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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
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dall’ Ottocento al Fascismo
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Fatti&Misfatti / Il treno dei desideri all'indietro va

Mercoledì 5 Febbraio 2020

 

basket 


“Messina e l’Armani al nero di seppia, che in una notte si sono giocati quasi tutto il credito con la pazienza della gente, anche se per Ettorre ci è venuto il sospetto che la sua vita americana lo abbia cambiato anche troppo.”

Oscar Eleni

In una sierra maledetta, sul treno dei desideri che all’incontrario va. Due rose posate da chi in quella vicenda è rimasto segnato per sempre, ma che non dimentica e condanna gli infami anonimi, sulla stele distrutta dell’anarchico innocente, meglio, colpevole di esserci nato in un paese terrapiattista che vede il male, anche se uno va a testimoniare il male altrui perché lo chiamano, non per apparire o guadagnare. Mentre il calcetto fa ruzzolare le teste dei mister misteriosamente amati ed odiati, guardando con rabbia le mosse quasi tutte giuste del volley.

Applaudendo allo strapotere di Conegliano come chiede il grande Rapuzzi, amareggiati soltanto che al Palaverde i proprietari illuminati non sentano lo stesso slancio per la squadra di basket che non va male, ma cerca sempre sostegni più solidi per tornare ai tempi Benetton di Kukoc e Vinnie Del Negro che la gente rivorrebbe in città per la notte del ricordo a cui, ci auguriamo, sarà invitato Bulldog Buzzavo che faceva apparire raso il ruvido ed era il motore del sistema che ci ha dato la Ghirada, la grande Sisley.

Su questo treno che all’incontrario va ci siamo saliti in una notte di vento gelido con gli oltre settemila spettatori del Forum, quasi tutta brava gente anche se chi non ama l’Inter ha fischiato Antonio Conte, circondato dai pretoriani argentini che amano il basket, con Xavier Zanetti in testa.

Se il basket voleva uno spot diverso potrebbe far sapere che nella prima serata di Sanremo, 52 per cento di share, in giornate di panico assistito dai grufolanti ricercatori di voti a prescindere, con il coronavirus come pericolo dove c’è troppa gente, per una partita contro l’ultima della classe in Eurolega, anche se il torneo dimostra abissali distanza da molti campionati nazionali, compreso il nostro, insomma in una serata sconsigliata ai viandanti, al Forum c’erano in tanti, c’era il senatore Galliani che purtroppo non è interessato ad occuparsi della Lega basket, c’era il Bergomi che non perde una partita, c’era la Zandalasini che ora gioca in Turchia. Non male, certo poco in confronto ai 14.mila di Kaunas dove lo Zalgiris ha battuto l’Olympiacos, ma qualcosa vorrà dire anche se finisce nelle brevi.

Per fortuna di Messina e dell’Armani al nero di seppia che in una notte si sono giocati quasi tutto il credito con la pazienza della gente, con l’ammirazione che in molti mostrano giustamente per Ettorre, anche se ci è venuto il sospetto che la sua vita americana, splendida e splendente, lo abbia cambiato anche troppo, facendogli dimenticare che i giocatori potrebbero anche non capire perché devono sventolare asciugamani in fondo alla panchina, mai presi in considerazione, come il gruppo di italiani, nati qui o naturalizzati: saranno anche scarsi, ma non più di certi mandati in campo, saranno inutili se sani, ma non diteci che sarebbe diverso se Cinciarini stesse bene. Sì, certo Moraschini ha fisico e se ci lavora è da basket internazionale; sì, certo, Jeff Brooks farebbe comodo, anche se nell’ultimo periodo era un doloroso interrogativo quando girava per il campo quasi infelice.

Tornando all’Armani nero di seppia questa caduta contro il geniale Aito che ha messo la museruola a Rodriguez, 0 tiri nei 9 minuti dei primi due quarti, con la difesa mista, denuda troppe cose: tutti ad applaudire per il passaggio dal narcisobasket a quello dove servono anche lacrime e fatica difensiva, ma se poi prendi 102 punti da Berlino, ottava vittoria in 24 giornate, allora crolla la scenografia. Fughette e dormitine, cali di tensione, abissi anche sopra il meno dieci, rimonte fino a meno 2, ma, contrariamente alla partita col Bayern, caduto alla stessa maniera sul campo del Villeurbanne dove c’erano soltanto 5000 persone, l’ultimo tiro è andato male.

Succede se la squadra che dovrebbe intimidire in Eurolega e in campionato, la più ricca, la più completa a parte la Virtus Bologna, gioca quasi sempre da intimidita. Insomma una frittata girata come chi è convinto di essere stato insultato se al suo insulto per certe preferenze si risponde con un po’ d’ironia che non vorrebbe mai essere offensiva, ma soltanto un segnale che ad una certa età, come in gioventù, non si deve proprio accettare tutto, anche da quelli che magari ti pagano i conti, ma che non diventano migliori soltanto perché stai nella loro corte.

Armani autolesionista, nei giorni del vento gelido e delle fatiche ravvicinate, forse unica scusa decente, il resto è cinema per far credere che loro sono loro e noi, quasi tutti, non capiamo. Certo resteremo sempre perplessi se il quintetto base prevede che due closer dorati come Rodriguez e Scola siano partenti con tutti problemi della carburazione, considerando che non puoi predicare difesa feroce se gli altri sembrano farfalle sopra il finto filo spinato.

Pagelle dopo l’Alba tragica al Forum …

… dove per i giovani, per le iniziative nelle scuole, per dare calore all’ambiente si fanno sempre in quattro, magari esagerando negli urli e nei rumori, ma almeno si battono ed è questo che dovrebbe fare una Lega sportiva decente, invece di ballare nuda cercando chi non le darà più visibilità televisiva di quella che ha oggi:

RODRIGUEZ 5 – Trota dorata con guizzi da vero campione, ma la sua mano non è più certezza, se poi viene marcato faccia a faccia allora il serbatoio si svuota in fretta.

MICOV 6 – Diciamo il migliore, ma se c’è uno che avrebbe bisogno di una settimana in montagna per ossigenarsi è proprio lui.

SCOLA 5,5 – Garantisce il fatturato perché ha classe, ma i nemici urlanti che corrono lo fanno apparire davvero vecchio.

TARCZEWSKI 5 – Furore sempre, ma per trovarlo devi farti aiutare da un GPS speciale, poi, spesso, fa come gli spettatori a cui arrivano magliette sparate dal campo che, però, non riescono a tenere.

CRAWFORD 6 – Energia vera, ma poi ha scoperto che in certi casi le dava soltanto lui e, infatti, ha fatto 5 falli in fretta.

SYKES 5,5 – Continua a vivere nel terrore di non piacere e questo lo appesantisce.

GUDAITIS 4 – Il polso non funziona, la tecnica non si vede, la generosità svanisce in cose inutili. Serve lavoro, ma senza dargli altre scuse.

NEDOVIC 6 – Se liberi la sua ispirazione ti fa scodare che dietro è uno dei tanti uomini leggeri che si fanno saltare sul primo palleggio.

MESSINA 5 – Se la squadra ha tante colpe per una difesa indegna dell’Eurolega allora lui e il suo staff, a febbraio, non sono ancora riusciti a farsi capire e non è che il quarto posto in campionato e la posizione in Eurolega siano così confortanti.

 

 

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