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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Temi del giorno, rigorosamente a sproposito

Lunedì 12 Ottobre 2020


colo 2

 

Mi ritorni in mente, … A spasso tra le contraddizioni e le bugie del nostro tempo, quelle stesse che il chiassoso circo mediatico trasmuta in verità rivelate. Quasi sempre riuscendoci.

Giorgio Cimbrico

Qualche giorno fa, prima di spezzare le reni alla Moldavia (pardon, ora bisogna dire Moldova), il CT Roberto Mancini ha tenuto a sottolineare, in questi tempi difficili e controversi, l’importanza dello sport. Scuola, Sanità, Sport: le tre esse. Ho idea che per sport intendesse il calcio, la dimensione in cui è cresciuto tra un broncetto e qualche stirato sorrisino, sempre molto elegante e curato.

PERDONO – Un episodio di molti anni fa: mi trovavo al campo di allenamento della Sampdoria quando il giovane marchigiano, concittadino di Giovan Battista Pergolesi, di Giovanna Trillini e di Valentina Vezzali, lamentò che “lo stadio di Genova è intitolato a un genoano”. Nel diffuso silenzio – si poteva contraddirlo? – obiettai che l’ingegner Luigi Ferraris era un modesto giocatore che decise di partire per la guerra e con il grado di tenente cadde nell’agosto del ’15 in un’azione contro le postazioni austriache a Monte Maggio. Ebbe la medaglia d’argento al valore e più tardi gli venne dedicato lo stadio di Marassi. “Con te non parlo più”, disse Bobbygol. Non mi prostrai per impetrare il suo regal perdono.

RISI E FISI – Ho notato il risultato finale di un referendum indetto dalla Federazione Italiana Sport Invernali per stabilire lo sciatore del secolo. In pieno clima risi e fisi, ha vinto Alberto Tomba. Chi altri? La rivoluzione scatenata dal mio coetaneo Gustav Thoeni non è stata presa in considerazione. Credo che siamo rimasti in pochi a ricordare che gli mancò un centesimo per vincere sulla Streif, una di quelle imprese da meraviglioso loser (ogni tanto una scappa anche a me …) che rimangono infisse nella memoria, più di tanti successi. Non sottolineo che il 2020 era anche il centesimo anniversario della nascita di Zeno Colò, campione mondiale, campione olimpico, recordman del chilometro, boscaiolo e pioniere.

AFRICA ORIENTALE – Qualche giorno fa ho preso carta e matita e ho scoperto l’acqua calda. Tra i primi venti di sempre, nelle distanze che vanno dagli 800 alla maratona, siepi comprese, l’incidenza dell’Africa Orientale è, a parte il mezzo miglio, forte, potente, schiacciante e, su strada, totale. E non è solo un affare privato tra Kenya e Etiopia, che si sono liberati senza sforzo (e con qualche introito) di talenti (il più illustre è Saïf Shaheen, un tempo Stephen Cherono) ceduti a Qatar e Bahrain.

In questo esteso Olimpo della corsa trovano posto anche Eritrea, Sudan, Somalia, Dijbuti (l’ex Somalia francese) e ovviamente il “dernier cri”, l’ultimo grido, l‘Uganda di Joshua Cheptegei ma anche di Jacob Kiplimo, poco più che adolescente. Un piccolo interrogativo: il Burundi, presente grazie alla classe pura e setosa di Venuste Nyongabo, può essere considerato parte dell’Africa Orientale o della Regione dei Grandi Laghi? I miei atlanti sono in contrasto.

Atleti e atlete nati e nate in Africa Orientale hanno lasciato e stanno lasciando profondi segni nell’atletica europea: sia Mohamed Farah che Bashir Abdi sono originari di Mogadiscio, kenyano è il turco Kaan Kigen Ozbilen, primatista continentale di maratona, kenyano era il danese Wilson Kipketer che privò Seb Coe del record degli 800; etiope era la microscopica turca Elvan Abeylegesse, già primatista mondiale dei 5000 e incappata nella rete dell’antidoping: e etiope, dell’etnia Omoro, è l’olandese Sifan Hassan che non ha preferenze sulle distanze da affrontare: campionessa mondiale dei 1500 e dei 10.000, primatista del mondo del Miglio e dell’Ora, è reduce dall’aver spazzato il limite continentale dei 10.000, da diciotto anni in mano ad Paula Radcliffe: da 30’01”09 a 29’36”67, quarta di sempre.

MASCHERE E MASCHERINE – La Maschera di Ferro, la Maschera e il Volto, il Ballo in Maschera, Masquerade, la Maschera di Zorro. Quella più amata rimane la Maschera di Cera. Indimenticabile Vincent Price: lo rivedrei un giorno sì, un giorno anche. Vengo riportato brutalmente alla realtà. “Ma lo sa che lei ha la mascherina che non copre il naso?”, intima una graziosa signora magroletta. Farfuglio scuse e aggiusto quello che secondo il linguaggio che ha preso il sopravvento è il dispositivo sanitario. Sono in piena età critica e non sono un negazionista. Non abito mica alla Casa Bianca.

 

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