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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Ma accidenti, fate finta almeno

Lunedì 14 Settembre 2020

 

basket-2020 

 

“Cara gente, col basket dispettoso che fa concludere le qualificazioni di supercoppa nel giorno in cui cerchiamo con questa rubrica consensi ormai perduti, anche se dal nuovo basket, un altro sport, non riusciamo ad imparare niente.”

Oscar Eleni

Cercando biodiversità sul mare della Costarica al Corcovado, in fuga dall’Italia degli orrori dove nessuno sa davvero dirti cosa fare, ma dove tutti sanno che la colpa non è loro, ma del solito bayon gamero. Sfiniti dalla caccia dei ladri che hanno rubato la pista per il giorno che Barletta voleva dedicare al suo campione, nell’anniversario del record mondiale trovato fra il guacamole delle Universiadi messicane prima del muro trumpiano, sicuri che, se venissero presi, verrebbero trattati come hanno fatto con i carnefici di Willy, impuniti da troppo tempo, anche se da molto tempo erano registrati nella fila delinquenti: ora litigano per sapere se sono più neri o più malvagi. Bah.

Acqua diversa per non sentire le sirene di un referendum che fa litigare anche troppo, persino gente che fino a ieri non sopportava tutti questi finti onorevoli che nei bei ristoranti romani, travestiti da trattorie così come travestiti erano gli avventori che, come si è visto, si spartivano bottini immensi, prima e dopo tangentopoli.

Un compagno di viaggio ci chiede perché non fermarsi a Roma per gli Internazionali del tennis o il Golden Gala. Sensazione di abbandono, troppe mascherine lasciate per terra. Sarebbero grandi avvenimenti sportivi, ma per trovarne traccia devi fare come i penitenti sulle strade di Santiago.

L’atletica ribelle che lancia lontano, un giavellotto a quasi 100 metri, che corre bene, forte, fa di tutto per richiamare l’attenzione, in Italia, poi sembra ci sia davvero un risveglio e dispiace non poter guardare bene, ad esempio, nella famiglia Mori, nostro venerato campione dei 400 ostacoli, dove il seme lasciato porta gemme preziose: un bel velocista, una possente lanciatrice di martello, un solido giocatore di rugby. Non è vero che in famiglia si può fare poco, anche se è fin troppo vero che se vuoi parlare con le nuove generazioni devi fare lo stesso corso di nonno Feltri per sintonizzarsi con i nipoti. Ne varrà la pena?

Difficile dirlo se camminando per strada ti senti in un mondo davvero lontano come confessa il geniale Giannelli, senese del Drago, che fa una gran fatica anche a riconoscere le contrade, dove il mutuo soccorso non è più quello che faceva di Siena la più bella delle città, prima e dopo gli scudetti della squadra di basket. Lui disegna la vignetta sulla prima del Curierun, ma noi lo incontrammo nella sua città quando davano premi ai personaggi del momento. Con una battuta, lui presentava il medico che aveva potuto mettere davvero le mani nello sfintere berlusconiano, si distanziò da tutti quelli che avevano presentato prima. Classe. Magari non era difficile, considerando che come rivali eravamo un po’ spaventati dalle chiarine.

Cara gente, col basket dispettoso che fa concludere le qualificazioni di supercoppa nel giorno in cui cerchiamo con questa rubrica consensi ormai perduti, come giusto, anche se dal nuovo basket, un altro sport, vi confessiamo non riusciamo ad imparare niente. Preferiamo stare con l’insonne nano ghiacciato, con il Daniel Lowell Peterson che conquista sempre, nel nostro caso da anni, basta che non ci parli bene di Trump, cosa difficile, purtroppo, per troppi americani. Ultimamente ha chiesto al basket stregato dall’uno contro cinque della bolla NBA, dal tiro oltre la linea che fa volare anche asini patentati, di ripensare a due cose importanti: come si costruisce una difesa lavorando sul serio, come si migliora un giocatore se diventerà un chierico vagante del famoso arresto e tiro.


Dovremmo farlo in tante cose della vita, senza andare a cercare grane dove ti stoppano i burocrati, gli ignoranti, quelli che fingono di pensare alla tua vita, mentre migliorano di molto soltanto la loro, meglio se non hanno studiato, meglio se trovano la formula dell’inganno: prima voi, giù le mani dalle tasche, salvo accorgersi che senza tasse pagate a salvarsi negli ospedali saranno sempre loro, quelli che possono, che hanno il Covid al pancreas, le ville per isolarsi, i medici personali per poter dire io sono io e voi aspettate il virus che, di sicuro, prima arriverà in carrozza nei nostri possedimenti.

Dicevamo del basket in maschera di questo mese. Felici di averlo rivisto sul campo grazie alla trovata supercoppa per tutti e ad Eurosport. Per la Rai c’è tempo, loro si aspettano la regalia da quei pezzenti della palla al cesto e, sicuramente, l’avranno perché lo sanno anche i custodi senza guanti e maschera che la sponsorizzazione sportiva, basket, ciclismo, freccette, funziona se puoi mandarla sullo schermo e magari alla radio. Solo i figli sciocchi di qualche grande mecenate, per potersi guidare un’auto più veloce, una motoslitta, una moto d’acqua, hanno convinto i genitori a lasciar perdere con quegli scrocconi dello sport.


