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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Duribanchi / Sempre piu' veloce, sempre piu' estremo

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Martedì 11 Febbraio 2020


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“C'è una sorta di crisi di rigetto in atto verso Sarri: la tifoseria non lo ama, la truppa sembra non capirlo, la proprietà si sta probabilmente interrogando sulla sua scelta: improbabile che Sarri possa trasformarsi in Peter Pan volando verso l’isola che non c 'è”.

Andrea Bosco

In viaggio, sui versi di Konstantino Kavafis, verso Itaca. Navigazione che vorresti durasse “a lungo” accumulando tesori per strada, nella consapevolezza che ad Itaca non troverai, ad attenderti, ricchezze. È questo che Maurizio Sarri sembra non aver compreso. Alla Juventus non troverà “avventure” ed “esperienze”, ma solo Lestrigoni, e Ciclopi. Il mondo Juventus è antitetico a Sarri. Non si tratta di moduli: si tratta di dna. Tutto a posto: in fondo la stagione della Juventus è solo più tribolata del solito per via di unaconcorrenza finalmente reale, ma nulla è ancora compromesso. E tuttavia niente è “in ordine”.

Ha rivelato Sarri che il suo autore preferito è Charles Bukowski, il profeta del “realismo sporco”: uomo di alcol e droga, di sesso esplicito, di rapporti conflittuali con le persone. Un uomo “anti”. L'attrazione di Sarri verso un “irregolare” della letteratura dice molto della sua difficoltà nel calarsi nel mondo Juventus. Un mondo gesuitico la sua parte: nella gestione della cosa pubblica e soprattutto della cosa “privata”.

RIGETTO – Sarri, tra l'altro, è arrivato nel peggior momento possibile. Dopo otto scudetti consecutivi, dovesse arrivare secondo, o non vincere la Champion's, avrebbe fallito. Perché sulla carta ha la squadra più forte. Perché ha Cristiano Ronaldo. Perché lavora in una società con il fatturato più consistente. Ma i cui equilibri (anche economici) solo delicati. Non vincere in questa stagione, potrebbe compromettere il cammino della Juventus per le prossime stagioni. C'è una sorta di crisi di rigetto in atto verso Sarri: la tifoseria non lo ama, la truppa sembra non capirlo, la proprietà si sta probabilmente interrogando sulla sua scelta. Anche perché appare improbabile che Sarri possa trasformarsi in Peter Pan volando verso l’”isola che non c 'è”. La sua richiesta di “aiuto” dopo la sconfitta di Verona ha fatto tenerezza e dice tanto del suo disagio.

Disagio che il basket italiano dovrebbe provare e che viceversa non prova. La Virtus che perde la coppetta Intercontinentale contro Tenerife conferma che la qualità del basket nostrano, imbottito di stranieri, è bassa. Il saliscendi dell'Armani certifica, a mio modo di vedere, una cosa: sono un gruppo di solisti che non riesce a diventare squadra. Il campo dice che se non difendi anche un buon giocatore (non un fenomeno) come Ruzzier può farti a fette. Ruzzier, ex Reyer: società che con in giovani, specie italiani, non ha pazienza. Cremona ha perso a Milano di un soffio, la Reyer ha vinto non senza sudare il derby con Treviso. In laguna i lavori sono in corso. Ma Goudelock ha ben impressionato in Coppa. Non si attendono miracoli da Walter de Raffaele. Tuttavia, mai dire mai.  

Lo sci italiano ha mietuto un'altra vittima: Sofia Goggia, caduta durante la sua discesa, prontamente operata e congedata inevitabilmente fino alla prossima stagione. Oggi, se cadi, sciando, quasi sempre ti fai male. Tutto è sempre più estremo: più veloce soprattutto. Vedi giocare (bene) Meneghin e Riva ma rispetto al basket giocato (male) oggi, sembrano fermi. Auto e moto vanno più rapide sui circuiti. Da una “veloce” del volley non hai scampo, visto che a picchiare sopra la rete viaggiano atleti non infrequentemente alti oltre due metri. È bene? È male? Chi si occupa di fisica assicura che la velocità consentirà, presto, all'uomo di raggiungere pianeti lontani. Grazie al freddo. A meno tot gradi, si vola.

ESTREMISMO – Essere estremi. Un traguardo ma anche un problema in un mondo ossessionato dal “politicamente corretto”. A Londra la pubblicità della mostra dedicata a Egon Schiele si è armata di pecette per coprire i genitali dei nudi esposti. In Italia un grande quotidiano chiede di sospendere (e in prospettiva di eliminare) la Targa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia. Il conte Volpi di Misurata era uno dei principali esponenti del fascismo a Venezia. Poco importa che la Mostra sia nata grazie (anche) al suo mecenatismo. Poco importa se assieme a Cini e a Gaggia, il conte Volpi abbia posto le basi per l'industrializzazione di Venezia. Era un membro del Gran Consiglio e quindi quella Targa va rimossa.

