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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Saro' greve / Duro come il granito, leggero come il sughero

Lunedì 30 Settembre 2019

 

tv

 

La RAI sta coprendo l'avvenimento con largo dispiego di mezzi e di uomini. Se la prima edizione dei Mondiali (1983) aveva solo la voce di Paolo Rosi, adesso possiamo contare sul Trio Bat+Man (“Bragagna, Alessandrini, Tilli”). Col supporto dell'uomo trigonometrico (il "prof" Ponchio).


Vanni Lóriga

Non sarò tanto “greve” da comunicare ai fruitori del nostro sito Olimpico che Filippo Tortu, da sabato sera, è entrato nell’aristocrazia mondiale della velocità, finalista nei 100 metri del campionato iridato in corso a Doha. Tutti sono stati informati da precise telecronache, da prime pagine che eternano l’avvenimento, da completi resoconti e puntuali interviste. Poco posso aggiungere e lo faccio ricorrendo al mio personale mondo di ricordi. Mi aiuta il fatto che è stato giustamente sottolineato che Filippo non è il primo italiano a raggiungere una finale mondiale: la stessa impresa fu realizzata nel 1987 a Roma da Pierfrancesco Pavoni.

Citando quel nome è doveroso fare un salto indietro di una trentina d'anni, con un nostalgico abbraccio a quelli che erano i ragazzi di Carlo Vittori, risalendo addirittura alla prima edizione dei Mondiali, non senza aver precisato che Pavoni corse la finale dell’Olimpico quasi pro-forma, frenato da uno stiramento muscolare che stava curando e che non voleva aggravare.

Torniamo a dove tutto ebbe inizio, ad Helsinki 1983, e ricordiamo soprattutto la staffetta 4x100 che schierando Tilli, Simionato, Pavoni e Mennea si aggiudicò la medaglia d'argento con il record nazionale di 38”37. Reso l’onore delle armi all'indimenticabile Pietro Paolo passiamo agli altre tre protagonisti. Pavoni a Roma fu finalista anche nei 200, settimo come nella 4x100 corsa con Madonia, Gorla e Catalano (Mennea fu tenuto in panchina ed un giorno spiegherò perché ...).

Stefano Tilli è più che mai presente e commenta per la RAI. Seguo infatti con grande attenzione i Campionati Mondiali di Doha e per cause di forza maggiore (cioè di forze minori) lo faccio alla TV. È doveroso dare atto a Mamma RAI che sta coprendo l'avvenimento con forte dispiego di mezzi e di uomini. Se la prima edizione (come detto Helsinki 1983) aveva una voce unica, quella di Paolo Rosi, talora integrato da commenti tecnici di specialisti, adesso possiamo contare sul Trio “Bragagna, Tilli, Alessandrini”. Ed a bordo campo, nella famosa zona neutra, abbiamo la poliglotta Elisabetta Caporale.

Completa il quintetto (una sorta di 3-1-1) l’esperto in trigonometria Dino Ponchio, affettuosamente noto come Professor Goniometro. E siccome gli piacciono gli angoli faccio ricorso ai miei antichi studi di balistica per elencargli altri elementi di riflessione e studio (elementi in cui era maestro e donno il generale Carlo Montù, (ri)fondatore del CONI, scienza che ha consendato in una enciclopedia in 49 volumi). Gli segnalo così il POB (angolo di partenza detto anche gamma); il POC (angolo di proiezione); il POT (angolo di rilevamento); il TOR (angolo di elevazione); il TOC (angolo di tiro); e per concludere l'OCR (angolo di caduta) e l'OBL (angolo di arrivo). Potrebbero tornare utili nel lancio del martello o in quello della falce che in questa fase innovativa della IAAF potrebbe presto far compagnia alla staffetta mista.

Ma rimanendo nel campo della scienza applicata all'Atletica ringrazio il citato Stefano Tilli che ci ha svelato come un metro cubo di aria pesi un chilo circa. Ho verificato ed è vero. Inoltre ha introdotto la proprietà commutativa dei 100 metri. Se in batteria Tortu aveva corso in 10”20 e Jacobs in 10”07, dopo la semifinale di Lorenzo coperta in 10”20 aveva ipotizzato un 10”07 per Filippo. E ci ha preso in pieno. Complimenti anche perché alla fine ha avuto parole di elogio per Salvino, padre e allenatore. E cosi arriviamo in casa nostra, in quella Gallura che a lui ha dato i natali, come alla lontana li dette all'appena ricordato Carlo Simionato, con nonna di Bortigiadas, non lontano da quella Tempio Pausania dei Tortu.

Entrando nel vivo del problema, grande e quasi generale è stata la sorpresa per l’inatteso miglioramento, nell’arco di 24 ore, di Filippo. Pochi puntavano su di lui ed io, lo ammetto, non ero fra di loro. So che un velocista reduce da un problema muscolare è inevitabilmente condizionato. Avevo dimenticato che la sub-regione sarda che ha come simbolo il Gallo è terra che unisce – in un incredibile matrimonio – uno dei materiali più duri e resistenti (il granito) con quello più leggero e friabile, cioè il sughero. Che è inaffondabile, mentre la pietra bianca e rosa delle nostre montagne è dura da perforare. Insomma dai galluresi puoi attendere di tutto. Nel male ma, soprattutto nel bene. Anche perché da noi ci sono tante vecchie querce.

Per cui il nostro Tortu può essere considerato il reuccio della Gallura. Che per un certo periodo, per decreto di Costantino II, nel 1131 da Giudicato fu dichiarato Regno. Tenuto peraltro dai Visconti che molto hanno a che fare con la Brianza. Per cui si tratta di un ottimo matrimonio.

Confesso infine di non aver chiuso occhio per seguire la gara sui 50 chilometri. Non la chiamo marcia perché questa specialità è definita come “una serie di passi”. Io ho visto invece un susseguirsi di balzelli. Sono vittima della nostalgia, ma non trovo traccia del “tacco e punta” sostituiti da “metacarpo e via”; del rullaggio del piede; dell’avanzamento dell’anca, ecc. Sono rimasto ai tempi di Pino Dordoni. Nel fare i complimenti alla bravissima Eleonora Giorgi (prima medaglia italiana e pure lei brianzola) ricordo che questa volta le donne hanno vinto con il tempo di 4 ore 23 primi e 26 secondi, come dire cinque minuti in meno del Dordoni olimpionico ad Helsinki 1952. Tout casse, tout passe, tout lasse, ... Ed il verbo casse vuol dire rompere, ....

 

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