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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Duribanchi / Dimenticare puo' risultare pericoloso

Mercoledì 13 Gennaio 2021


country town

 

“Non per opera del tempo: dimentichiamo – Benedetto Croce non aveva dubbi – perché vogliamo dimenticare. Spesso la capacità di dimenticare, anche la barbarie, ci consente di andare avanti.”

Andrea Bosco

Ma ci sono cose che gli uomini hanno il dovere di non dimenticare. Non ci sono Imperi del Male. C'è solo il Male. Ha scritto Delacroix che “l'uomo è un animale sociale che detesta i suoi simili”. La storia dell'umanità è una storia di massacri: sempre attuali, purtroppo. L'oblio può essere una medicina. Ma dimenticare può risultare pericoloso. Perché la storia tende a ripetersi. In forme diverse, ma si ripete, come insegna Vico. Vengono i brividi a pensare che il mondo abbia potuto confrontarsi con un uomo come Donald Trump.

E non tanto per i modi sboccati, la protervia, l'incapacità di capire che le regole della democrazia vanno rispettate. Persino se reputi di essere stato imbrogliato. La democrazia, pur con le sue colossali imperfezioni, è finora il sistema migliore inventato dall'uomo per darsi un governo. Vengono i brividi perché l'uomo soggetto a colossali sbalzi di umore (che lo stanno portando verso la seconda messa in stato di accusa), ha avuto per l'intero suo mandato a disposizione i codici delle testate nucleari degli Stati Uniti. Forse non sapremo mai quali reali pericoli abbia corso il mondo. The Donald ha eccitato e incitato i suoi sostenitori fino alla violenza. Sfociata prima nella farsa e poi nella tragedia di Capitol Hill.

Ma sarebbe terribilmente sbagliato, pensare che i sostenitori di Trump siano solo incappucciati razzisti del Clan, suprematisti bianchi, neonazisti, santoni che vomitano fiamme contro ogni forma di diversità. Trump ha incassato oltre 70 milioni di voti. E per capire chi siano i suoi sostenitori, servirebbe (e soprattutto sarebbe servito ai nostri network nazionali) andare nelle zone rurali di alcuni stati. Dove i pacifici cittadini non salgono in automobile senza prima aver imbarcato anche un winchester. Cittadine tutte eguali. Che non infrequentemente vivono fuori dal mondo. Rammento durante un viaggio (attardato turista con la mia famiglia e con quella di un amico, nella Monument Valley, costretti a fermarci per la notte dopo 20 km in un paesino, nel cui unico ristorante mormone neppure birra light servivano), la domanda della cameriera: “Da che paese venite? Non ho mai sentito nessuno parlare come voi. Milano? Mai sentita: dove si trova?”.

È anche questa l'America che ha votato per Trump: popolo, non élite. Una America che oggi si trova di fronte ad una anomalia economica e sociale che il governo del democratico Biden dovrà affrontare. Il paradosso di una migrazione interna dagli stati liberal per eccellenza (New York, California) a quelli tradizionalmente repubblicani. Per ragioni economiche, fiscali: per stile di vita. Situazione che bolla finanziaria, crack delle banche statunitensi e pandemia hanno accentuato. In Arizona, Nevada, ma persino Georgia, l'aumento della popolazione dovuto alla migrazione interna è coinciso un incremento degli elettori democratici. Una città come New York in dieci anni ha perso un milione di abitanti. Stati repubblicani come Texas, Arizona, Florida, Utah, hanno attuato una deregulation, tagliando le tasse, riducendo il debito, promuovendo lo sviluppo energetico, migliorando le condizioni dei lavoratori.

La Florida ha aumentato per legge il minimo salariale orario portandolo a 15 dollari. È in Florida che la newyorkese Goldman Sachs sta pensando di spostare il suo asset management che vale 8 miliardi di dollari. Nel Texas repubblicano, negli ultimi anni, si è trasferito, dalla California democratica, oltre mezzo milione di persone. È in Texas che Musk aprirà il nuovo impianto per la costruzione della Tesla che occuperà 5000 lavoratori. La periferia di Austin è diventata Silicon Hills avendo qui traslocato dalla Valley decine di aziende hi-tech. Ogni anno circa tre milioni di americani, al pari delle imprese, migrano dagli stati democratici (New Jersey, New York, California, Illinois) a quelli repubblicani.

