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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

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Piste&Pedane / Doha: un azzurro alquanto pallido

Giovedì 3 Ottobre 2019
 
re-doha
 
A tre giorni dalla conclusione dei Mondiali nel deserto, il bilancio italiano appare deludente: per ora un bronzo in una gara non olimpica e solo due finalisti. C'è ancora da sperare, ma le possibilità sono alquanto ridotte. E a Tokyo?  
 
Carlo Santi

DOHA (VII G.) – Superata la boa di metà Mondiali, l’Italia fa già qualche conto. Il bilancio è in rosso, con troppi atleti che hanno “bucato” l’avvenimento realizzando prestazioni assai modeste, non in linea con quanto ottenuto, almeno una volta, nella stagione. Consoliamoci adesso non solo con Eleonora Giorgi, Tortu e Stecchi: c’è anche Davide Re che ha mostrato di essere un campione finendo al nono posto, escluso dalla finale dei 400 metri per soli 8 centesimi con un risultato di 44”85, seconda performance di sempre per lui e per un azzurro dopo il suo primato nazionale di 44”77. (foto G.Colombo/Fidal).

In questa settima giornata del Mondiale sono stati due i nostri in gara, Ottavia Cestonaro e Leonardo Fabbri. La triplista non si è qualificata: il 13.97 realizzato al secondo salto (gli altri due, nulli) l’ha posta in 17.sima posizione. Avesse saltato il 14.18 di questa stagione sarebbe entrata tra le prime 12. Il pesista fiorentino di Bagno a Ripoli, 22 anni, ha lanciato a 20.75; per la finale era chiesto un lancio di 20.90, poco meno del primato personale ottenuto da Leonardo (20.99 il 19 luglio a Vicenza, terzo italiano di sempre dopo Andrei e il suo allenatore Paolo Dal Soglio) dopo l’argento agli Europei under 23.

I numeri per il momento sono impietosi: rimangono poche cartucce da sparare. Parliamo della marcia maschile, quella dei 20 chilometri con Massimo Stano, e il salto in alto (si gareggia domani) con Gimbo Tamberi, quindi la staffetta 4x100 maschile il cui obiettivo è la finale che vale il posto olimpico a Tokyo.

Finora hanno gareggiato 39 atleti della numerosa formazione azzurra composta da 65 elementi (dopo la defezione di Rubino) ed escludendo Tamberi, in pedana domani, 20 sono stati eliminati al primo turno, ossia il 52 per cento mentre i ritirati sono stati 6. La percentuale di eliminati subito sale così al 68,4 per cento.

Hanno raggiunto la finale, ovvero un piazzamento tra i primi 8, in tre: Filippo Tortu settimo nei 100 metri, Claudio Stecchi ottavo nel salto con l’asta e Eleonora Giorgi, medaglia di bronzo nella 50 chilometri di marcia. In questa specialità, ma nella 20 chilometri, Antonella Palmisano dopo due medaglie tra Mondiali 2017 e Europei 2018, stavolta non al meglio della condizione ha chiuso in tredicesima posizione.

Per quanto riguarda i semifinalisti (6), siamo al 16 per cento del gruppo e aggiungendo i tre finalisti la percentuale sale al 25 per cento.

È venuta meno ancora una volta la determinazione degli atleti e, lasciatecelo dire, l’attenzione da parte degli allenatori che non sono stati in grado di prepararli per l’evento e neppure di capire che non erano in condizione per evitare loro figure mortificanti come è stato per il triplista Dallavalle che ha saltato 15.09. Ma troppi altri sono rimasti lontanissimi dal loro primato stagionale. Per fare qualche nome, diciamo di Gloria Hooper e Antonio Infantino nei 200 che hanno corso rispettivamente in 23”33 e 20”89 contro i loro stagionali di 23”16 e 20”41, di Maria Benedicta Chigbolu nei 400 (52”63 e 51”69 di primato stagionale), di Roberta Bruni nel salto con l’asta (4.35 in qualificazione e 4.52 nel 2019), Daisy Osauke nel disco (57.55 contro il 61.69 di luglio), Eleonora Vandi negli 800 (2’04”98 mentre vanta quest’anno 2’00”88), Sara Fantini nel martello (66.58 qui, 70.30 a casa) e Giovanni Faloci nel disco (59.77 contro il 65.30 di questa primavera).

Promosso l’ostacolista Fofana, 13”44 di primato personale e qui semifinalista dopo il 13”49 in batteria e 13”52 in semifinale sbagliando molto mentre Lorenzo Perini è uscito in batteria con 13”70 (13”46 quest’anno). Da rivedere Stefano Sottile. L’astista di Borgosesia dopo lo strepitoso 2.33 di Rieti si è arreso in qualificazione a 2.26.

 

 

 

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