Sì, certo, molti della fauna, nel settore, fanno schifo, ma nelle società i brutti ceffi sono molto meno di chi dà tutto chiedendo a volte, solo un rimborso spese. Per fare riforme bisognerebbe confrontarsi con la base, senza perdere il controllo se i presidenti federali vengono rieletti dai tempi in cui c’era la lira. Colpa delle nuove generazioni dirigenziali, così fragili, così abbandonate. Siamo in zona rossa col CIO. Un bene, un male? Caro Marcantonio prova a tu a spiegare l’onore dei nuovi e vecchi Cesare del sistema.

Dicevamo del basket che, noi siamo di questa idea pur criticando la non riforma nella pandemia, sembra deciso a riconfermare Gianni Petrucci, lasciandogli così il tempo di convincere quelli che stanno fuori, Belinelli, Gallinari, Melli, a pensare ad Azzurra tenera prima dell’armageddon delle qualificazioni olimpiche. Se il divino Gianni potrà liberarsi dall’angoscia della rielezione forse, insieme a quelli che trottano con lui lassù, potrebbero pure farci sapere cosa sta facendo Alessandro Gentile mentre tutti gli altri provano a cercare una condizione degna in un caldo soffocante dove il Real Madrid regala il ventesimo trofeo al suo Pablo Laso vincendo (72-67) la supercoppa spagnola contro il Barcellona affidato al genio Jasikevicius. Punteggio basso davvero per corazzate che costano come e più di Milano che, al momento, da noi, sembra essere la più in palla e motivata, anche se Messina, conoscendo bene come vanno le cose, ha fatto sapere che il torneo vinto a Kaunas contro Alba Berlino e Zalgiris non deve illudere: c’è molto da lavorare ha detto il nostro Tancredi che certo vivrà angosciato per mesi pensando a come potrà nascondere la poca sostanza a rimbalzo.

Comunque sia Milano è l’unica rimasta imbattuta delle sedici del nostro campionato che dovrebbe partire anche a porte chiuse, pur sapendo che senza incassi la metà sarà prestissimo alla canna del gas. Nelle finali di Bologna troverà una Virtus che ha peccato abbastanza per lasciare tranquillo Djordjevic. Se la logica non tradisce ci saranno a Bologna anche Sassari e una Reyer che sa interpretare meglio di altri il carnevale che precede le partite vere, anche se è giusto che De Raffaele porti ai Piombi qualche cicisbeo del gruppo.

Voti alle altre sulla scena di una supercoppa che è stata idea buonissima per il rilancio, a patto che nessuno prenda per buono quello che ci hanno dato queste settimane.

Girone A
BRESCIA 6,5: Cresce bene, ha tante soluzioni.
VARESE 5,5: Dopo la bufera Caja il consolato di Bulleri. Buona fortuna a lui e a Bulgheroni. La meritano.
CANTU’ 5,5: Pancotto il saggio sta cercando nella nuova creatura che non è male come dice l’1 su 5 della Supercoppa.

Girone B
REGGIO EMILIA 7,5: Martino ha perso per poco la cappa della qualificazione, ma gli Arzan hanno dentro qualcosa nato nel tempo.
FORTITUDO 5,5: Mai soddisfacente, anche quando ha vinto il derby che non conquistava da tanto tempo. Sacchetti deve davvero chiudere il fortino.
CREMONA 6: Hanno dato il poco che avevano, con grande dignità.

Girone C
TRIESTE 6,5: Qualcosa di buono, tanto da sistemare, ma almeno sembra squadra.
TREVISO 6,5: Ci piacciono i pirati di Menetti, certo senza incassi sarà carestia.
TRENTO 6,5: Lavori in corso per Brienza, ma come sempre scelte nuove che si adattano al sistema e al mondo delle aquile.

Girone D
BRINDISI 6: Vitucci fa bene a non avere fretta, deve costruire dopo aver dovuto cambiare tanto.
PESARO 6,5: La mano di Repesa, dicono tutti, si vede. Certo, ma forse servirebbe una pedina in più.
ROMA sv: Come puoi giudicare una squadra messa insieme con farina scadente all’ultimo momento?

Salutando Mike D’Antoni che lascia Houston, convinto che il suo small ball avrà successo, prima o poi, noi aspettiamo Arsenio, Dan, Valerio, Carlo, Boscia, Dante, gli appassionati, al dibattito per creare un movimento che tenga alla larga chi vorrebbe anche il tiro da quattro, quelli che sul tre contro tre alle Olimpiadi pensano di aver fatto davvero una conquista confondendo il risotto con sostanze meno nobili come direbbero i rugbisti esclusi e non certo rappresentati davvero dagli artisti del gioco a sette.

 

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