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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
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dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Duribanchi / Il paese dell'ipocrisia, fatevene una ragione

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Martedì 2 Febbraio 2021


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Tranquilli: La Rochefoucauld spiegava che “l’ipocrisia è un omaggio che il vizio rende alla virtù”. Roba che nelle nostre contrade esonda e pare la normalità.

Andrea Bosco

Bestiario italico. Mentre scrivo si viaggia verso un Conte-ter. A meno che il boy scout di Firenze non rompa le uova nel paniere del grande tessitore. Lo chiamano così, con pudore. Del resto si chiamano incipriandosi “costruttori”, “responsabili”: tutti con a cuore il Paese. Non la poltrona. Non quegli oltre tre milioni di euro a testa che in caso di nuove elezioni non incasserebbero più. Il mutuo da pagare, in questa situazione, è persino il più nobile degli argomenti da esibire. Ma quali argomenti potrà mai mettere all’incanto, Maria “che palle anche stasera bunga-bunga?”. Quali, “risalga a bordo, cazzo!!”? Quali Vitali piroetta – due volte due – nel giro di poche ore? Alvaro – scorreggione – Pierino era più serio.

A chiunque legga Duribanchi: se volete sapere per davvero come vadano le cose leggete Roncone sul Corriere della Sera e Minzolini su Il Giornale. Gli altri (bravissimi per carità) analizzano la politica. Minzolini e Roncone la raccontano: senza peli sulla lingua. Quindi fatevene una ragione se pensate di imbastire alti discorsi: fattivamente solo e solamente “più pilu per tutti”. Questa è la realtà del (possibile, probabile) Ter Conte. Ci beccheremo ancora le Azzolina, i Bonafede, le De Micheli, gli Spadafora e gli Speranza. Ci beccheremo le adenoidi di Arcuri e i suoi sprechi.

Sapete cosa ha fatto Zaia? Ha abolito i banchi a rotelle: sono per gli adulti, non per gli anziani. E usarli fa male alla schiena dei ragazzini. Tradotto: 461 milioni buttati nel cesso. Azzolina: ci faccia vedere dove li usano i suoi banchi. Perché non c’è un TG che mostri una scuola che li adoperi. Ma lei ci andava durante l’estate nello studio di La7 come Audrey-Sabrina sul sellino di una Vespa per il compiacimento di (Zanzara è Cruciani e basta) Parenzo. Sa cosa dicono gli studenti, ministro Azzolina? A Napoli, come a Roma, come a Milano? Che loro a scuola non ci tornano. Perché lei magari si è sbattuta per ottenere sanificazioni, controlli della temperatura corporea, le mascherine che Arcuri si è perso per strada.

Ma la sua collega de Micheli (tutta presa a ipotizzare tunnel sullo Stretto di Messina e a rompere i maroni a milioni di automobilisti, la scorsa estate, ripescando decreti scritti nei tempi in cui Berta filava) si è dimenticata di potenziare i trasporti. Di spiegare a Di Maio e soci che la “crana” per dirla con Fattilicazzituarazzi invece di buttarla in mance ed oboli (anche a riccastri malavitosi), invece che elargirla agli inutili navigator, andava messa nel potenziamento dei mezzi pubblici. Perché ora le scuole magari saranno sicure. Ma i mezzi no: sono pochi e fonte di possibili contagi. Quindi gli studenti protestano. Come prima e più di prima.

SONDAGGI – Ter, nonostante i quasi 90.000 morti. Il Covid non ha bandiere di partito, ma il modo in cui è stato affrontato, eccome se ce l’ha. E non è vero che siamo stati i più bravi nel mondo. Non è vero. Possiamo berci panzane. Anche i sondaggi (pagati con i soldi pubblici) che illustrano Giuseppi quale “sovrano della popolarità”. I sondaggi: dipende da come li fai. Un mio (celebre) direttore, era solito dire di un seriale mentitore: “Ha commissionato sondaggi persino allo specchio del suo bagno. E lo specchio ogni mattina gli racconta che lui è bello, alto, biondo, con gli occhi azzurri e con un battacchio di 25 centimetri”. Tutto è relativo.

