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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
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Piste&Pedane / Manca il pubblico, non il livello tecnico

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Domenica 29 Settembre 2019

 

doha-stadio 


Carlo Santi

Nella terza giornata dei Mondiali le cose migliori arrivano dalle pedane, ma regina della serata è la minuta giamaicana Fraser-Pryce, nuova mamma volante, all’ottavo titolo iridato.

DOHA – Shelly-Ann Fraser-Pryce è un lampo. Irraggiungibile per tutte, la mamma trentaduenne di Kingston, Giamaica, ha corso i 100 metri in 10”71, a un solo centesimo dal suo primato e cogliendo l’ottavo sigillo mondiale. Felice, Shelly-Ann è corsa a festeggiare tenendo teneramente in braccio il figlioletto Zyon che è parso un po’ smarrito trovandosi lì, nello stadio. Quando le sette sprinter sono partite (mancava l’olandese Dafne Schippers che ha disertato la finale) lei è scappata subito via. Per Dina Asher-Smith e Marie-Josee Ta Lou non c’era altro da fare che inseguire e vedere la lunga e variopinta chioma della Fraser-Pryce.

Tutte lontane, mai in grado di infastidire la regina che ha staccato la britannica (10”83) e la ragazza della Costa d’Avorio (10”90) con Elaine Thompson, anche lei giamaicana, quarta con 10”93. Shelly-Ann, che è nata da una madre single a Waterhouse, un quartiere di estrema periferia di Kingston, ha un po’ di Italia nella sua carriera. Difatti, la giamaicana si è allenata a lungo a Lignano, quartier generale soprattutto del gruppo di Asafa Powel, l’ex primatista del mondo dei 100 che ha accolto la connazionale nel suo team atletico.

Lo stadio Khalida intanto continua ad essere vuoto, senza l’atmosfera degna di un Mondiale che è anche un po’ troppo diluito nel programma. Per il futuro occorrerà capire meglio dove andare senza la disperata voglia di raccogliere soldi dagli sponsor che a lungo andare potrebbero disertare questo sport visto l’interesse non grande che ruota intorno.

Poco azzurro. – L’Italia cerca di difendersi e dopo l’ossigeno arrivato con Tortu e con la medaglia nella 50 chilometri di marcia di Eleonora Giorgi, si deve registrare un’altra prestazione negativa. Parliamo di Antonio Infantino, il ragazzo nato in Inghilterra da genitori italiani e cresciuto, anche nello sport, a Londra. Imbarazzante la sua batteria dei 200 metri corsa con troppe frequenze e terminata in penultima posizione in 20”89. Meglio è riuscito a realizzare Faustino Desalu, salvato dai ripescaggi per accedere alla semifinale agguantata, a suo modo di dire, «sudando freddo».

Il ragazzo cremonese, che ha 25 anni ed è di origini nigeriane, negli ultimi metri della sua batteria, la quinta, si è fatto superare dal giamaicano Rasheed Dwier, terzo in 20”37 contro il 20”43 di Desalu. Il crono gli ha garantito uno dei tre posti per il prossimo turno. «Sono rimasto in pista fino all’ultimo per capire se mi qualificavo. – ha detto il ragazzo – Adesso rivedrò la gara con il mio allenatore per capire cosa e dove ho sbagliato». Faustino l’ambizioso come si è definito lo scorso anno a Berlino, dice che «domani è un altro giorno e venderò cara la pelle» ben sapendo che dovrà migliorare la partenza ma anche il finale dopo il suo buon lanciato.

Il britannico Gemili con 20”06 è stato il più veloce del primo turno seguito dall’ecuadoregno Alex Quiñónez con 20”08 mentre il grande favorito, lo statunitense Lyles, ha corso in 20”26.

Che Felix. – Divertente e spettacolare la staffetta 4x400 mista dove conta, proprio come in Formula 1, il lavoro del box, ovvero la strategia. La Polonia ha scelto di schierare prima due uomini e poi due donne ma il vantaggio accumulato è svanito già alla fine della prima curva dell’ultima frazione. A vincere è stata la formazione degli Stati Uniti in 3’09”34 che è il primato del mondo (!) schierando in seconda frazione, dopo Wilbert London, Allyson Felix (in terza e quarta hanno corso Courtney Okolo e Michael Cherry). Per la Felix si tratta del dodicesimo oro mondiale di una collezione davvero speciale cominciata nel 2005 a Helsinki. Dietro gli Stati Uniti, la Giamaica (3’11”78) e, pensate un po’, il Bahrain (3’11”82).

La serata dei voli. – Notte in volo con il triplo e l’asta grazie ad atleti di alto livello. Spettacolo vero in queste due gare, soprattutto nell’asta donne che è stata vinta dalla russa Anzhelika Sidorova, qui in gara senza maglia nazionale ma con quella neutra dell’ANA, con un salto a 4.95 davanti alla statunitense Sandi Morris che si è fermata a 4.90 mentre la greca Katerina Stefanidi, campionessa uscente, non è andata oltre i 4.85.

Quarto titolo invece per Christian Taylor nel salto triplo. Dopo aver primeggiato a Daegu nel 2011 e poi a Pechino (2015) e Londra (2017), la cavalletta di Fayetteville – che vanta anche due ori olimpici (Londra e Rio de Janeiro) –, qui ha sfiorato i 18 metri atterrando a 17.92 al quinto salto e lasciandosi alle spalle il connazionale Will Clay (17.74) e Huguer Fabrice Zango del Burkina Faso (17.66) che ha conquistato una storica medaglia per il suo paese.

Le qualificazioni. – Il portoricano Wesley Vázquez non si è risparmiato nella semifinale degli 800 metri. Dopo un passaggio fin troppo veloce (48”70) ha vinto in 1’43”93 frenando anche nel finale mentre il keniano Cheruiyot Rotich gli finiva alle spalle con 24 centesimi di ritardo. Adam Kszczot, il polacco campione d’Europa nelle ultime tre edizioni della rassegna (2014, 2016 e 2018) è naufragato (solo sesto nella prima semifinale in 1’45”22).

 

 

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