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Piste&Pedane / Giomi: atletica azzurra? l'ho vista in crescita

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Domenica 6 Ottobre 2019
 
4x400-doha 
 
Primi bilanci del presidente federale: «Ricordiamoci che questo sport è globale e qui, fino ad ora, sul podio ci sono 40 nazioni. Siamo convinti che quella intrapresa è la strada giusta anche se siamo ancora lontani dalla meta».

Carlo Santi

DOHA – Alla vigilia dell’ultima giornata del Mondiale arriva un primo bilancio in casa degli azzurri. E arrivano anche alcune considerazioni, più politiche che tecniche, del presidente della Federazione, Alfio Giomi, oltre alla notizia che Filippo Turtu ha rischiato di non correre la staffetta. Il dirigente ha analizzato il comportamento della squadra, che è senza dubbio positivo per molti aspetti, superiore a quello delle ultime due edizioni.

A Pechino 2015 avemmo 6 finalisti (Pertile quarto nella maratona, la Palmisano quinta nella 20 km di marcia, la Pedroso settima nei 400 ostacoli e Meucci e Tamberi ottavi rispettivamente nella maratona e nell’alto), mentre a Londra 2017 solo due finalisti con il bronzo di Antonella Palmisano nella 20 km di marcia e il sesto posto di Meucci nella maratona. Positivo, ma ci sono ancora troppi atleti che raggiunta la convocazione si spengono e arrivano in condizioni non ottimali. Un elemento da considerare per il futuro seguendo con cura loro e gli allenatori.

«Dal mio punto di vista ho visto una crescita dell’atletica azzurra. – ha detto Giomi – Pensiamo alle staffette, che sono la sintesi del movimento: ne abbiamo due qualificate per le Olimpiadi e le altre tre di fatto sono già a Tokyo». Detto questo, il presidente non ha potuto riconoscere che la nostra atletica è ancora lontana dal livello internazionale. «Ricordiamoci però che questo sport è globale e qui, fino ad ora, sul podio ci sono 46 nazioni. Siamo convinti che quella intrapresa è la strada giusta ma siamo ancora lontani dalla meta».

Target number. – Si è parlato anche della partecipazione nutrita del team Italia a Doha. Giomi ha spiegato che doveva esserci una verifica in vista di Tokyo «dove dobbiamo raggiungere i risultati». E così, per questo, sono stati convocati tutti gli atleti che hanno raggiunto la standard di qualificazione pur tagliando il 50 per cento di coloro che erano stati invitati dalla IAAF con i “target number”, ossia in base alle graduatorie mondiali della stagione.

La scelta di una squadra allargata è dovuta, secondo il presidente, ad un riconoscimento e al rispetto, parole di Giomi, verso le società di base. «Sono loro che creano il movimento, ma per Tokyo abbiamo detto che la squadra sarà ristretta». Del resto per le Olimpiadi le scelte finali spettano alla Preparazione Olimpica del CONI una volta sentito il parere delle singole Federazioni.

Noi crediamo che un campionato mondiale, ma anche un europeo, sia una competizione di livello nella quale le controprestazioni abbassano quelle buone. E nel caso dell’Italia i numeri dicono che finora ci sono state 31 eliminazioni al primo turno, compresi i 7 ritirati. Un numero un po’ alto, questo, e pensiamo che le società sarebbero ricompensate ugualmente permettendo ai loro atleti di gareggiare in meeting all’estero nei quali imparare e fare esperienza. L’utile sarebbe maggiore.

Guardando alle note positive, che pure ci sono, non si deve dimenticare la presenza di Davide Re, fuori dalla finale dei 400 metri per 8 centesimi così come la 4x100 maschile, i due primati italiani nelle 4x100 metri (38”11 gli uomini, 42”90 le donne), la crescita del pesista Leonardo Fabbri, primo escluso dalla finale e i 12 semifinalisti. Buoni passi avanti da concretizzare nel prossimo futuro.

Tortu ha corso con il dolore. – Filippo Tortu stava per arrendersi prima della staffetta. Lo ha spiegato il direttore tecnico Antonio La Torre dicendo che lo sprinter è uscito dalla finale dei 100 con diversi problemi. «Era reduce da 45 giorni di ripresa dopo l’infortunio nei 100 in America. – ha detto La Torre – Nel riscaldamento prima della staffetta ha avuto problemi e stava per non correre. Abbiamo realizzato il record italiano nonostante questo».

Il direttore tecnico dice di avere già le idee chiarissime per il futuro, per Tokyo 2020 e che all’inizio di novembre radunerà a Grosseto i big per discutere i programmi della prossima stagione. Quella olimpica.

 

 

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