Pensavate che il Cavaliere Mascarato fosse un genio del Male? E che Salvini fosse un fanfarone razzistello? Leggete Palamara. Ascoltate Palamara. Fatevi edotti di come Berlusconi e Salvini siano stati “cucinati” dalla magistratura. Il che non significa che non ne abbiano combinate (magari) più di Bertoldo. Significa che se ti becca anche per una banale multa la giustizia italiana devi toccarti gli zebedei e munirti di un sacerdote wodoo, più efficace di quello di Lukaku. Perché poi è venuto fuori che il Cav è stato incastrato e quanto a Salvini, beh, sì, ma proprio sì, in quella casa di Bologna, quella del “citofono” c’erano spacciatori: madre, padre e figlio. Si spacciava droga e si tenevano armi. Caro PD che ancora non hai capito di svolazzare come una mosca cocchiera sulle spalle di Conte: si spacciava alla grande in quella casa. Non ho sentito una parola di dissenso su quel Gup di Catania che sta indagando sul caso Gregoretti. E che alla fine dell’incontro con Giuseppi ha spiegato “di fare il tifo per lui”.

Ma gli scandali non son questi (con tutto il rispetto per gli interessati): lo scandalo sono i 5 milioni di processi arretrati. Cari ermellini. La giustizia italica: ottusa. Che mi dite di quel signore portatore di handicap che va a prendere ogni mattina il caffè, muovendosi su una sedia a rotelle e che a causa del freddo intenso invece di farsi servire all’aperto la tazzina, ha chiesto ospitalità all’interno? Multato. Così da rendere sempre attuale la barzelletta su i militi: vanno sempre in due perché uno scrive e l’altro legge. Vergogna. Nessuno ne ha più. Si chiamava Anti-italiano la rubrica di Giorgio Bocca su L’Espresso. Così ancora si chiama. L’hanno affidata al “Premio Campiello” Michela Murgia. Come dire: da Abboccadora a Abboccabuona. Come certi premi letterari: incapaci di distinguere i sapori.

ETICA E DIRITTI – Bestiario internazionale: vergogna Renzi che è andato a prender il grano come conferenziere in Arabia Saudita. Ma non è da quelle parti che prima di Renzi hanno giocato (lautamente retribuite) due squadre italiane per la Supercoppa italiana? E visto che parliamo di etica e di diritti umani (attention: a me quelli che fanno a fette i giornalisti stanno furiosamente sugli zebedei e io ritirerei l’ambasciatore dopo avergli sputato in faccia) ma che affari fa l’Italia con l’Egitto? Navi ed elicotteri?

Con quell’Egitto che ha ucciso Regeni e ora tiene prigioniero da un anno un altro attivista (egiziano) che vive a Bologna? E sempre su Regeni: non sarebbe ora di chiedere conto del loro operato ai servizi segreti di Sua Maestà Britannica? E della Birmania che diciamo? E del dissidente russo? E delle donne polacche che sono scese in piazza contro un governo bigotto che non vorrebbe la libertà di aborto? E dei dissidenti di Hong Kong di cui la Cina sta facendo carne di porco? Ipocrisia. Tranquilli: La Rochefoucauld spiegava che “l’ipocrisia è un omaggio che il vizio rende alla virtù”. Roba che nelle nostre contrade esonda.

Sapete cosa ho scoperto? Che Eduardo Bennato aveva previsto tutto. Con grande anticipo. Leggete: se ne avrete voglia. Dai versi manca solo l’aggettivo “educato”. Che come noto va di gran moda a Montecitorio. Mi facci il piacere, direbbe Fantozzi che aveva rapinato Totò. Spiegava Michel de Montaigne: “Una testa piuttosto ben fatta: che ben piena”.

Bennato story: “Tu sei buono/ tu sei onesto / tu sei modesto / tu sei semplice / tu sei sicuro / tu sei valoroso / tu sei senza macchia / tu sei senza peccato / tu sei saggio / tu porti la verità / tu non sei un comune mortale / A te non è concesso barare / tu sei un’anima eletta/ tu sei incorruttibile / tu non accetti compromessi / tu non puoi sbagliare/ tu non devi lasciarti andare / No tu non puoi lamentarti / tu sei intoccabile / tu sei inattaccabile / tu sei perfetto/ tu non hai un difetto / Tu sei un ... [questa è mia] professore / Non li senti trattenere il respiro / quando sei in alto e cammini sul filo? / Qui nel circo, che ormai sei tu? / Sì è vero sono io il più bravo / Nessuno è bravo come me / Sì è vero sono io il più saggio / sono io il più intelligente / E poi sentite come parlo [anche questa è mia: Bennato recita “canto”] bene? Pet- pet-pet: pereppettette-pe. La musica non posso farla sentire. Ma è il più irridente dei kazoo: pereppettette-pe.

