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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Osservatorio / Quel che resta delle strategie di comando

Lunedì 12 Aprile 2021

 

grande guerra 


C’è nell’aria una certa perplessità a guardare da fuori le prime/ultime esternazioni della nuova dirigenza federale: c’eravamo solo illusi o non avevamo capito proprio niente?

Luciano Barra

Lo confesso, non ho fatto il Servizio Militare né mi sono abbeverato a letteratura e testi su strategie militari. So quel poco che si apprende al Liceo e, nel mio caso, in soli tre anni di Scienze Politiche (una quindicina di esami, il più vicino a materie militari è stato Storia e Politica Navale: voto 26). Ovviamente ho letto molto di storia, antica e moderna, e quanto altro disponibile e consigliabile, da Macchiavelli a Guicciardini, fino a Montanelli.

Quando al mondo dello sport, e soprattutto nell’atletica, non posso dimenticare personaggi come il Generale Simoni ed il Capitano Poli. Poi tutta una serie di Colonnelli, poi diventati Generali, che a vario titolo hanno influenzato la gestione della federazione. Dal Colonnello Danilo Montanari (e a suoi colleghi Colonnelli come La Nave, Bixio e Lombardo), al Colonello Gianni Gola, al Colonello Giampiero Casciotti fino ai tempi nostri. Ma voglio anche ricordare alcuni Marescialli che a mio modo di vedere hanno segnato la storia dell’atletica italiana: due finanzieri, Sorba ed Orecchioni, e un poliziotto, Martinelli.

Mai però mi ero imbattuto in un Assistente Capo Coordinatore, titolo dell’attuale presidente federale, e quindi non sono in grado di capire quali siano le strategie di comando che si apprendono durante quel percorso.

Navigo quindi a vista nel mettere insieme, come in un puzzle, i vari episodi che in poco più di due mesi sono accaduti nella nuova FIDAL. Dalla nomina del Segretario Generale, dimenticando gli annunci di “meritocrazia” pre-elettorali, all’invio di una numerosissima squadra agli Europei Indoor, senza un dirigente che facesse da capo delegazione –, come dire un Esercito senza Comandante –, che è stata anche, ripeto anche, la causa di tanti positivi al COVID; all’assalto all’arma bianca della IAAF (oggi WA) sul fantomatico “caso Schwazer” fino al ritiro sul campo, a tutt’oggi non giustificato, dei Campionati Europei Under 18, ad oltre quattro mesi dall’avvenimento, ritiro che ha visto costretta la EA ad adeguarsi al volere della FIDAL, ma senza considerare che in questo momento esiste in Italia una volontà e necessità di “riaprire”. E poi perché si sono svolti a Varese gli Europei di Canottaggio, mentre in atletica sono previsti i Mondiali di Staffette e il Team Championship (la vecchia Coppa Europa) e molto altro, inclusi ovviamente i Giochi Olimpici?

Ripeto, navigo a vista anche sugli aspetti formali – che in questo caso sono sostanza – sulla scelta di Firenze rispetto a Napoli, a meno di due mesi dallo svolgimento, come sede del Golden Gala. Poi sono iniziate le delegittimazioni ed epurazioni: Antonio La Torre prima e Gigi D’Onofrio dopo. In barba alle meritocrazie acquisite sul campo dai due. Con l’attuale conseguente ritirata, dopo logica tirata d’orecchio da parte del CONI, e santificazione del Direttore Tecnico

A quel punto mi è venuto in mente un famoso film di Mario Monicelli che tutti ricorderete, “La Grande Guerra”. In particolare lo scambio di battute fra Gassman e Sordi e la sentinella:

– “Ma che fai, ahó, prima spari e poi dici chi va là?”
– “È meglio un amico morto che un nemico vivo. Ma voi chi siete?”
– “Semo l’anima de li mortacci tua”.

Che siano queste le nuove Strategie di Comando?

 

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