finì per essere uno dei contagiati da quel virus che costringeva a spiacevoli corse alla toilette e finì quinto.

È un esempio di costanza e di progresso. Nel 2018, sempre a Götzis, toccò gli 8795 punti, un record che domenica ha migliorato di 200 tondi. Non è proprio fortunato: con un decimo in meno qua, un palmo in più là, sarebbe diventato il quarto uomo a superare i 9000 punti dopo Roman Sebrle (barriera forzata all’Hypo, naturalmente), Eaton e Kevin Mayer. Deve accontentarsi di essere il quarto di sempre, scavalcando di un punto un altro simbolo della specialità, Tomas Dvorak, tre risultati tra 8900 e 8994.

“In origine ero un lunghista”: così si spiega che sia atterrato, con vento perfettamente legale (+1,2), a 8.28, privando Eaton di uno dei “parziali” record registrati durante un decathlon (era 8.23) e abbia dato una scossa a un altro mondiale, suo: da 13”44 a 13”36 negli ostacoli. Il lungo e il 10”14 d’esordio (a due centesimi dal record personale) hanno concorso con 2195 punti al raccolto della prima giornata, 4743, il più alto della storia, cinque in più di Dan O’Brien nel ‘94.

L’astronomico parziale può aprire un dibattito sulla capacità di distribuire le prestazioni nelle due giornate. In questo campo, nessun come Mayer che, non per caso studente di scienza delle misurazioni, nel settembre 2018 a Talence fece seguire i 4563 punti della giornata con i 4563 punti nella seconda per il prodotto finale di 9126. Casuale, miracoloso?

Warner, velocista, lunghista e ostacolista, ha retto il ritmo dei 9000 sino al disco per poi vedere calare la curva di rendimento e chiudere la seconda parte con 4252. A quel livello un record personale di 4.85 è poca cosa e il 4.80 della gara è stato eloquente su chances che andavano liquefacendosi.

Il canadese è l’esempio del decatleta che poggia su doti naturali; Mayer, per contro, ha imperniato il lavoro sui progressi nelle specialità tecniche. A parte i 5.60 d’asta (5.45 all’aperto), stupiscono, in relazione alla struttura fisica del francese con ascendenze alsaziane (1,85 per 82, più o meno la stessa di Warner), i record nei lanci: 17.08 di peso, 52.38 di disco, 71.90 nel giavellotto.

L’equilibrio opposto ai picchi, la curva costante opposta a quella che sale e scende. Il decathlon è un continente da esplorare e da conquistare usando strategie diverse.


DECATHLON ALL-TIME

9126      Kevin Mayer (FRA), Talence, 16 Set 2018
(10”55/0,3, 7.80/1,2, 16.00, 2.05, 48”42 – 13”75/-1,1, 50.54, 5.45, 71.90, 4’36”11)
9045      Ashton Eaton (USA), Pechino, 29 Ago 2015
(10”23/-0,4, 7.88/0,0, 14.52, 2.01, 45”00 – 13”69/-0,2, 43.34, 5.20, 63.63, 4’17”52)
9026      Roman Šebrle (CZE), Götzis, 27 Mag 2001
(10”64/0,0, 8.11/1,9, 15.33, 2.12, 47”79 – 13”92/-0.2, 47.92, 4.80, 70.16, 4’21”98)
8995      Damian Warner (CAN), Götzis, 30 Mag 2021
(10”14/0,7, 8.28/1,2. 14.31, 2.09, 47”90 – 13”36/0,9, 48.43, 4.80, 59.46, 4’25”19)
8994      Tomáš Dvořák (CZE), Praga, 4 Lug 1999
(10”54/-0,1, 7.90/1,1, 16.78, 2.04, 48”08 – 13”73/0,0, 48.33, 4.90, 72.32, 4’37”20)
8891      Dan O’Brien (USA), Talence, 5 Set 1992
(10”43w/2,1, 8.08/1,8, 16.69, 2.07, 48”51 – 13”98/-0,5, 48.56, 5.00, 62.58, 4’42”10)
8832      Bryan Clay (USA), Eugene, 30 Giu 2008
(10”39/-0,4, 7.39/-1,6, 15.17, 2.08, 48”41 – 13”75/1,9, 52.74, 5.00, 70.55, 4’50”97)
8815      Erki Nool (EST), Edmonton, 7 Ago 2001
(10”60/1,5, 7.63/2,00, 14.90, 2.03, 46”23 – 14”40/0,0, 43.40, 5.40, 67.01, 4’29”58)
8811      Daley Thompson (GBR), Stoccarda, 28 Ago 1986
(10”26/2,0, 7.72/1,0, 15.73, 2.00, 47”02 – 14”04/-0,3, 43.38, 5.10, 62.78, 4’26”16)
8790      Trey Hardee (USA), Berlino, 20 Ago 2009
(10”45/0,2, 7.83/1,9, 15.33, 1.99, 48”13 – 13”86/0,3. 48.08, 5.20, 68.00, 4’48”91)


Foto: worldathletics.org

 

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