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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Piste&Pedane / Gianmarco ancora primo al mondo

Domenica 21 Febbraio 2021


tamberi-21


La copertina è sicuramente per Gimbo e il suo 2.35, ma il fascicolo è corposo con molte foto a colori, alcune a piena pagina. Con diversi giovani in crescita.

 

Daniele Perboni

Alla fine della seconda giornata dei tricolori in sala 2021 un dato è certo: il nuovo presidente FIDAL, Stefano Mei, si è ritrovato fra le mani un’atletica italiana decisamente in salute. Un po’ come accadde trentuno anni or sono all’uscita di scena di Primo Nebiolo e l’avvento di Gianni Gola, di cui Alfio Giomi era uno degli alfieri. Come non ricordare, infatti, le dodici medaglie conquistate ai campionati continentali di Spalato ‘90? I due ori di Antibo (5000 e 10.000) e i successi di Panetta (Siepi), Anna Rita Sidoti (10 km di marcia) e Bordin (Maratona). 

Tornando agli Assoluti di Ancona, domanda di rito. Merito di quanto seminato negli anni precedenti, pura casualità o eccellente lavoro della struttura tecnica, guidata da Antonio La Torre? Senza dimenticare, naturalmente, Stefano Baldini, fino al 2018 responsabile federale del settore giovanile Under 18, 20 e 23 e Antonio Andreozzi, prima vice di Baldini e da allora in capo alla struttura. Probabilmente un pizzico di tutto un po’.

Di fatto, si chiude con eccellenti risultati complessivi, giovani alla ribalta (Aceti/46"57 e Scotti /46”96 nei 400, Vittoria Fontana nei 60/7”35, Dario Dester nelle multiple/6076, primo azzurro oltre i 6000 nell’Eptathlon, Tobia Bocchi nel triplo/16,79) e “vecchie glorie”, ma non proprio così vecchi, a confermarsi su eccellenti livelli (Jacobs facile nei 60/6”55, Dariya Derkach nel triplo/13.82, Rebecca Borga nel doppio giro/52”69, in crescita e migliorando il personale all’aperto/52.84).

Tutto questo, comunque, non autorizza a leccarsi i baffi in vista degli Euroindoor di Torun in Polonia. È vero, possono brillare gli occhi, possiamo lasciarci andare a sogni, aspettative e speranze da tempo sopite, ma è sempre meglio mantenere i piedi ben piantati a terra. Se dalle nostre parti si viaggia a buon ritmo, in altre latitudini non stanno certo a guardare. Anche perché Tokyo è dietro l’angolo.

Detto questo, se ieri avevamo salutato una promessa divenuta realtà (Larissa Iapichino), oggi abbiamo ritrovato un atleta che non aveva mai abbandonato l’idea di ritornare sul tetto del mondo: Gianmarco Tamberi. Il suo 2.35, miglior salto al mondo di questo primo stralcio di stagione sotto tetto, migliora il 2.34 di Torun di mercoledì. Ciò che impressiona maggiormente è la sicurezza raggiunta e la regolarità dei salti. Entrato in gara a 2.16 ha proseguito la marcia senza tentennamenti con “passaggi”, tutti alla prima prova: 2.20, 2.26, 2.30, 2.33, 2.35. Poi tre nulli a quota 2.38, misura del suo vecchio record italiano risalente al 2016 (Hustopece, 13 febbraio), l’anno che gli consegnò il titolo iridato indoor di Portland, quello europeo outdoor di Amsterdam e il record italiano (2.39) di Montecarlo. Serata poi funestata dall’infortunio che gli negò le Olimpiadi di Rio. Ben tornato, Gimbo. 

Ecco le sue parole rilasciate dopo il titolo e raccolte dal sito federale: «È un 2.35 che vale tanto, non solo per quel centimetro aggiunto al 2.34 di quattro giorni fa, ma per come l’ho fatto. Il salto di oggi lascia intravedere luce, fa sperare buone cose. Ho esultato un po’ troppo ma avevo da buttar fuori tanta rabbia, tanti momenti difficili passati in questi giorni, ho avuto incubi nelle ultime notti e a parlarne mi viene da piangere. Sono stati anni difficilissimi e la prestazione di oggi significa aver chiuso quella parentesi. Sono diventato l’atleta che volevo essere dopo l’infortunio. E sento di dovermi prendere le soddisfazioni che cerco da tanto. Gli Euroindoor? Non mi accontento di un campionato italiano, che pure ha un grande valore: gli Europei sono un passaggio fondamentale che non bisogna “cannare” sulla strada verso Tokyo».

Segno rosso per Stefano Sottile. Un 2.16 stiracchiato per un ragazzo con un personale di 2.33. Infortuni vari già lo avevano frenato negli anni giovanili ma ora sembra aver imboccato una parabola discendente. Che dire? Non resta che augurargli un pronto recupero.


Foto F.Grana/Fidal.

 


 

 

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