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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
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Fatti&Misfatti / Un abisso tra bambini e ometti

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Sabato 14 Dicembre 2019


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“Se Milano mi avesse chiesto di vincere subito non avrei accettato, così come feci al Real Madrid”. Vincere subito magari no, dipende anche dalla forza degli avversari, ma cambiare davvero rotta era il minimo e per adesso questa barca va verso il salice piangente.

Oscar Eleni

Aggrappato al salice piangente che vive solitario in mezzo al lago neozelandese di Wanaka, nell’Otago. Piangiamo insieme guardando il ghigno ipocrita di chi ha scoperto tutti i difetti del Carlo Ancelotti, allenatore insigne che doveva fare attenzione a gente come Insigne. Non vorremmo che la stessa cosa accadesse ad Ettore Messina che, anche per i giornali allineati, ora guida una squadra in crisi, nella settimana dove scoprire tristi verità fa ancora più male. Non eravamo allineati nei giorni in cui tutti vedevano la mano di Ettorre, il suo marchio nella costruzione di una squadra nata sotto cattiva stella, mai sfidare i gufi sul salice.

Chi vedeva progressi lo faceva perché amava troppo il generale, uno bravo, accidenti, ma se sbagli acquisti, se ogni giorno in palestra è un esame doloroso la tensione diventa veleno per menti fragili, non certo stemperato se al Forum ci vanno Mancini e Vialli in pellegrinaggio a vedere l’allenamento e poi si va tutti a cena, magari con le mogli, è chiaro che molti di questi viaggiatori per sport si accontenti di essere alla corte di re Giorgio, una Disneyland ben pagata, tirando indietro la zampetta appena gli avversari ti assalgono.

La triste verità è venuta fuori, esplosa sul campo del Villeurbanne quando il nostro Tancredi ha dovuto ammettere che la sua Armani del basket ha dominato quando si giocava una partita fra bambini, ma poi, quando sono entrati in campo gli uomini, lui ha continuato ad avere soltanto bambini. Una condanna, speriamo non sia una resa. Non è il tipo.

Eravamo così allegri, nella settimana dei veleni legaioli portati alla luce dall’osservatorio Pea, perché il basket italiano messo maluccio aveva fatto il pieno di vittorie in Europa. Non era tutto luccicante come hanno scritto nelle case dei vincitori, non è vero che i nostri azzurrabili davano vero conforto, che i bocciati al mondiale stavano rispondendo bene, ma, insomma, se vinci tutte le partite allora devi essere ottimista.

Su questo surf, dentro il lago profondo 300 metri, pensavamo che l’Armani avrebbe cancellato la serie nera di Eurolega, curata davvero male anche in campionato vincendo alla fine partite che avrebbe dovuto dominare. Sembravano tutti allegri. Dai microfoni in giulebbe per le scampagnate di Scola da un canestro all’altro, dai sorrisi in panchina, anche degli esclusi, sembrava una notte per ridare un senso alle tante ore passate in palestra e al video. Ma come. Messina dice attenti ai rimbalzi, alla loro fisicità e l’Armani si fa mangiare in testa dagli americani di Mitrovic e dai bambini prodigio che Parker ha voluto in squadra. Voi che vedevate le stimmate cosa pensate oggi se il Villeurbanne, 70 punti di media in 12 giornate, ne segna 89?

Ora il rumore dei tamburi lontani, mentre Stavropoulos, ci auguriamo, sta cercando correttivi per una squadra nata male, sfigata, che lascia in tribuna non certo i migliori, ma siamo sicuri che Ciancirini e Burns avrebbero dato qualcosa in più se c’era da difendere un canestro e la pagnotta, in un momento dove gli avvelenatori di pozzi se la godono, il calendario dice che la squadra, costruita sul genio antico di due veterani da miccia corta come Rodriguez e Scola, potrebbe fare un pieno di frutta avariata infilata in posti insospettabili.

Si, certo, non è che la Reyer di oggi faccia tanta paura anche a casa sua, nella caverna del Taliercio che continua a ghettizzare gli ospiti, non sarà anche lì colpa del Mose, anche se forse gli acciacchi di Daye e Stone potrebbero aprire gli occhi al De Raffaele che si trova in una posizione grama di classifica, mai una squadra scudetto così in basso. Poi il lungo viaggio continuerà con i famelici cacciatori del Real Madrid un posto che a Messina non piace tanto, anche se siamo rimasti perplessi dalle dichiarazioni agli amiconi sempre inginocchiati: “Se Milano mi avesse chiesto di vincere subito non avrei accettato, così come feci al Real Madrid”. Vincere subito magari no, dipende anche dalla forza degli avversari, ma cambiare davvero rotta era il minimo e per adesso questa barca va verso il salice piangente. Tutti si augurano che possa essere il Valencia, atteso al Forum giovedì prossimo a curare il grande male, ma quei satanassi non sono andati a vincere proprio venerdì sera la prima partita in trasferta nella casa diroccata del povero Kaunas a cui sta andando davvero tutto male.

Messina si faccia prestare un fucile da Dorothea Wierer regina del biathlon, al momento è l’unica che va a bersaglio mentre la gente straparla, dalla federcalcio ai nuovi tenutari dello sport nazionale.

Pagelle di Milano a Villeurbanne, turandosi il naso, …

… stupiti, ma non più di tanto, se gli agnelli non diventano leoni:

RODRIGUEZ 5,5 – Il meglio, ma con pause difensive che la squadra non può sopportare.

ROLL 4 – Si è spento come una candela, appassito mentre gli camminavano addosso.

MICOV 4 – Va bene, rientrava da infortunio, ma se stai così allora meglio rinunciare per non passare da bidello dopo essere stato tante volte professore.

SCOLA 5 – Parte alla grande, ma a 40 anni ha il diritto di perdere le coordinate se dall’altra parte ci danno col martello.

GUDAITIS 5,5 – Boemia regge per quello che può uno andato in campo 7 volte in questa stagione. Certo senza è ancora più buio.

BROOKS 5 – Sembrava una canna vuota, lui che di solito nasconde i difetti di tutti.

MORASCHINI 6 – Duttile nel servire anche come regista, ci si può lavorare, ma tenendogli la testa al fresco e non al Pavaglione.

MACK 4 – Siete sicuri che è quello con un passato da NBA? Omonimo?

DELLA VALLE 4 – Zona o uomo per lui è lo stesso, vede passare il nemico e cerca la faccia per farsi scusare. No, così è irrecuperabile.

TARCZEWSKI 4,5 – Troppe consonanti nella sua testa. Non fa passi avanti, peggio, regredisce anche nel poco che sa fare.

WHITE 4 – Cliente fisso dei giocatori anonimi.

MESSINA 4 – Se i bambini non diventano uomini a chi chiedere? Poi questa zona per mascherare la scarsa attitudine del gruppo alla battaglia ci sembra una resa, non una magata tattica per disorientare.

 

 

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