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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Meno carote e piu' competenza, please

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Giovedì 15 Aprile 2021


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Sarebbe il minimo da pretendere da chi – per caso, per avventura o per furbizia – si è installato sul ponte di comando di questo malandato transatlantico che fa acqua da tutte le parti. E, chissà perché, ci ostiniamo a chiamare sport.

Oscar Eleni

Ospite del mago di Oz per capire come si devono distribuire carote e bastoni in uno sport italiano dalla bocca troppo larga. Chiedere competenza sarebbe il minimo, ma dopo aver scoperto che nelle elezioni per la presidenza del CONI, il nostro vero ministero per l’attività sportiva, conteranno pure i voti delle discipline associate, tutte meritevoli sia chiaro, tipo dama, arrampicata o biliardo, restiamo in attesa di capire. I lamenti di chi non ha avuto la sala d’onore. La Vezzali che si prende Pagnozzi come consulente.

Con questa confusione in testa, sentendo freddo dove amerei il caldo, quando si parla e si pensa all’atletica, ci troviamo in coda per comprendere cosa spinge molta stampa fru fru a decantare i campionati italiani, a vedere il sole nel passaggio di cinque tennisti italiani al primo turno nel torneo di Montecarlo, cercando di spiegare poi perché al secondo passaggio ne è rimasto uno soltanto.

La stessa cosa del calcio che in Europa si affida al precariato romano di Fonseca. Ma la cosa non toglie una riga al futuro del balun adesso che forse ritroverà anche gli spettatori. Conte messo al muro tante volte, la prima quando è uscito dalla coppa, adesso fa giurisprudenza tecnica.

Stesso discorso per il basket che ha disturbato i manovratori della Champions calcistica in un mercoledì dove il sogno europeo della Virtus Bologna è stato bruciato dal Kazan diretto da un greco e assemblato bene da Claudio Coldebella, ex cuore virtussino, uno di quelli bravi nella storia della nostra pallacanestro. La verità è che l’Europa dei canestri ha mandato fuori tutte le nostre squadre, ci resta soltanto l’Armani in eurolega e vedremo come si batterà nei quarti dei play off contro il Bayern di Trinchieri che consola Rummenigge e fratelli dall’eliminazione nel calcio. La battaglia lombardo-bavarese combattuta dai mercenari stranieri ci lascerà comunque un finalista italiano. O il Messina che comanda gli allenatori italiani o il Trinchieri che lo vede come il fumo negli occhi. Italia dei comuni attenta.

Delusione di coppa e pasticciaccio brutto nella quartultima di campionato con Cantù che andando a vincere sul campo di Brescia riapre la botola retrocessione per sei società e al momento le più malate dentro sembrano tante, dalla stessa Canturio a Varese, per non parlare della Brescia sciagurata, della Fortitudo che a Cremona ha regalato palloni in quantità industriale, chiudendo con i gatti di Caja che a Reggio Emilia sembrano aver ritrovato quello che dirigenti non tanto ispirati avevano fatto perdere dopo un inizio stagione di qualità.

Proprio di questi dirigenti che fanno le squadre vorremmo parlare. La Virtus Bologna è andata fuori contro otto americani di buona qualità, il doppio di quelli Virtus. Per Djordjevic, invece, a parte il talento, le qualità dei lunatici Teodosic e Belinelli, un bella banda di giocatori incompleti tecnicamente, fisicamente, ma anche un gruppo di finti combattenti per la causa comune, italiani compresi. Ne abbiamo visti troppi scappare in difesa, subire di tutto, mancare canestri elementari. Chi sceglie? Chi costruisce? Come dicono quelli del calcio al momento il mercenariato in Italia attira poco. Vanno altrove.

Certo c’è stupore se Brindisi fa una squadra più equilibrata delle sue avversarie, Milano compresa, e, se recupererà tutti, non è detto che la corsa scudetto abbia una sola favorita come si diceva all’inizio dell’Armani che ha pagato tanto un calendario esagerato, ma si sapeva dal primo giorno e per questo avevano ingaggiato sedici giocatori. Qui, però, ci si chiede, se sono davvero quelli giusti. Messina e il suo alter ego in società, un dirigente che all’Olympiakos aveva fatto benissimo, pensano che tutto verrà sistemato appena le motivazioni cancelleranno dalla mente il senso di fatica, la noia dello scontato.

