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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
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I sentiero di Cimbricus / Virus dal libero stato di Bananas

Martedì 3 Marzo 2020

 

bananas 


“Un blocco alla sfida e, con effetto domino, al campionato avrebbe precipitato in una crisi in cui sarebbe stato agevole impossessarsi della sfera ludica, prima tappa per un tentativo di più profonda sovversione. Sino alla presa di potere”.

Giorgio Cimbrico

Bananas era uno stato perfetto, dalle recenti ma solide istituzioni, con un bilancio a posto, uno spread che, nei confronti delle floride Bahamas, non passava mai quota 50, un bilinguismo se vogliamo singolare (la lingua locale e lo svedese) ben diffuso sin dalla prima età scolare, un saggio sfruttamento delle poche risorse: letame, papaia, canna da zucchero. Quando, a seguito di un tentativo di invasione americana, si diffuse un bacillus gonorreus pestiferus, il ministero della salute seppe fronteggiare la minaccia, impedì il diffondersi dei timori – il panico non venne mai contemplato – e non intervenne sullo svolgimento del campionato di baseball, lasciato dai precedenti padroni ed entrato profondamente nei costumi locali.

A dire il vero qualcuno provò ad instillare dubbi e interrogativi quando il calendario stava per proporre la partita più importante della stagione: San José e San Isidro dominavano il campionato da quando, dopo una dura e consapevole lotta, Bananas aveva conquistato la piena indipendenza e la libertà.

Se davvero, come sostenevano i propagatori, il bacillus allignava in impianti igienici che, a onor del vero, mostravano i segni del tempo e della poca cura, si ovviò indicando ai tifosi i circostanti campi coltivati e quelli da sottoporre a rotazione delle colture. Gli effetti furono benefici sia per la limitazione del contagio, che peraltro si rivelò sempre modestissimo, sia per il miglioramento dei raccolti che potevano così andare sul mercato, anche quello estero, con la legittima e fruttuosa etichetta di “prodotto biologico”.

Ma non bastò perché Radio Bonitas Bananas, che in uno scenario fortemente statalista continuava a sventolare la bandiera dell’intrapresa privata, prese le parti di chi accusava il governo sia di autoritarismo sia di superficialità nel trattare un problema potenzialmente assai grave. Si scoperse di lì a poco che la radio, proprietà di don Fulgencio Torres, stava dando la scalata al San Isidro, prima tappa in un tentativo di appropriarsi dell’intera struttura del baseball dell’isola. Un blocco alla sfida e, con effetto domino, al campionato avrebbe precipitato in una crisi in cui sarebbe stato agevole impossessarsi della sfera ludica, prima tappa per un tentativo di più profonda sovversione. Sino alla presa di potere.

José Conde, prima protettore poi presidente democraticamente eletto del giovane stato, seppe reagire con una fermezza che i detrattori definirono frutto di vecchie e violente logiche di potere: chiuse la radio e spedì Torres a raggiungere altri fuoriusciti che passavano il tempo a tramare sognando raid militari, uso di armi batteriologiche e, ultimo e preoccupante strumento, la diffusione capillare di un apparecchietto che poteva esser stretto in pugno e che poteva ricevere e diffondere le notizie più incredibili, false, pericolose. “Guardiamoci soprattutto da quello – disse il saggio Conde, accendendo un Romeo y Julieta della sua riserva privata –, quello sì che è un virus”. Camilo Martinez e German Diaz, che curavano con amore la vecchia ricetrasmittente dei tempi della Sierra, convennero che era proprio così.

 

 

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