Ma non per questo il loro orientamento politico è cambiato: a casa dei repubblicani sono rimasti democratici. Troppo discriminante la politica di Trump in tema di immigrazione, tutela degli americani di etnia afro o latina o asiatica. In tema di libertà sessuali e di diritti civili. Trump ha fatto le riforme economiche: ma per governare ci vuole assai di più che una riforma economica. La pandemia, le violenze della polizia, le rivolte, hanno messo Trump in un angolo. Molto più di quanto non abbia fatto la martellante liberal Nancy Pelosi.

In Italia, molti “trumpiani” hanno abbandonato frettolosamente la nave. Altri, come Giuseppe Conte, hanno incaricato Rocco, imbianchino di fiducia, nell'opera di sverniciatura.

Altri ancora non sono riusciti a “rammentare”. Campione di oblio Danilo Toninelli, ex ministro delle Infrastrutture nel Conte-Uno. Chiamato a testimoniare a Catania nel processo che vede imputato l'ex-ministro Salvini per “sequestro di persona” (leggi nave Gregoretti carica di migranti) il riccioluto politico che pensava di poter dotare il Ponte Morandi di “autogrill”, si è esibito davanti alla corte in due “ricordo” e ben 42 “non ricordo”. Con questa dialettica: “Confermo, se ho contezza, cosa che oggi non posso avere per ovvi motivi di tempo trascorsi, il fatto che io oggi non ho contezza di quali siano gli accadimenti precedenti. Le dico (al giudice, NdR) se quel caso di cui lei ha parlato è avvenuto in acque Sar maltesi, che per le convenzioni internazionali debbono imporre a chi ne ha responsabilità giuridica di intervenire, farsi carico di migranti, le confermo. Ma siccome oggi non ricordo, le dico non ricordo. Io non posso avere un ricordo preciso, abbia pazienza, è passato ormai un anno e mezzo”. Virgolettato ripreso da Il Giornale dell'11 gennaio 2021. Massima comprensione per la claudicante memoria di Toninelli: niente che non possa essere curato con dosi massicce di Acutil. Ma totale imbarazzo per lo stato in cui versa, con evidenza da decenni, la scuola italiana. E per il pessimo lavoro (?) di qualche professore.

Mentre scrivo pare sia prossima la crisi di governo. La resa dei conti tra Renzi e Conte appare inevitabile. Il problema per come la vede il cittadino ammorbato da una politica che ormai ha perso il senso della decenza è che il terminale della vicenda presenta (verosimilmente) due soli scenari. Una banda di nuovi Scilipoti pronti ad offrire il proprio voto per sorreggere il traballante governo del premier. O un Conte ter, Conte uno e trino: lo stato dell'arte, assicurano gli analisti politici, è questo. Scordatevi il vaccino: è tardi. A proposito, in tema: sono stati prodotti, da varie aziende, tre diversi vaccini. Uno costa 15 euro alla dose, uno 12. Sono quelli che (per ragioni di opportunità europea) ha comprato e sta comprando l'Italia. Un terzo costa 1 euro e 78 centesimi. Quello l'Italia non l'ha comprato. E pare non lo prenoterà.

Mentre Gabriele Gravina continua a non dare spiegazioni sul perché non si sia “costituto” al Collegio di Garanzia del CONI per la vicenda della Asl di Napoli (“neppure una memoria scritta ci è arrivata” ha spiegato il presidente del Collegio, Frattini), mentre Gandini ha fatto la voce grossa, rivendicando una autonomia che, per ora, continua ad essere negata alla Lega del basket, mentre mancano due settimane prima che il CIO sbatta fuori dai giochi (dei Giochi, ops) la bandiera e le maglie dell'Italia se il governo di sua maestà Joseph di Puglia non provvederà a garantire l'autonomia del CONI, faccio i più caldi auguri a Dan Peterson per i suoi 85 anni. Passati tra ferri, tabelloni e parquet, guidando (vittoriosamente) il fior fiore del basket italiano. Auguri, piccolo grande uomo: Da uno che per tante stagioni (da appassionato e da scriba) è stato allietato dalla tua intelligenza, passione e scienza professionali.

Chiudo segnalando un evento. In tempi di Covid, il lavoro va aiutato. E a Milano, nonostante tutto, "Fashion Week", da venerdì prossimo, andrà in scena. Alla Galleria d'Arte Battaglia di Via Ciovasso, lo stilista Roberto De Wan ha ricordato con alcune opere a tema i 700 anni della scomparsa di Dante Alighieri. Considerata la più che imminente probabile "zona rossa", l'opzione è per una video-chiamata al numero 3355476360. Certo che quel Gerione che nell'Inferno (con la faccia da uomo onesto e il resto del corpo che è una schifezza) compare a Dante e a Virgilio sull'orlo di un precipizio, sembra attuale. Di una angosciante attualità.

 

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