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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Piste&Pedane / Ripartenze, ... se tanto mi da tanto

Martedì 30 Giugno 2020

 

atletica-gener 

 

Appunti su una ripartenza anomala: riflettori accesi sui 150 e un ragazzone di nome Chituru che ha messo d’accordo mezza 4x100. E, a margine, una finestrella su un palazzetto che appare come l’araba fenice.


Daniele Perboni


Milano, campo XXV Aprile. Venerdì 26 giugno. Secondo appuntamento agonistico lombardo. Nella patria dei corridori resilienti, dei tapascioni sempre pronti a calzare scarpe da consumare in infiniti chilometraggi, va in scena il festival della velocità: 150 metri, 400, staffette veloci. Come è andata a finire ormai è cosa nota. Inutile perder tempo e consumare battute, nel senso di spazio scritto, sui vari risultati. Applausi a quel gran cristo di Chituru Ali (1.98 con due spalle che non lo farebbero sfigurare come terza linea in una squadra di rugby di buon livello) che ha sorpreso tutti centrando una prestazione degna di nota (15”38/+1,0) a 21 centesimi dalla miglior prestazione All-time di Giovanni Puggioni (15”17/+1,1 - Nuoro, 13 aprile 1997). Ancora lontano, troppo lontano il crono manuale di Pietro Mennea: 14”8 (Cassino, 11 maggio 1983.

Archiviato il fatto statistico, ciò che preme sottolineare è la “sfida” mancata con i due protagonisti annunciati della serata: Eseosa, detto Faustino, Desalu e Federico Cattaneo. Ricordate le nenie della vigilia o, se preferite, del post Covid? Un lamento unico sulle modalità della ripresa, con corsie alternate o, per il mezzofondo, corsa a cronometro. Tutti, o quasi, a piangere su quella procedura anomala che avrebbe azzoppato la competitività, perché il confronto diretto “è il sale dell’atletica”.

Vuoi mettere, si diceva, l’opportunità di gareggiare gomito a gomito, il confronto diretto con l’avversario, l’adrenalina che sale quando accanto hai qualcuno che ti sta braccando, ti controlla; ecco, è proprio in quelle occasioni che il campione, il guerriero sa dare il meglio, non ci sta a perdere, mettendo in campo ogni stilla di energia per primeggiare. Insomma: basta con la sfida al cronometro. Ciò che conta è lo “spalla a spalla”, mors tua vita mea, per dirla in latino ma, attenzione, locuzione di origine medievale.

Così i presenti sulla pista del campo meneghino attendevano il duello, lo scontro, la contesa, fra due galletti che si giocano la presenza nella staffetta 4x100 azzurra: appunto Desalu e Cattaneo. Invece … niet! Niente. I due, tralasciamo Ali, vera sorpresa della giornata, han preferito evitarsi correndo in serie diverse. Ennesima soluzione all’italiana. Non sono sicuro di quanto posso valere? Meglio evitare accuratamente confronti diretti. Vedi mai che quell’altro possa mettermi in cattiva luce. Piacerebbe sapere che ne pensa il Direttore Tecnico La Torre (non presente) … Fuor di metafora, per quel che lo conosciamo, grugnirebbe con disapprovazione. Poi la diplomazia lascerebbe il posto ad altre esternazioni, più morbide e accomodanti.

Poscritto (o quasi). L’occasione del Test Match è stata propizia per venire a conoscenza delle ultime novità del palazzetto coperto adiacente alla pista. Con gran fatica e ritardi di anni, sembra sia stato completato. Purtroppo già si evidenziano magagne a non finire. Nuovo, si fa per dire, è già decrepito: piove dentro in più punti, tetto troppo basso per effettuare gare di asta. Insomma, un disastro. Mormora qualcuno: «È un via vai continuo di commissioni per appurare le condizioni dell’impianto. Purtroppo ogni volta che se ne presenta una constata che sono aumentati i punti in cui piove dentro». Ma non siamo in Lombardia? La patria dell’efficienza? E poi parliamo di Olimpiadi. Se tanto mi dà tanto …


In rubrica il numero di Giugno di Trekkenfild.

 

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