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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Giu' le mani dai ciliegi, please

Giovedì 26 Marzo 2020


coe-bach


Non sappiamo se è vero che - dopo il Coronavirus - nulla sarà più come prima. Lo ripetono in troppi perchè sia credibile. Ma una previsione si può azzardare. Anche la guida del CIO potrebbe cambiare. Che ne pensate del "giovane" Seb?

Giorgio Cimbrico

Sapete cosa ha detto Thomas Bach? Che il calendario del 2021 è piuttosto complicato, e così ha dato il compito a una immancabile task force di esaminare la situazione e, di concerto con i giapponesi, trovare una soluzione, fermo restando che Tokyo 2020+1 deve concludersi entro l’estate.
Qualcuno, anche qui sui nostri disastrati lidi, ha azzardato che potrebbero essere varati i primi Cherry Blossom Games, i Giochi dei fiori di ciliegio: aprile, oltre ad essere il mese più crudele (Ts Eliot, “La terra desolata”, titolo quanto mai adatto), coincide con i giorni della nevicata più lieve e poetica: quei petali sono finiti nelle brevi liriche note come haiku e nei disegni su carta di Hiroshige, Hokusai, Utamaro che, come paesaggisti e studiosi delle società del loro tempo, potremmo avvicinare ai nostri Canaletto, Bellotto e Guardi.

E’ una festa gentile, non chiassosa. Sono stato così fortunato da averla vissuta su una piccola isola nella baia di Hiroshima, Mihajima. Silenzio, monaci intenti a tracciare ideogrammi su strisce di stoffa, scalpicciar di cervi. Persino le famiglie di macachi si comportavano con educazione.

A me non è mai piaciuto sentire e leggere “confidiamo, ci auguriamo”. Ho sempre creduto in pochissime cose e ora sono ancora meno, e non mi fido di quelli che usano il condizionale. E così, senza potere come sono, dico e ordino che non sconvolgano questa bella, antica e dolce tradizione con la loro fiera finanziaria. Negli ultimi 75 anni il Giappone è stato già passato abbastanza al tritacarne.

Che i Giochi li facciano a maggio o a giugno, quando ci sarà un clima meno fetente di quel che era stato previsto per l’estate dei cinque cerchi vuoti. Con lo scopo di non interferire con i Mondiali di nuoto di Fukuoka o con quelli di atletica di Eugene (vedi alla voce Nike) che in ogni caso la Iaaf-WA si è detta disponibile a ritardare o far scivolare nel 2022, rendendo più agevole la soluzione del puzzle in cui da tempo è stato trasformato lo sport virgolette sport.

Anche io in questi giorni sono stato alle prese con un puzzle e credo di averne completato una parte. Nei giorni di massima tensione, di incertezze, di decisioni che venivano rimandate, di parole vuote, in scena è entrata una vecchia Santa Alleanza che il tempo e le tante campagne non hanno sciolto né reso più debole: la potenza storica degli anglosassoni, fondatori e codificatori di molto sport moderno, ha impresso la svolta con le prese di posizione dei comitati olimpici di Canada e Australia (“a Tokyo non manderemo nessun atleta”) sorretti da quello americano dopo forti sollecitazioni di nuoto e atletica, e con la lettera di Sebastian Coe che rivolgeva al vertice del CIO la ferma preghiera di salvar innanzitutto l’integrità dell’atletica, delle sue donne e dei suoi uomini, dei suoi valori, Coe non l’ha fatto pesare, non l’ha scritto ma lo ha fatto capire: l’atletica “è” l’Olimpiade.

Nessuno in questo mondo è Gandhi o il dottor Schweitzer e ogni movimento, ogni parola, ogni inflessione debbono essere interpretati in chiave di scenari che verranno o che si stanno formando. Dick Pound, canadese, gran nemico di Bach, sa che ormai, non lontano dagli 80 anni, la chance di salire sul “soglio” di Losanna è svanita. E così la fisionomia di colui che potrebbe succedere all’ex-fiorettista tedesco può assumere, sempre più nitidamente, i contorni del volto di Lord Coe, 64 anni da compiere il 29 settembre, che, malgrado due medaglie d’oro nei 1500 e un’Olimpiade voluta, organizzata e guidata (oltre a una lista di onori lunga quanto quella del Duca di Wellington), non è membro del CIO. Né effettivo né onorario. Un’irresistibile ascesa è vicina?

 


 

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