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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

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Fatti&Misfatti / Solo oro quel che luccica, ... o no?

Sabato 17 Ottobre 2020


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Ringraziando il cielo di non aver continuato nel sogno di fare l’allenatore, ecco l’arcobaleno Messina indicare che esistono strade anche contro squadroni da finali, che su Milano infieriscono da 11 anni.

Oscar Eleni

Da una pozzanghera davanti al Forum di Assago per vedere l’arcobaleno messiniano, mentre le ambulanze urlano, la gente che finge di sapere tutto ha soluzioni che non prevedono salvezza, lo sport scopre che nel dilettantismo prevale l’ignoranza e il virus prospera. Gli sbraitanti di ieri, i negazionisti da pisciatoio, cercano maschere nuove e anche noi, nel nostro piccolo, stiamo cercando di nascondere cosa avevamo pensato dell’Armani dopo il finale con l’Olympiakos, di non far sapere che consideravamo perduti i talenti che hanno preferito andarsene all’estero.

Beh, su Hackett ci ha detto lui basta Azzurro tenebra e al momento non va bene. Il trio NBA, si sa, dipende dal commissioner Silver, dal calendario, dall’agente che cerca di piazzarli e non vuole distrazioni. Certo che ci tengono a venire, almeno qui potranno fare i piccoli esploratori fra sette quasi estinte di giocatori veri. Vedremo. Ma dicevamo delle facce da chiulo, come dicevano i magnifici di “Quattro matrimoni ed un funerale”. La nostra più di altre facili da trovare nel circolo leccapiedi.

Polonara? Fra i baschi non abboccheranno alle sue recite. Infatti Ivanovic lo ha messo sotto, per un lavoro duro. Partitona da 20 punti 10 rimbalzi contro il Khimki. Fontecchio? Cosa avrà il cielo di Berlino che possa ispirarlo davvero? Beh, magari un allenatore paziente, arguto, come Reneses che nella prima vittoria dell’anno è andato a prendersi lo scalpo del CSKA, con Fonte dei sospiri come protagonista per un ventello liberatorio.

Figurarsi se non dicevo a tutti che non era vero oro quello che luccicava in casa Armani dopo un inizio stagione senza sconfitte. Dalla pozzanghera mefitica urlavo ai privilegiati del Forum che le manine gelide del primo quarto contro il Real, i buchi al centro, i buchi a prescindere, dimostravano che oltre la sfortuna di perdere tipi come Micov, tipetti come Panter, c’era già qualcosa che non andava se il Chaco urlava a tutti, rientrando nello spogliatoio, stiamo dormendo.

Beh, ringraziando il cielo di non aver continuato nel sogno di poter fare l’allenatore, ecco l’arcobaleno Messina indicare che esistono strade anche contro squadroni da finali, che su Milano infieriscono da 11 anni, che si può aggirare la montagna Tavares, un 2.20 letale per la caviglia di Hines e per la pochezza di Tarzewski anche Laso, quando c’era il polacco, preferiva altri cavalieri. Certo Rodriguez ha indicato la strada e Shields è diventato il suo ultimo samurai dopo essersi messo da solo sotto sale in Grecia. Bella coppia che ha risvegliato Datome, protetto un discreto Moraschini, utilizzato bene l’utile Roll, ridotto al minimo il peso di Leday che non darà mai felicità. Lo capisci da come si guarda intorno. Voi chi siete?

In questa atmosfera, mentre Laso si teneva in tasca Abalde, il matador dei primi 15 minuti, incapace di trovare soluzioni alle domande tecniche che gli faceva Messina, l’Armani risorgeva dal pozzo dei dubbi, cosa abbastanza facile in Italia, almeno per adesso, ma più dura in eurolega anche adesso che il Covid falcidia le squadre, porta dei 20 a 0, facendoci sapere che se Bertomeu e Van der Spiegel non troveranno la bolla giusta si dovrà chiudere tutto di nuovo. A porte chiuse meglio avere una zona più facile da difendere.

Pagelle per l’Armani risalita sul cavallo arcobaleno, tenendo conto della doppia fatica fra Atene e il Forum:

• DEALANEY 5,5 – Malino ad Atene, sfortunato col Real.
• SHIELDS 6,5 – Il peggio contro l’Olympiakos, quello che ci si aspetta da un giocatore che ha una grande anima col Real. Non è la stella, ma sa essere un protagonista vero.
• MORASCHINI 6,5 – Pesce in Grecia, spada al Forum, pur con i suoi sbalzi d’umore tecnico.
• LEDAY 5 – Non ci ha mai convinto, continua a farlo.
• HINES 6 – Una caviglia malandata lo ha penalizzato in Grecia, lo ha tormentato nella lotta difficile con i lunghi reali.
• RODRIGUEZ 8 – Era da nove in casa Spanoulis prima di scoppiare, è stato sempre lucido contro la Real casa, un pretoriano giusto per Messina il viandante che si tormenta anche quando sorride e applaude per il Muchacho.
• DATOME 6,5 – Sembrava Cyrano, perduto nella poesia, ma poi si è ricordato col Real la spada perduta coi greci.
• ROLL 7 – Concreto nelle due partite, saranno i baffi, sarà la testa. Avercene.
• TARCZEWSKI 4,5 – Non ce l’abbiamo con lui per il nome difficile da scrivere, ma perché vediamo la sua volontà svanire nella pochezza tecnica. Generoso brontolone che porta blocchi in movimento e poi si lamenta, che cerca la palla e la perde, che vorrebbe farsi spazio a rimbalzo ma non è mai in traiettoria. Peccato.
• BROOKS 5 – Resta il fantasma dell’opera anche se ad Atene era più sveglio che al Forum.
• MESSINA 7 – Diffidi di chi vede il suo marchio anche sulla maniglia di palloni perduti. Merita di più, ma le sue pretese trovano spesso principini sul pisello dello stipendio sicuro e poi cerchi una maga per scacciare il malocchio, anticipando rientri che, come l’anno scorso, inquietano per la lunghezza delle degenze.

 

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