In una stagione nella quale l'odio per l'altro torna a preoccupare con le croci uncinate sulle tombe e sulle case degli ebrei, con le sfilate dei suprematisti razzisti davanti alla Casa Bianca, con una intolleranza sempre più dilagante, frutto di ignoranza e di pulsioni mefitiche, l'estremismo (che non ha un solo colore politico) arrischia di distruggere la Storia. Laura Boldrini è stata presidente in uno dei due rami del Parlamento. Laura Boldrini è una donna che si è spesa e si spende a favore dei migranti e di quanti nel mondo soffrono. Eppure questa donna non priva di pietas ha ipotizzato la distruzione dei simboli del fascismo. Compresi gli edifici razionalisti, fiore all'occhiello di una impareggiabile stagione architettonica? Dessero retta a Boldrini, Piazza Duomo a Milano cambierebbe aspetto. Perché a lato del Duomo, ben due sono gli edifici razionalisti. Da uno si affacciò il Capovocione per uno dei suoi alterati discorsi. Oggi è il museo del Novecento, meta ogni anno di migliaia di visitatori. Dentro ci sono centinaia di capolavori: Balla, Sironi, Carrà. Fascisti, anche loro.

Sapete l'ultima di Zingaretti? Ha proposto, il segretario del PD, di sostituire l'Inno di Mameli con la marcetta partigiana “Bella, ciao”. Quella di voler cambiare l'inno nazionale è un vizio dei politici nostrani. Come dimenticare Umberto Bossi che voleva sostituirlo con il verdiano “Va' pensiero”?

Il Coronavirus sta mietendo vittime. Non si conoscono i confini del contagio. È normale che la gente abbia paura. La storia è piena di epidemie che hanno fatto migliaia di morti. Ma è estrema anche la psicosi di chi vorrebbe “interrompere” il flusso normale delle relazioni.

Tra l'altro è ridicolo chiedere la “quarantena “per gli studenti di questa o quella scuola e non fare un plisset per gli 80.000 che hanno visto, al Meazza, Milan-Inter. È grottesco non far attraccare questa o quella nave e poi permettere che migliaia di turisti si mettano in maschera per le calli di Venezia santificando il Carnevale.

Una cosa disgustosa ha caratterizzato l'ultima settimana. Il negazionismo di chi continua a voler rimuovere il dramma delle foibe. Roba che fa scopa con chi continua a negare l'olocausto degli ebrei. Uno dei quei “buchi” l'ho visto che ero ragazzino. Un luogo chiamato “El bus de la lum”: il buco della luce. Ci portò in quel posto (io e i miei genitori) una guida da Sappada dove eravamo in vacanza. Avevo i calzoni corti ma l'impressione di quella voragine mi è sempre rimasta addosso. Ho vaghi ricordi, frasi appena percepite, delle quali i miei non fecero mai più parola. Uomini e donne, raccontò quella guida, scaraventati vivi dentro alla voragine. Fascisti, nazisti, repubblichini fatti sparire dalle milizie partigiane. Qualche anno fa leggendo un libro ho scoperto che la questione è ancora controversa. Resti umani dal quel “buco” sono stati recuperati. Il problema è la contabilità. Qualcuno sostiene “solo” una quindicina. Altri “più di cinquecento”.

OMAGGIO – Mi congedo con un omaggio (al grande Kirk Douglas, crocifisso da Hollywood per “Spartacus”, SportOlimpico ha già pensato) al mio collega RAI, Vincenzo Mollica: inviato speciale nel mondo della musica, del cinema e del fumetto. Sanremo lo ha applaudito perché Vincenzo si è “ritirato”. La malattia lo ha colpito: un glaucoma lo ha reso quasi cieco. E il parkinson lo fa tremare. Ha sempre lavorato sodo Vincenzo: mai polemico, mai eccessivo. Ho partecipato come inviato del Tg2 a sette edizioni del Festival. La prima volta fui scaraventato all'Ariston alla vigilia della manifestazione. Anzi: poche ore prima dell'edizione delle 20,30 del Tg2. Mi “salvò” Vincenzo Mollica, offrendomi le immagini delle prove e dell'ambiente che aveva fatto girare dalla sua troupe. Non mai dimenticato quella cortesia.

Vincenzo è sempre stato un passo avanti a tutti noi che seguivamo il Barnum canterino. Una sola volta, temo di avergli dato un piccolo dispiacere. Quando Tiziano Sclavi, l'inventore di Dylan Dog abitava a Milano vicino al carcere di san Vittore. Tiziano non si era fatto mai riprendere in volto. Vincenzo lo aveva qualche tempo prima intervistato, ma su una poltrona aveva dovuto mettere la sagoma di Dylan Dog a sostenere l'intervista. Io grazie all'amicizia che avevo con Sergio Bonelli, editore di Sclavi, ottenni che Tiziano svelasse il suo volto. Era la prima volta e fu uno scoop. Vincenzo mi telefonò e mi disse: “Lazzarone, come ci sei riuscito?” Gli spiegai e lui si accomiatò, dicendo: “Sei stato bravo. Sono felice per il tuo successo”.

Spero che la salute consenta a Vincenzo di fare ancora qualcuna delle sue fantastiche incursioni nella cultura. In bocca al lupo, maestro.





 

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