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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / La storia e' un fiume e porta di tutto

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Lunedì 27 Luglio 2020

 

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Proprio così: vergogne e meraviglie, tiranni e vittime. Semplice ma impossibile da spiegare a quanti, turlupinati dai social media, intimano, ordinano, esigono (spesso senza sapere un cazzo).

Giorgio Cimbrico

Proviamo a ridere e a deriderli: gli stupidi non meritano altro. Se poi sono tanti, ben greggizzati, tanto meglio. Il riso, lo diceva Aristotele, lo confermarono Rabelais, Ruzante e molte altre teste fini, è lo strumento più prezioso che possediamo. Smarritelo e siete fregati. Dunque, il CIO realizza dei brevi filmati da utilizzare su varie piattaforme. Sono immagini di vecchie edizioni dei Giochi, con tanti auguri per Tokyo 2020+1. Il filmatino su Berlino 1936 viene attaccato e alla fine rimosso. Tra chi protesta anche l’Auschwitz Memorial. Le immagini mostravano la fase finale della staffetta della torcia e Owens in compagnia di Long.

In una nota il CIO dice che il loro obiettivo era mostrare il sentimento di fraternità che i Giochi possono trasmettere. In ogni caso, lo rimuovono perché, apro le virgolette e do voce a chi non so bene, “quella era l’Olimpiade dei nazisti”.

Vero, era l’Olimpiade della Germania di Hitler. Cosa vogliamo farne? Cancellarla dagli archivi cartacei e visivi? Ricordo che durante una mia ricerca ho consultato la Gazzetta di quel periodo. Titolo di apertura del giornale: “Il negro Owens vince anche i 200”. Telefonare subito ai pompieri di Fahrenheit 451, quelli che gli incendi non li domavano, ma li appiccavano, con speciale attenzione per la carta stampata.

E allora, il Mondiale di calcio del ’78 nell’Argentina dei desaparecidos e delle torture? E’ un esempio, ce ne sono tanti. Delle gare per “razze inferiori” a St-Louis 1904 non si parla. L’America è la mamma e la culla della democrazia, la terra dove crescevano strange fruits appesi agli alberi, cantava Billie Holiday. Quelli del Klan erano ragazzi un po’ scapestrati che amavano i capestri improvvisati. La rima è volontaria.

La storia è un fiume, largo e non placido, verso valle e verso una foce irraggiungibile porta di tutto, vergogne e meraviglie, tiranni e vittime. Solo questo vorrei capissero quelli che, frettolosamente indottrinati dai social media, da quelli che “influenzano” (alla lunga non sono mai riuscito a influenzare nemmeno me stesso), intimano, ordinano, esigono spesso senza sapere un cazzo, praticando l’iconoclastia, brandendo l’arma più pericolosa: l’intolleranza. Aggiungete l’ignoranza e uno spruzzo di luoghi comuni ed è come bere un litro e mezzo di Martini cocktail secchissimo appena svegli.

Sarebbe interessante radunarli, tenere una breve e semplice lezione sulla distruzione della biblioteca di Alessandria, sul rogo dei libri (non praticato solo dai nazisti che nel campo hanno avuto illustri predecessori), su tutti quei fatti che hanno segnato la nostra storia, e non sto parlando di guerre, di campagne, di battaglie.

La storia dell’uomo è la storia delle idee. E quando la ragione dorme, sono i mostri ad agitare ali da pipistrello. Lo disse e lo disegnò Goya che di orrori ne vide molti senza mai distogliere lo sguardo.

Ficco il messaggio nella bottiglia (dopo averla scolata) e mi dirigo verso la spiaggia canticchiando La Mer. Subito dopo, sono indeciso se continuare lo studio sulla Logica di Wittgenstein o finire il mio ennesimo, direi 145°, Simenon. Vi terrò informati.

 

Nella foto, trovata in rete ma senza didascalia (che aggiungiamo noi): un deluso Mario Lanzi dopo il secondo posto negli 800 di Berlino consolato da Hans von Tschammer, gran capo dello sport tedesco. Inequivocabilmente nazista.

 

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