POLTRONE – Manca un vocabolo nella poesia come spiegava il comico: irrinunciabile. Se vai in giro e chiedi a un 5-Stelle: “Che ore sono?”. Risposta: “Gerione”. Ma anche se chiedi a un PD la strada più corta per Santa Maria delle Grazie, egualmente ti senti rispondere “Gerione”. Come se incroci Toni Nelli: quello ti risponde “Gerione” anche se nulla gli hai chiesto. Questi PD: c’è un assessore di Milano, si chiama Granelli. Adora le palme. E dopo che le hanno sbattute (ma perché? cosa c’entrano?) in Piazza Duomo, il mitico Granelli, successore di Maran, l’uomo che detesta le automobili e gli automobilisti, ora le palme le vuole piantare anche in Sant’Ambrogio. E non solo: anche in Via Carducci, in parte di San Vittore. Palmeti ovunque.

E poi Zingaretti si chiede per quale motivo gli tiri nelle chiappe persino una diessina doc come Concita De Gregorio, firma eccellente de La Repubblica. Si è richiamata, Concita, a Togliatti e a Berlinguer, non potendolo fare al baffetto – diciamolo – permaloso che si fece fottere da Bossi con la bicamerale. Zingaretti non si rende conto che la libido di poltrone ha stufato la gente. Anche quella di sinistra. Anche quella che un Berlinguer lo sogna. Oggi il PD è percepito come ascaro alle di Giuseppi. Che si fa dire da un Crimi, cosa debba o non debba fare. E questi osano parlare di Gramsci: osano, purtroppo.

Beh ora che hanno firmato (un momento prima del finire nel precipizio), mica penserà Spadafora che la vicenda olimpica – CONI-CIO – sia archiviata? Ci vogliono i baiocchi: tanti. Lo sport (sociale soprattutto) ne ha diritto. Perché lo sport dei professionisti è alla canna del gas. I cinesi dell’Inter stanno cercando compratori. Paperone Messi fuggirà a Parigi lasciando Barcellona. E mentre infuria la demente polemica se Ibra sia o non sia razzista (andate a fangala e vergognatevi, chiunque abbia giocato al pallone sa che il linguaggio di Ibra e Lukaku è stato da educande) quello che non indigna (e dovrebbe) sono i macroscopici sfondoni arbitrali che stanno ammorbando il calcio. Poi magari i 14 rigori in 19 gare del Milan dovrebbero essere oggetto di riflessione. Così: senza sospetti (immondi nel caso) e per puro fatto statistico. Visto che le seconde stanno a quota 5.

Calcio vile che mette in discussione Gattuso e ottuso per aver lasciato a casa per troppo tempo Ballardini a favore di apprendisti stregoni. Sfiga cosmica per Sofia che quasi certamente sarà privata da un incidente dei mondiali di Cortina. Vento in poppa per Luna Rossa che adesso sogna: siamo o non siamo più un popolo di navigatori? Al timone non c’è un italiano ma la barca lo è. E una vittoria nella stagione in cui un grande marchio nautico (di quelli che sanno fare barche bellissime come solo gli italiani sanno fare) è fallito, una vittoria sarebbe ossigeno. Dai, su la randa e prendiamo il vento. Il mostro che “vola” sull’acqua a quasi cento km l’ora sta cercando un pertugio tra Scilla e Cariddi: fare come l’uomo di Itaca. Osare.

Il basket è bello perché a volte è “impossibile": come il 100% di realizzazione, percorso netto del fratellino di De Niccolao o come la gara super del lobito Fernandez a Milano con la maglia di Trieste. Ah: occhio perché la galera dell’ammiraglio De Raffaele sta battendo ritmi da battaglia. Ritmi da “duri i banchi“. E si sa come può finire quando quelli decidono che “è arrivato il tempo“. Rivista Matilde, non in formato “fàso tuto mì“: sa giocare a basket. Solo, si fa per dire, 20 punti, ma che “gambe“ e che talento. E ha solo 16 anni.

Visto anche Dan a SKY, versione cantante e chitarrista country: imperdibile. SKY che ha mosso truppe e ricordi, vecchie facce (alcuni, vecchi amici) per ricordare quella “prima volta“: Celtics-Lakers in Italia. Preistoria che sarebbe diventata storia. Contemporaneamente con sensibilità e perizia stilistica, l’Orso Ballerino si è esibito sul Giornale in un ricordo di Kobe. Gli ho mandato un messaggio. Mi ha risposto “Grazie". L’Orso, benché ci tenga, è sempre imbarazzato se gli fai i complimenti. Lo conoscono dai tempi di Gualtierino Imperatore: non è mai cambiato. La prossima volta gli scrivo quello che Sanudo scrisse all’inaugurazione del monumento a Bartolomeo Colleoni firmato Verrocchio in Campo San Giovanni e Paolo: “El piase“. Anticipando di secoli Enzo Biagi.

 

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