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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Quando arriveranno le locuste?

Giovedì 12 Marzo 2020


max 


Anni di corruzione, malgoverno, criminalità organizzata al potere, logge poco venerabili, stragi senza colpevoli, trame di ogni tipo, caduta della moralità, entusiasta accettazione dell’ignoranza: ed ora?

Giorgio Cimbrico

Pentitevi, l’ora è vicina, dicevano i millenaristi, i predicatori dell’apocalisse prossima ventura: “sarai mondo se monderai lo mondo”, diceva lo monaco Zenone (Enrico Maria Salerno) nell’Armata Brancaleone. E così, dopo un’intera esistenza dedicata al materialismo più schietto, all’ateismo più convinto, sto avendo le prove dell’esistenza di Dio, un Dio prima corrucciato e poi decisamente incazzato, quello che non si vede ma si avverte in un bel libro di Lester del Rey, “Poiché sono un popolo geloso”.

Riassumendo in poche parole, Dio si è stufato dell’Antica Alleanza e manda all’attacco i suoi nuovi alleati, dei brutti rospacci che sbaragliano i terrestri in un serie di battaglie spaziali e, sbarcati, continuano indisturbati la loro opera senza più trovare resistenza. Dio, adesso, è con loro. Ben conservato in un luminoso tabernacolo. Bisogna farsene una ragione: nulla è per sempre.

Ora è l’Italia che sta subendo le prime sfuriate divine, ben meritate dopo anni di corruzione, malgoverno, criminalità organizzata al potere, logge poco venerabili, stragi senza colpevoli, trame di ogni tipo, caduta della moralità, entusiasta accettazione dell’ignoranza. Isolati, finalmente. Sottoposti a uno stato d’assedio. La prossima prospettiva è la legge marziale. L’esercito professionale, dai numeri assai più contenuti rispetto ai tempi della leva, rende poco praticabile questa opzione.

A seguire, toccherà agli altri, a quelli che hanno perseguito la devastazione del pianeta, l’inaridimento delle fonti della vita, lo stordimento delle menti, la creazione di nuove schiavitù, senza catene apparenti, la negazione stessa dei caposaldi dell’umanità. E a tutti quelli che hanno accettato dicendo che quello era il progresso, senza batter ciglio, ridendo di chi tentava di opporsi.

Oggi hanno ancora il potere, fanno trasmettere le loro pubblicità di macchine che pensano, guidano da sole, che naturalmente non inquinano, di collegamenti che permettono connessioni strabilianti, di panini che prevedono lo slogamento delle mascelle, di programmi seducenti (cosa c’è di meglio di un cooking show?), di un nulla a cui non vogliamo abituarci.

Se un imperatore romano scrisse sulla consolazione che poteva derivare dalla filosofia, io mi tengo aggrappato alla zattera della letteratura e consiglio la lettura della “Maschera della morte rossa” di Edgar Allan Poe. Faceva strage, il morbo, spopolava i borghi, desertificava le campagne e riusciva a insinuarsi anche dentro i più muniti castelli dove i potenti mangiavano, bevevano, sentivano di essere al sicuro e festeggiavano in quella che stava per trasformarsi in una Totentanz. Più semplicemente, Totò la chiamava ‘a livella.

Dopo questa lunga premessa, dovrei parlare di sport che qui hanno cancellato, che altrove hanno cominciato a cancellare, che altri, gli inglesi, provano a portare avanti entro i loro confini (sono avidi, irresponsabili, affezionati sino all’estreme pulsione ai loro riti, come le corse di Cheltenham che stanno per andare in scena?), che le grandi organizzazioni, dopo aver preso giganteschi impegni finanziari, non sanno più gestire rifugiandosi nel rinvio, nell’evasività, nelle parole vuote, in un’attesa senza data di scadenza.

E così blaterano di playoff, di playout, di rinvii, di spostamenti, di Europei da ricollocare, di Olimpiadi a porte chiuse quando il pubblico è sempre stato uno dei magnifici protagonisti e chi è molto vecchio può dissotterrare le fiaccole di Roma e chi lo è meno può offrire il ricordo di Sydney e dei suoi 112.524 o il muro di colori al Panatenaiko in attesa, al primo buio, dell’arrivo dei maratoneti.

E noi con il nostro foglietto in tasca per uscire e comprare un po’ di pane, un pacchetto di sigarette, il giornale, sinché sarà consentito. Chiamo Max von Sydow, che se n’è appena andato: aveva giocato a scacchi con la morte e sfidato il diavolo e così può dare buoni consigli. Chiamo anche Mosè, esperto in piaghe. Quando arriveranno le locuste?

 

 

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