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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Piste&Pedane / La sfida sul giro premia l'irruenza

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Giovedì 3 Ottobre 2019 (Notte)

 

naser 


In una giornata monopolizzate dalle strane sentenze del VAR e dalle prove multiple, forse la gara più eccitante dei Mondiali: il grande duello tra la giovanissima Naser e la più esperta Miller-Uibo.

Carlo Santi

DOHA (VII G.) – Il botto di Salwa Eid Naser con un giro da sballo. La giovanissima campionessa del Bahrain, ventuno anni appena, ha compiuto un capolavoro: il suo 48”14 è il terzo tempo di sempre al mondo. Naser si è trascinata dietro Shaunae Miller-Uibo scesa a 48”37, primato personale anche per lei e quinto risultato all time, con la giamaicana Shericka Jackson a 49”47. Una corsa pazzesca, con la vincitrice che è passata da un primato di 49”08 dello scorso anno a questo risultato monstre. Ha corso controllando le avversarie dal centro della pista (era in quinta corsia) e quando è uscita sul rettilineo ha sprigionato un’energia incredibile, seguita solo dalla Miller-Uibo, l’unica delle finaliste con un primato sub-49” e nota che il finale ai Giochi di Rio da lei vinti in tuffo su Allison Felix. (foto Iaaf.org).

La vincitrice di quella che fin qui è la gara più bella del Mondiale, adesso ha davanti solo l’irraggiungibile Marita Koch, la tedesca est che corse, a Canberra nell’ottobre del 1985, in 47”60, e la cecoslovacca Jarmila Kratochvilova, 47”99 ai primi Mondiali di Helsinki nel 1983.

Multipli. – Il re e la regina dei “multipli” abdicano. La resa di Mayer costretto al ritiro e il trionfo della britannica di Liverpool Katarina Johnson-Thompson che ha sconfitto Nafissatou Thiam, la belga, con 6.981 punti (record britannico) contro 6.677 punti, che nelle ultime tre competizioni internazionali – Olimpiadi, Mondiali ed Europei – ha sempre vinto. Questi i parziali della Johnson-Thompson: 13”09 nei 100 metri ostacoli, 1.95 nell’alto, 13.86 nel peso, 23”08 nei 200 metri; 6.77 nel lungo e 2’07”26 negli 800 metri.

Nel decathlon, orfano di Mayer uscito di gara nella prova dell’asta, oro al tedesco Kaul con 8.691 punti davanti l’estone Maicel Uibo con 8.604 punti e terzo il candese Warner con 8.529 punti.

Peso cinese. – La cinese Lijao Gong ha trent’anni, arriva da Luquan ed è sulla scena da 12 stagioni, dal Mondiale di Osaka nel 2007 (allora settima) e dieci anni dopo, a Londra, ha conquistato la medaglia d’oro. La donnona in giallo, un metro e 74 per 85 chili che lancia il peso con grazia ha bissato quel titolo con un lancio di 19.55, otto centimetri oltre la giamaicana Danniel Thomas-Dodd.

Batterie frizzanti nei 1500 metri maschili, due Ingebritsen, Jakob e Filip, ed entrambi vanno avanti. Arrivi in volata (nella prima batteria addirittura sette atleti in appena 15 centesimi) e una caduta nella successiva con l’etiope Lemi che ha rischiato di trascinarsi a terra il keniano Cheruiyot.

Dramma francese. – Tre primatisti del mondo della Francia hanno alzato bandiera bianca. Yohan Diniz, Renaud Lavillenie e Kevin Mayer, rispettivamente leader della 50 chilometri di marcia (3h32’33”), del salto con l’asta (6.16 al coperto) e del decathlon con il fantastico punteggio di 9.126 ottenuto a settembre di un anno fa a Talence, sono usciti mestamente di scena. Dopo la resa dei primi due, è toccato a Mayer. L’uomo delle dieci fatiche, campione in carica e argento olimpico a Rio alle spalle dell’allora re Ashton Eaton, era qualcosa in più del favorito in questo Mondiale. Invece, le sofferenze per un infortunio patito in febbraio mentre si allenava non le ha superate. La caviglia sinistra è tornata a fargli male, il retto femorale della stessa gamba lo ha tormentato dopo la sesta gara, i 110 metri ostacoli dove lo ha scavalcato nettamente il canadese Damian Warner (13”56 contro 13”87) superandolo di 71 punti in classifica.

Ha cercato di tirare avanti, Kevin, è andato in pedana per il lancio del disco (48.34) ma subito dopo, nella prova dell’asta, entrando in gara a 4.60, nel secondo tentativo ha dovuto interrompere la sua gara tra le lacrime.

Medaglie con il Var. – Due medaglie di bronzo, nel lancio del martello maschile e nei 110 ostacoli, assegnate con il Var. Qualcuno dirà: l’atletica, come il calcio, ricorre al Var? In realtà nell’atletica, come altre discipline, l’utilizzo della tecnologia è di vecchia data. Mercoledì per assegnare due medaglie dirimendo altrettanti casi controversi capitati a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro, la giuria d’appello ha visionato le immagini e ha assunto due soluzioni salomoniche. I polacchi avevano fatto ricorso perché il primo lancio dell’ungherese Beuce Halasz di 78.18, che gli aveva permesso di essere terzo, era irregolare: il magiaro aveva toccato l’esterno dell’area di lancio con il piede, ma il giudice non lo aveva sanzionato. Hanno sostenuto, i polacchi, che questo ha condizionato la gara di Wojciech Nowicki, quarto con 77.69. La giuria ha deciso di consegnare il bronzo anche al polacco, ma non di annullare il lancio di Halasz.

Poco dopo, la giuria d’appello è tornata sulla decisione presa la notte precedente quando, rifiutando il reclamo della Spagna, aveva lasciato inalterata la classifica. Gli spagnoli erano infuriati perché McLeod candendo dopo il decimo ostacolo aveva fatto perdere la terza posizione a Orlando Ortega. «Fa parte della gara – hanno sostenuto i giudici – e la classifica non va cambiata». Ortega, che le immagini avevano mostrato in linea con la terza posizione quando era assai vicino al traguardo, era quinto con 13”30. Dopo un giorno, nella notte di Doha, la marcia indietro: la giuria d’appello ha avanzato Ortega al terzo posto, sempre accreditato di 13”30, ma bronzo come il francese Pascal Martinot-Lagarde con il suo 13”18.

 

 

 

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