Vedremo, non è che la partita di Sassari, avversaria sfinita più di lei da viaggio e malattie, possa ridare un vero sorriso. Diciamo che serviva alla pancia della squadra. Ora, però, occorre qualcosa di più, magari sabato sera contro una Virtus che avrà sullo stomaco l’eliminazione in Eurocup, partita piazzata prima delle due di play off col Bayern. Anche vincendola sarebbe sempre in caccia del sottomarino di Vitucci, la prima squadra del Sud a conquistare la sedia d’oro, un altro miracolo all’italiana nella città dalla bella tradizione cestistica non certo onorata dai governanti che, nel tempo, non sono mai riusciti a regalarle un’arena più degna. Malattia nazionale, ma la cosa non sembra interessare da troppo tempo, diciamo da quando ci si presenta dicendo faremo di tutto per portare lo sport nella scuola, ma intanto aboliamo i giochi della gioventù, limitiamo al massimo palestre e piscine.

Sapendo tutto questo ecco le pagelle dell’inferno a metà settimana, più o meno come i percorsi vaccinali e non chiediamo solidarietà per aver ricevuto l’astra-zeneca da rinnovare il primo di luglio.

• 10 A COLDEBELLA, TRINCHIERI, GHERARDINI, BAIESI, italiani che all’estero sembrano davvero fare meglio di chi lavora qui da noi.

• 9 Al WILLIS di Brindisi che adesso incanta tutti, ma all’inizio era oro soltanto per Vitucci, il suo manager geniale nato nella culla brianzola, i Marino.

• 8 Al GALBIATI che tiene Cremona in zona play off, facendo miracoli per tenere insieme giocatori davvero sfiniti, cominciando dal Poeta e da Hommes, pilastri nei giorni duri.

• 7 Al WILLIAMS di Trento altro giocatore sottovalutato all’inizio, una bella scelta, uno che conta per tenere Molin in zona play off. Vero capolavoro.

• 6 Al Piero BUCCHI reduce dalla quarantena che è riuscito a trovare le parole per rimettere in corsa la Cantù rimontata dai finti eroi di Brescia, rimessa in gioco dalle amnesie incredibili tipo quelle di Smith che perdeva una palla per 8 secondi senza nessuna pressione.

• 5 Al cavalier ZANETTI, la forza vera della Virtus Segafredo, se non manterrà fede alle belle dichiarazione dopo l’eliminazione. Squadra con troppe debolezze per attaccare soltanto Djordjevic.

• 4 A RUZZIER e SCOLA che dopo settimane da leoni sono tornati ad essere confusi per una Varese che avrebbe ancora bisogno di uno sforzo per mandare al diavolo chi la tormenta dall’inizio stagione.

• 3 Al PROGRAMMATORE misterioso che non ci ha ancora dato gli orari delle ultime due giornate e che ha messo in concomitanza Sassari-Milano con la partita decisiva della Virtus. Lasciando perdere la champions di calcio. Secondo voi fanno apposta per poter vedere l’effetto che fa? Magari li pagano pure.

• 2 A PESARO in moscone dopo la coppa Italia. Dispiace per Repesa che aveva dato tutto per una sanificazione interna che potesse ridare entusiasmo ad una città che il basket lo ama certo più di certi giocatori di oggi.

• 1 A FEDERBASKET e FEDERPALLAVOLO perché la loro giusta alleanza per sapere che non dirigono sport figli di un dio minore doveva essere fatta molto prima e Petrucci, attivando la Lega, avrebbe dovuto imitare le scelte del collega per play-off e zero retrocessioni.

• 0 Alla FORTITUDO che sembra davvero in confusione. La partita di Cremona è stata da nuovo congelamento stipendi. La stessa fornace dove hanno bruciato Sacchetti e ora vorrebbe far venire le coliche a Dalmonte, da dove fuggono in tanti, meno, purtroppo, certi giocatori.

 

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